Ungheria: neutralizzata l'ultima tappa, generale a Hirschi
Causa temporali sulla capitale magiara è stata amputata la frazione conclusiva della corsa. A Budapest non ci saranno sprint intermedi né un vincitore di tappa e la classifica generale rimarrà intatta
Dopo due volate nei primi due giorni e un paio di giornate decisive per la classifica generale, oggi il menù del Giro di Ungheria 2023 tornava a prevedere uno sprint a ranghi compatti in quel di Budapest, la splendida capitale che sorge sulle rive del Danubio. Sedici i giri del circuito cittadino, naturalmente l'insidia principale era rappresentata dalla planimetria, articolata e nervosa com'è normale che sia in questo tipo di frazioni. Era sì, perché questa mattina, dopo averne discusso con le squadre, la giuria del Tour de Hongrie ha deciso di neutralizzare l'ultima frazione; le condizioni meteo avverse non avrebbero permesso uno svolgimento sicuro della corsa e il rischio cadute sarebbe stato notevolmente elevato a causa della scivolosità dell'asfalto.
La tappa non è però stata del tutto annullata: i corridori affronteranno infatti otto giri del circuito, per un totale di 75 km, con lo scopo di onorare la propria presenza di fronte ai tifosi accorsi per assistere alla competizione. Non ci saranno inoltre gli sprint intermedi e non saranno quindi nemmeno assegnati punti per la speciale classifica. Tappa neutralizzata infatti e nessun vincitore parziale. La classifica generale finale è già ufficiale: vittoria, la prima in carriera per ciò che concerne le gare a tappe, per lo svizzero Marc Hirschi (UAE Team Emirates), secondo posto a 10" per Ben Tulett (INEOS Grenadiers) e terzo a 13" per Yannis Voisard (Tudor Pro Cycling Team), vincitore della quarta frazione (la prima se l'è aggiudicata Dylan Groenewegen, la seconda Fabio Jakobsen e la terza lo stesso Hirschi).
In top ten nella generale si sono piazzati anche Max Poole (Team DSM), quarto a 16" e promettentissimo giovane virgulto della Gran Bretagna, Sylvain Moniquet (Lotto Dstny) quinto a 18", Oscar Onley (DSM), sesto a 22", pari tempo con Matteo Fabbro (BORA-hansgrohe) ed Egan Bernal (INEOS), il quale sta pian piano ritornando ad un livello accettabile per il suo incommensurabile talento, minacciato pesantemente dai continui infortuni e dalle numerose cadute che l'hanno visto coinvolto, in corsa e fuori, nell'ultimo quinquennio. Ancora Italia tra i primi dieci: Davide Piganzoli (EOLO-Kometa Cycling Team) è nono a 45", mentre Abel Balderstone (Caja Rural-Seguros RGA), spagnolo, chiude la top ten sempre a 45" da Hirschi.