Raccagni Noviero, lettera aperta a Muriel Furrer: "Scusa, la tua morte è anche colpa mia"
Il ciclista italiano della Soudal Quick-Step Devo Team ha scritto un messaggio da brividi alla 18enne svizzera scomparsa durante i Mondiali di Zurigo
Gli ultimi giorni, ciclisticamente parlando, sono stati funestati dalla morte di Muriel Furrer, classe 2006 svizzera scomparsa dopo una terribile caduta nel corso della gara in linea dei Mondiali di Zurigo 2024. Tante le notizie uscite sulle indagini, ma pochi messaggi di sostegno alla famiglia e soprattutto di presa di coscienza del grandissimo problema della sicurezza. Nella giornata odierna, a questo proposito, Andrea Raccagni Noviero (Soudal Quick-Step Devo Team) le ha dedicato un lungo messaggio. Ecco, dunque, le sue parole.
Raccagni Noviero: “La morte di Muriel Furrer è anche colpa nostra”
“Volevo fare un bel post con alcune foto della mia esperienza al campionato mondiale, ma fin da subito ho pensato che non fosse giusto. Ormai è passata una settimana e (tranne alcuni articoli) nessuno ne parla più. Ora c'è solo una cosa sicura, una ciclista come me è stata abbandonata a morire da sola per più di un'ora, sotto la pioggia e al freddo, durante la gara più importante dell'anno. Forse questo post non sarà utile come vorrei che fosse, ma almeno mi darà la possibilità di chiedere scusa a Muriel e alla sua famiglia. Perché come ho detto, questa è anche colpa mia e colpa di tutti gli altri corridori che non hanno mai parlato davanti a chiari problemi di sicurezza”.
Raccagni Noviero: “Abbiamo zero rispetto delle nostre vite”
“È anche colpa nostra. Se siamo a questo punto ora è perché non stiamo neanche cercando di cambiare le cose. Tutti sanno cosa è successo a Zurigo pochi giorni fa, non posso dire molto di più perché la situazione è sotto inchiesta e non ho preso parte a quella specifica gara, ma posso parlare di quello che ho vissuto io. Ogni atleta che ha corso la prova a cronometro come ho fatto io, ha rischiato la propria vita in una discesa, che aveva ZERO senso essere lì, e tutti lo sapevano".
"Qualcuno l'ha detto a qualche giornale, ma chiaramente non è abbastanza. Stiamo facendo uno sport che è già molto pericoloso e nel momento esatto in cui decidi di partecipare ad una gara, sai quali rischi correrai, ma questo, questo è qualcosa di più. Significa solo che le persone che prendono decisioni non si preoccupano affatto della nostra sicurezza e NOI abbiamo zero rispetto delle nostre vite”.
Raccagni Noviero: “Dobbiamo fare qualcosa per cambiare tutto questo”
“Lo stiamo solo accettando, ma è questo che vogliamo? Di sicuro non la famiglia di Muriel, alla quale invio le mie più sentite condoglianze, e allo stesso tempo mi scuso, perché ho avuto l'opportunità di parlare e non l'ho fatto prima. E voglio scusarmi anche con te Muriel, perché come ogni altra persona di 18 anni, meritavi di vivere la tua vita pienamente e di non perderla in questo modo, e mi sento in colpa per questo. Vorrei che ogni atleta che ha vissuto situazioni troppo pericolose e che non l'ha mai detto ad alta voce, si unisse a me nel scusarsi con loro".
"Dobbiamo fare qualcosa per cambiare tutto questo, e dipende solo da noi, perché abbiamo visto nell'ultimo periodo che qualcosa non funziona correttamente. Quindi il mio desiderio è che il maggior numero possibile di ragazzi (o tutti coloro che sono nel mondo del ciclismo) ripubblichino questo, in modo da poter cercare di essere il più rumorosi possibile per rendere lo sport che amiamo un po' più sicuro. Alcune idee arriveranno, ma dobbiamo iniziare da qualche parte”.