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Criterium du Dauphiné 2023 - Analisi del percorso

Come di consueto il percorso del Delfinato è diviso tra tappe mosse e di alta montagna e spezzato da una cronometro piuttosto lunga, addirittura più di quella del prossimo Tour de France

03.06.2023 15:08

Il tradizionale appuntamento di preparazione in vista della Grande Boucle mantiene il canovaccio delle ultime edizioni, con un primo blocco di tappe variamente mosse e un trittico finale sulle Alpi, abbinati ad una cronometro a metà corsa. Sorprende che la cronometro sia di oltre 30 km, lunghezza notevole per una corsa di 8 tappe, nettamente superiore a quella della cronometro del Tour de France che si correrà tra poche settimane. Molte belle le frazioni di montagna, tra grandi classici e graditi ritorni.

 

Domenica 4 giugno - 1a tappa: Chambon-sur-Lac - Chambon-sur-Lac (157.7 km)

Si comincia subito con una tappa molto nervosa, quasi del tutto priva di pianura, ma anche senza salite particolarmente impegnative. Una giornata difficile da controllare dove potrebbe succedere di tutto, comprese le prime scaramucce dei big. Siamo nel pieno del Massiccio Centrale, intorno al Puy de Sancy, ma si evitando tutte le principali salite della zona, componendo un percorso fatto di continui su e giù. Punto chiave è il circuito finale da ripetere 3 volte, che prevede un prima salita di circa 5 km al 5%, seguita da oltre 5 km di saliscendi che culminano con la Côte du Rocher de l'Aigle (1 km al 7.3%). Dalla vetta mancano 11 km al traguardo, in gran parte di discesa, mentre l'arrivo è posto in leggera salita.

 

Lunedì 5 giugno - 2a tappa: Brassac-les-Mines - La Chaise-Dieu (167.3 km)

Altra tappa insidiosa, con arrivo in quota, anche se non contraddistinto da GPM. La filosofia di fondo è la stessa della tappa precedente, ma si incontrano salite un po' più cattive, soprattutto dal punto di vista delle pendenze. I primi 90 km che portano al circuito finale sono già costellati di ascese abbastanza rilevanti, tra cui i due GPM del Col de la Toutée (2.2 km al 6%) e del Col des Fourches (2.7 km al 6.5%). Quindi si sale una prima volta al traguardo di La Chaise-Dieu e poi si percorrono due giri completi del circuito conclusivo: è abbastanza semplice nella sua prima metà, con cui si raggiunge Saint-Paul-de-Senouire tramite falsopiano e discesa su strade scorrevoli; a questo punto la strada si fa più tortuosa e presto si affronta la breve ma intensa Côte de Guetes (ufficialmente 1 km all'8%, ma leggermente più lunga) posta a soli 9.7 km dal traguardo. A circa 6 km dall'arrivo si supera un altro strappo di circa 600 metri al 6% e subito dopo inizia l'ultima salita di 4.8 km al 3.1% di media: dopo il primo tratto più duro (poco più di 1 km al 6%) la strada diventa poco più di un falsopiano e torna a salire più sensibilmente negli ultimi 1500 metri (media 3.5%). Non è una tappa tremenda, ma gli uomini di classifica potrebbero già muoversi.

 

Martedì 6 giugno - 3a tappa: Monistrol-sur-Loire - Le Coteau (191.3 km)

La terza tappa, pur essendo piuttosto lunga, è l'unica abbastanza semplice da poter consentire un arrivo in volata a ranghi compatti. Infatti dopo i primi 100 km mossi, con la salita a Bellevue-la-Montagne (4.9 km al 5.8%), il tracciato è quasi pianeggiante per 60 km. A movimentare il finale ci pensa la Côte de Neulise, salita abbastanza lunga ma molto pedalabile (7.5 km al 3%) che non dovrebbe impensierire più di tanto. In vetta mancheranno ancora 18.5 km. Dopo la fine della discesa e un paio di zampellotti si arriva agli ultimi 6 km completamente pianeggianti in cui organizzare l'eventuale volata.

 

Mercoledì 7 giugno - 4a tappa: Cours - Belmont-de-la-Loire (31.1 km - Cronometro individuale)

Incredibile ma vero, la cronometro del Delfinato è molto più lunga di quella del Tour, nonché più adatta agli specialisti. Il percorso è comunque mosso e tortuoso, ma i tratti in salita sono pedalabili dunque in ogni caso favorevoli agli specialisti. In particolare si segnalano gli oltre 2 km di salita al 4/5% posti in partenza con cui si scollina il Col de la Croix Couverte e gli ultimi 9 km, quasi interamente in lieve ascesa (media 2%, tratti al 4/5%).

 

Giovedì 8 giugno - 5a tappa: Cormoranche-sur-Saône - Salins-les-Bains (191.1 km)

Non siamo ancora in montagna, ma gli uomini di classifica potrebbero tornare già allo scoperto, considerando il finale particolarmente insidioso. Dopo una novantina di km pianeggianti si superano le prime asperità (tra cui la Côte de Châteaux-Chalon) per transitare una prima volta sulla linea del traguardo. Inizia quindi un lungo circuito con la Côte d'Ivory (2.3 km al 5.9%) e soprattutto l'impegnativa Côte de Thésy, di 3.6 km all'8.9% di media, con lunghi tratti in doppia cifra nei primi 2 km. La salita è senza dubbio impegnativa e termina ad appena 14.4 km dal traguardo; la strada rimane in falsopiano per alcuni km, poi dopo un primo tratto di discesa si supera un'ultima contropendenza di quasi un km quando mancano circa 6.5 km alla conclusione. L'arrivo è posto al termine della discesa.

