Tour de France, 17a tappa: ultimo atto sulle grandi montagne
Con una classifica per certi rivoluzionata, ma sempre più ristretta ad una sfida da due si arriva all'ultima tappa sulle Alpi; non la più adatta per attaccare, ma si può comunque tentare
Domani è il momento dell'ultima tappa alpina, probabilmente la più dura, ma con il grosso difetto di avere la salita più dura per ultima (un po' come tutte le altre che abbiamo già visto dopotutto). Resta una giornata campale che in 165.7 km tra Saint-Gervais Mont Blanc e Courchevel somma quasi 5000 metri di dislivello. In ordine si superano due classiconi come il Col des Saisies (13.4 km al 5.1%, ma irregolari, con molti tratti al 7/8%) e la Cormet de Roselend (19.9 km al 6%, divisi tra i 12 km al 7.2% del Col du Méraillet e il tratto finale di circa 6 km al 6.5%); dopo la successiva discesa (tecnica), si percorrono 13 km di fondovalle a favore per arrivare ai piedi del Col du Tra (salita in tutto di 11.5 km, con il GPM posto a Longefoy dopo 6.6 km al 7.5%, i più duri). Un'altra decina di km in fondovalle (prima a scendere, poi di sensibile ascesa) porta ai piedi di Courchevel, salita che si percorre solo in parte, svoltano a destra in località Le Praz per andare a Méribel e salire il Col de la Loze: in tutto sono 28.1 km al 6%, ma va divisa tra il primo tratto (11 km al 6.6%), quello più semplice (salita pedalabile o discesa) con cui si arriva a Méribel e gli ultimi 11.5 km all'8.4% di media e punte fino al 24%. Dalla vetta al traguardo ci sono soltanto 6.6 km, non tutti di discesa: c'è un primo strappo in doppia cifra di circa 400 metri a 2.5 km dall'arrivo e poi l'impennata finale (max 18%) sulla pista di atterraggio di Courchevel.
Fari puntati su…
Per forza di cose, i fari sono puntati innanzitutto su Tadej Pogačar (UAE Team Emirates), chiamato a rifarsi dopo la sconfitta di oggi, dovuta ad una prestazione impressionante di Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) più che a un suo effettivo calo, visto l'ampio margine con cui ha raccolto la seconda posizione. Viene da chiedersi come lo sloveno possa recuperare tutto questo margine, dopo una serie di tappe in cui i due sono arrivati vicinissimi. Probabilmente l'attacco frontale sull'ultima salita non sarebbe sufficiente, salvo eventuali crolli del danese, quindi potrebbe essere più sensata una mossa a sorpresa (alla Hindley), comunque di difficile realizzazione vista l'ossessività con cui i due si sono marcati ogni giorno senza mai perdersi di vista. C'è da dire anche forse più adatta a certi trabocchetti potrebbe essere la tappa di sabato, con meno fondovalle e salite più esplosive che in questo momento sembrano più vantaggiose per Pogačar.
Ad ogni modo gli ampissimi distacchi che contraddistinguono il resto della top10, portano a pensare che lì potrebbe davvero esserci la possibilità di gettarsi anche nella fuga del mattino: può preoccupare Jai Hindley (BORA-hansgrohe), 5° a 11'15" dalla maglia gialla? Probabilmente soltanto Carlos Rodríguez (INEOS Grenadiers). Teoricamente dovrebbe guardarsi dall'australiana anche Adam Yates (UAE Team Emirates), che con la cronometro di oggi si è preso il podio provvisorio, ma difficilmente la squadra emiratina spenderà gli elementi per difendere il podio, facendo il gioco della Jumbo-Visma. Piuttosto proviamo nuovamente a lanciare l'ipotesi, per ora sempre disattesa, di Adam Yates in fuga proprio per scombinare le carte del gioco, facendo leva sulla superiorità numerica. Su questo campo la UAE Team Emirates è decisamente in vantaggio rispetto alla Jumbo perché Sep Kuss si trova ad oltre 4' dal britannico, dunque la mossa pazza di gettare l'americano dietro Yates bloccando la corsa non funzionerebbe: significherebbe lasciare il Tour a Yates stesso.
In tutta questa confusione è lecito aspettarsi l'inserimento in fuga di tutto il resto del gruppo, già a partire dal 7° della generale Pello Bilbao (Bahrain - Victorious), seguendo in ordine con Simon Yates (Team Jayco AlUla), David Gaudu (Groupama - FDJ), Felix Gall ( AG2R Citroën Team); per non parlare di chi al momento è fuori dalla top10 e potrebbe provare a rientrarci, come Guillaume Martin (Cofidis), Thomas Pidcock (INEOS Grenadiers) seguiti da altri forse ormai troppo attardati che si limiteranno a puntare il successo di tappa, Thibaut Pinot (Groupama - FDJ) e Mikel Landa (Bahrain - Victorious) in primis. Altri nomi che probabilmente vedremo all'attacco potrebbero essere Julian Alaphilippe (Soudal - Quick Step), Michael Woods e Krists Neilands (Israel - Premier Tech), ma anche Wout Poels (Bahrain - Victorious) a caccia del bis.
Infine grande attenzione, soprattutto per il tifo di casa, per vedere se Giulio Ciccone (Lidl-Trek) riuscirà ad accumulare punti sui primi GPM e difendere la maglia dall'eventuale assalto involontario di Pogačar e Vingegaard.
Tour de France 2023, gli orari della quindicesima tappa
La partenza ufficiale è prevista alle 12:30 e la tappa dovrebbe terminare tra le 17:00 e le 17:45. Sarà trasmessa in tv sia in chiaro su Rai 2 (dalle 14:00 alle 18:00), sia su Eurosport, Discovery+ e GCN+ (dalle 12:00 alle 18:00).