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Quando la fuga chiama, Kämna risponde

20.04.2022 20:51

Sul Furcia i big si stuzzicano senza esiti rilevanti e i fuggitivi si trovano la terza tappa del TOTA a portata di mano. Dopo lunghi km di contropiedi, il tedesco anticipa Andrey Amador, il più brillante, e Jonathan Lastra


Spetta al ripido Passo Furcia l'onere di aprire ancor più le danze tra gli uomini di classifica, nella terza tappa completamente altoatesina che va da Lana a Villabassa in 154 km. Fatta eccezione per qualche scaramuccia, Pello Bilbao (Bahrain - Victorious) ha tenuto agilmente la situazione sotto controllo lasciando via libera ai fuggitivi. Lennard Kämna (BORA - hansgrohe) si conferma un mago in questi contesti, dove riesce molto spesso a calibrare i tempi giusti anche e soprattutto quando le gambe non sono sufficienti a battere gli avversari.

La tappa è complicata fin dalla partenza, con molte squadre che fiutano la possibilità di portare fino al traguardo la fuga buona. Il primo a prendere margine è proprio Kämna che resta in solitaria al comando per una decina di km. Nessuno riesce ad evadere per oltre 50 km, fino a quando l'impegnativa salita verso il traguardo volante di Velturno permette ad un primo gruppo di attaccanti di prendere un po' di vantaggio; questa la composizione: ancora Kämna, Natnael Tesfatsion (Drone Hopper - Androni Giocattoli), José Joaquín Rojas (Movistar Team), Unai Iribar (Euskaltel - Euskadi), Davide Bais (EOLO-Kometa), James Piccoli (Israel - Premier Tech), Thibaut Pinot (Groupama - FDJ), David de la Cruz (Astana Qazaqstan Team), Sean Quinn (EF Education-EasyPost) e Chris Hamilton (Team DSM). Tuttavia anche questi vengono velocemente ripresi dal gruppo una volta finita la salita.

Il ritmo resta ballerino, provocando spaccature nel gruppo durante la discesa tecnica verso Bressanone; approfittano del momento di caos 11 corridori, in gran parte gli stessi del tentativo precedenti, che tirano dritto a fine discesa mentre il gruppo si appalla alle loro spalle. Si tratta di Vadim Pronskiy (Astana), Andrey Amador (INEOS Grenadiers), Merhawi Kudus (EF), Reuben Thompson (Groupama), Jonathan Lastra (Caja Rural - Seguros RGA), Torstein Træen (Uno-X Pro Cycling Team), Will Barta e Rojas (Movistar), Kämna, Iribar e Tesfatsion. Rientra anche Hamilton - il più vicino in classifica generale, 27° a 4'23" - in cima alla seguente salita di Naz, quando ormai il gruppo accusa un ritardo superiore ai 2'.

Arrivando ai piedi della salita di Terento esce il dato sulla media oraria, superiore ai 45 km\h dopo le prime due ore di corsa, dato significativo per capire quanto sia stato difficile portar via il tentativo giusto. In gruppo la Bahrain di Bilbao gioca al gatto col topo, avvicinandosi a piacimento alla fuga quando necessario: in vetta al GPM il vantaggio sfiora i 4', motivo per cui si forza l'inseguimento arrivando ai piedi del Furcia con soltanto un paio di minuti. A questo punto tutto è predisposto per un po' di bagarre, soprattutto negli ultimi km di salita: il tratto più impegnativo misura circa 3 km e presenta una pendenza media dell'11%, terreno ottimo per testarsi; in particolare ci si attende qualcosa dalla INEOS che può contare su Amador, che sta gestendo la salita rimanendo a bagnomaria tra il gruppo e la testa della corsa in attesa di ordini.