 

Venerdì 9 giugno - 6a tappa: Nantua - Crest-Voland (168.2 km)

Primo assaggio alpino con cui si apre il trittico conclusivo destinato a decidere la classifica generale. La tappa concentra l'attenzione soprattutto nel finale, dopo una prima parte movimentata che non dovrebbe creare troppa confusione in cui emerge la Côte de Droisy (5.4 km al 7%) primo GPM di giornata. Il bello arriva negli ultimi 50 km, con la salita al Col des Aravis, ben più lunga dei 7.8 km segnati formalmente: la strada inizia a salire quando mancano 29 km al GPM, per una media complessiva del 3.5%; si incontra un primo troncone di oltre 5 km al 4/5%, poi 11 km di falsopiano; la strada risale sensibilmente (5%) per un paio di km fino a Saint-Jean de Sixt, dove quasi 3 km al 3% portano all'inizio formale della salita, corrispondente al tratto più impegnativo. Non si tratta di pendenze trascendentali, motivo per cui in cima potrebbe arrivare un gruppo ancora nutrito. Per decidere le sorti di questa tappa e muovere la corsa rimangono le ultime rampe: dopo una discesa non banale si arriva a Flumet, dove si imbocca la strada per il Col des Saisies, che però non verrà raggiunto; si sale prima a Notre-Dame-de-Bellecombe (3.2 km al 6.1%) poi, dopo un solo km di discesa, al traguardo di Crest-Voland (2.3 km al 6.6%, con circa 1500 metri all'8/9%).

 

Sabato 10 giugno - 7a tappa: Porte-de-Savoie - Col de la Croix de Fer (147.7 km)

È il momento della tappa regina, con un inedito traguardo in vetta alla Croix de Fer, dopo altre due celebri ascese come la Madeleine e il Mollard. Dopo circa 50 km di pianura si sale, appunto, il temibile Col de la Madeleine dal versante settentrionale, quello più lungo ed irregolare, misurato in 25.1 km al 6.2%: alcuni tratti pedalabili spezzano la salita in 3 gradoni con pendenze cattive, rispettivamente di 7.5 km al 7.1%, 7 km al 7.8% e 4 all'8.5%. Segue la lunga e veloce discesa su La Chambre, da cui con una quindicina di km facili (fatta eccezione per lo strappo nel centro di Saint-Jean-de-Maurienne) si arriva ai piedi delle ultime due salite in rapida successione. Si sale prima al Col du Mollard (18.5 km al 5.8%, con i primi 12 km al 6.7% e un paio di tratti ripidi a ridosso del GPM) quindi, dopo 6 km di discesa tecnica, subito al Col de la Croix de Fer, di cui si percorrono gli ultimi 13.1 km al 6.2%: da sottolineare soprattutto il tratto finale di quasi 7 km all'8.2%, nonché l'altitudine del traguardo oltre i 2000 metri. Qui si può veramente fare la differenza.

 

Domenica 11 giugno - 8a tappa: Le Pont-de-Claix > La Bastille - Grenoble Alpes Métropole (152.8 km)

Il Delfinato si chiude con una tappa intensissima su strade storiche del ciclismo francese, rispolverando lo spettacolare traguardo a La Bastille di Grenoble. È una tappa che non offre respiro ed ha pochissimi punti morti, dunque perfetta per fare confusione e ribaltare la classifica. Si parte praticamente in salita con la Côte de Pinet (6.3 km al 6.1%), seguita da oltre 30 km di su e giù in mezzo ai quali spicca il Col des Mouilles (3.9 km al 7%). Segue una lunga discesa e la facile salita di 8 km ad Allevard (media 3.6%, primi 4 km al 5.5%). Qui si incontra l'unico tratto di respiro, una ventina di km di fondovalle a favore che conducono al gran finale, introdotto da circa 2.5 km di salita al 4% verso Barraux. A questo punto si percorre per intero la cosiddetta “Triologia della Chartreuse”, formata da Granier, Cucheron e Porte. Il Col du Granier è senza dubbio il più duro dei tre, essendo una ripida salita di 9.6 km all'8.6% con lunghi tratti in doppia cifra (ultimi 4 km al 10.1%); essendo posto a meno di 50 km dal traguardo, peraltro privi di pianura, è un attimo trampolino per chi volesse attaccare da lontano. Senza soluzione di continuità si sale il Col du Cucheron, 7.7 km al 6.2% con un tratto centrale pedalabile che falsa la pendenza media (gli ultimi 2.5 km sono all'8.3%). Con 4.5 km di discesa ripida ed insidiosa si arriva subito ai piedi del Col de Porte, salita di 7.4 km al 6.8%. A questo punto si scende a Grenoble con una picchiata di 15 km, veloce nella prima parte, più tecnica nell'ultima, prima dell'ultima impennata della Bastille (1.8 km al 14.2%) dove sapremo chi avrà vinto questo Giro del Delfinato.

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Francesco Dani
Volevo fare lo scalatore ma non mi è riuscito; adesso oscillo tra il volante di un'ammiraglia, la redazione di questa testata, e le aule del Dipartimento di Beni Culturali a Siena, tenendo nel cuore sogni di anarchia.