Balla Balla Ballerini
Memorial Pantani battagliato, in evidenza Quintana, Nibali e Dunbar, ma la vittoria è di Davide Ballerini
C’è da dire che l’Androni Giocattoli, dopo aver toccato il fondo fino ad andare vicinissimo alla chiusura tre anni fa, ha saputo costruire una invidiabile formazione per la categoria professional, in ottimo equilibrio tra corridori solidi e d’esperienza e giovani promesse capaci di ritagliarsi poco alla volta il loro spazio nelle squadra. Una di queste è Davide Ballerini, che prima di saltare di livello finendo nel World Tour è riuscito a togliersi la soddisfazione di vincere una delle classiche più cariche di significati simbolici, il Memorial Pantani, conquistando in maniera intelligenza ed inaspettata la prima vittoria importante della sua carriera. Sono anche punti importanti, che portano l'Androni molto vicino alla vittoria della Ciclismo Cup e alla conseguente wild-card per il Giro d'Italia 2019.
Come premondiale, il memorial Pantani ha mostrato segnali confortanti da diversi atleti, su tutti Vincenzo Nibali: lo squalo di Messina in verità non è sembrato irresistibile né in salita né nell’attacco in cui si è prodigato nel finale di gara, ma se non altro ha risposto ‘presente’ a differenza di un Fabio Aru ormai vicinissimo al passo indietro per Innsbruck. Anche Nairo Quintana è stato presente nell’azione di giornata, muovendosi in salita e dimostrando di avere almeno parzialmente recuperato dalle scorie della Vuelta. Tra i giovani, salgono prepotentemente le quotazioni di Eddie Dunbar, in grande spolvero già in Toscana durante la settimana; l’irlandese si candida come principale rivale di Ivan Sosa per la prova under 23.
Battistella nella fuga del mattino
Partenza da Castrocaro Terme, con avvicinamento in saliscendi al circuito di Montevecchio con salita da ripetere 3 volte e poi altro circuito, stavolta pianeggiante, a Cesenatico, per un totale di 199 km. Dopo 10 si forma la fuga di giornata, promossa da Samuele Battistella in corsa con la magila della nazionale che difenderà da under23 anche a Innsbruck. Con lui, il russo Alexander Evtushenko (Lokosphinx), Davide Gabburo (Amore & Vita), Daniel Turek (Israel Cycling Academy) ed Alessandro Tonelli (Bardiani CSF). Fallisce invece l’aggancio il belga Thomas Deruette (WB Aqua Protect Veranclassic), il quale si rialza dopo 50 km a bagnomaria, mentre il quintetto di testa raggiunge un margine massimo di 6’16” dopo 36 km.
Corsa dura da parte dei Bahrain – Merida
È la squadra di Vincenzo NIbali a cercare di rendere la corsa più difficile possibile, per portare via un grupettino. Dopo aver avvicinato sensibilmente i fuggitivi sul primo passaggio a Montevecchio, è Matej Mohoric a forzare l’andatura nel secondo passaggio, portando via un gruppetto di bei nomi: il compagno di squadra Domenico Pozzovivo, una presenza scomoda come Nairo Quintana (Movistar Team), il notevole Edward Dunbar (Team Sky), e poi ancora Dario Cataldo (Italia), Marco Tizza e Mauro Santaromita (Nippo Vini Fantini), Scott Davies (Dimension Data), Davide Ballerini e Francesco Gavazzi (Androni Giocattoli) e Marco Minaard (Wanty Groupe Gobert). I quali si riportano sui fuggitivi. Una fuga che però non accontenta il gruppo, il quale torna sotto giusto in tempo per l’ultima scalata a Montevecchio a 65 km dal traguardo.
Quintana e Dunbar i più forti in salita
Molti dei protagonisti della prima azione non desistono e tornano a fare l’andatura nel corso della terza scalata, cercando di portare un nuovo drappello.Dunbar è ancora il più scattante, ma anche Nairo Quintana si protrae in una notevole accelerazione che però non impedisce a Vincenzo Nibali, seppure a fatica, di portarsi sulla testa della corsa seguendo lo sforzo di David Gaudu e di altri corridori. Ben Hermans (Israel Cycling Academy) e Dunbar scollinano per primi, ma alle loro spalle i più vicini alla testa della corsa si ricompattano, andando a formare a fine discesa un importante azioni di 19 corridori. Questi gli effettivi: Nibali, Pellizotti, Pozzovivo (Bahrain Merida), Nairo Quintana (Movistar), Gaudu (Groupama Fdj), Cataldo, Brambilla (Nazionale Italia), Hermans (Israel Cycling Academy), Dunbar (Team Sky), Pauwels (Team Dimension Data), Ballerini, Cattaneo, Gavazzi, Masnada, (Androni Sidermec), Barguil (Team Fortuneo Samsic), Santaromita, Tizza (Nippo Vini Fantini), G. Martin, Meurisse (Wanty Groupe Gobert); un gruppo che diventa di 18 atleti quando Dario Cataldo abbandona l’azione sull’ultima salita di Longiano, a neanche 40 km dal traguardo.
Il finale: tenta Nibali, ma l’Androni domina
Di fronte ad un tentativo così bene assortito, la risposta del gruppo è irrisoria: Wilier Triestina, Bardiani e Gazprom tirano senza convinzione, ed il vantaggio si dilata. Davanti si ripete in modalità diverse la situazione dell’annata precedente, con l’Androni Giocattoli che, forte della superiorità numerica e dell’uomo più veloce nel gruppo, controlla la velocità coi suoi 4 effettivi impedendo qualunque attacco. O quasi: Vincenzo Nibali ci prova comunque a 2.2 km dall’arrivo, senza prendere un gran margine ma facendo finire in acido lattico il povero Fausto Masnada: è Mattia Cattaneo a prendersi il compito di ricucire definitivamente. Il treno sembra completare la sua azione in favore di Gavazzi, ma negli ultimi 100 metri a sorpresa Ballerini tira dritto, senza venire ripreso da alcuno. Ottiene un prestigioso secondo posto il giovane francese David Gaudu (Groupama – FDJ), mentre chiude il podio il “favorito” Gavazzi. Poi si piazzano, nell’ordine: Meurisse, Pellizotti, Brambilla, Quintana, Dunbar, Tizza, Barguil che chiude la top ten. Di tutto il gruppetto, arrivano staccati solo Masnada a 24” e Nibali a 40”, mentre il gruppo principale è giunto comandato da Canola con il notevole ritardo di 3’46”. Ultimi, nell’ordine di arrivo, due convocati azzurri: Fabio Aru e Davide Formolo.