Davanti è Tesfatsion a frantumare la fuga, per poi andare egli stesso in difficoltà, con Pronskiy e Træen che prendo margine e scollinano per primi in vetta. Dal gruppo come da programma è la INEOS ad animare la corsa con un violento di tentativo di Edward Dunbar, prontamente rintuzzato dalla coppia basca formata da Mikel Landa e Pello Bilbao. Restano subito in pochi, ma manca la volontà di insistere, anche perché lo stesso Bilbao appare inattacabile. Solo Pavel Sivakov (INEOS) prova un paio di allunghi non particolarmente convinti, su cui il leader si riporta sempre con grande facilità. E di certo nessuno pensa minimamente ad attaccare nella successiva discesa, visto che Bilbao è uno dei migliori discesisti presenti in gruppo. Ecco che tutto si cristallizza e i fuggitivi hanno definitivamente il via libera per giocarsi il successo di tappa nei restanti 23.5 km di corsa.

Dopo pochissime curve il norvegese Træen finisce fuori strada con una caduta piuttosto infelice, tanto che il ragazzo impiega molto tempo a rialzarsi (finirà la tappa con oltre 8' di ritardo). Pronskiy resta solo ma non per molto, perché la tecnica discesa permette di rientrare prima a Piccoli, poi a (quasi) tutti gli altri: si riforma così un gruppetto di 8 unità composto da Pronskiy, Piccoli, Tesfatsion, Amador, Lastra, Barta, Kudus e Kämna. In gruppo provano un tentativo a sopresa sia Thymen Arensman (Team DSM) sia Sivakov, approfittando dello strappo di Valdaora di Sopra, posto subito dopo il termine della discesa, ma Bilbao non concede spazio.

Mentre il gruppo si appalla una volta per tutte, permettendo a molti ritardatari di rientrare, in fuga viene mietuta la prima vittima, ovvero Kudus in preda ai crampi. Dei rimanenti 11 km di falsopiano per arrivare al traguardo, almeno 5 vengono percorsi di comune accordo dai 7 fuggitivi, che ben presto però iniziano a studiarsi e a scattarsi in faccia nel tentativo di ridurre il numero dei componenti. Il più volitivo è senza dubbio Amador, che appare il più brillante dal momento che chiude su tutti i tentativi per poi alimentarli. Tuttavia nessuno riesce a sganciarsi e si assiste ad una manciata di km esilaranti fatti di contropiedi spettacolari: vale la pena di segnalare un astuto James Piccoli, forse il più stanco, che resta quasi perennemente seduto senza mai rispondere agli scatti ma in grado comunque di sfruttare l'effetto "elastico" per provare agli stesso ad allungare in un paio di occasioni.

Come sempre avviene in questi casi, l'unica soluzione è attendere il momento di rilassamento giusto per piantare lo scatto buono e provocare lo stordimento necessario a prendere il giusto vantaggio: Kämna è in agguato e coglie con l'occhio di una volpe il momento buono, scattando violentemente proprio sulla doppia curva posta prima del triangolo rosso e gettandosi all'interno della strada mentre gli altri 6 fuggitivi si guardano. Amador capisce che è il momento di reagire quando ormai è troppo tardi e si deve accontentare della seconda posizione a 3" dal tedesco; a 4" il gruppetto viene regolato da Lastra, davanti a Tesfatsion, Barta, Piccoli e Pronskiy. Il gruppo del leader arriva a 57" regolato da Sean Quinn (EF); chiudono la top 10 Felix Gall (AG2R Citroën Team) e Sivakov.

Invariata la classifica generale, eccetto qualche cambio di posizione dovuto alla somma dei piazzamenti: Bilbao è leader con 6" su Romain Bardet (Team DSM), 12" su Attila Valter (Groupama) e 16" su Gall, Sivakov, Einer Augusto Rubio (Movistar), Dunbar, Arensman, Esteban Chaves (EF) e Richie Porte (INEOS).
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Francesco Dani
Volevo fare lo scalatore ma non mi è riuscito; adesso oscillo tra il volante di un'ammiraglia, la redazione di questa testata, e le aule del Dipartimento di Beni Culturali a Siena, tenendo nel cuore sogni di anarchia.