Torna a ruggire la voce del padrone
Jonas Vingegaard vince in solitaria a Bejes, recupera oltre un minuto sul suo compagno Sepp Kuss e rilancia in grande stile la propria candidatura a vestirsi di rosso domani, dopo l'Angliru
Jonas Vingegaard es un sentimiento nuevo. Quello che al Tour 2021 era passato un po' per caso, che al Tour 2022 aveva beneficiato della magistrale tattica Jumbo-Visma (e della foga competitiva di Tadej Pogacar) e che al Tour 2023 si era rivelato infine per quello che era, ovvero un'imbattibile macchina da gare a tappe, a questa Vuelta a España sta conquistando nuove platee e nuovi tifosi. Uno Jonas in sol minore, non vicino a quello dominante visto in Francia due mesi fa, ma ugualmente superiore a tutti, perlomeno quando la strada sale.
Uno Jonas che ha pagato dazio a cronometro, che poi ha rivelato di avere avuto qualche problema fisico nella prima parte di Vuelta, che comunque prima di oggi aveva già portato a casa un successo sul Tourmalet (nientemeno) e stava gestendo ottimamente un terzo posto in classifica. E che oggi ha esploso watt e determinazione sulla breve ancorché dura (e inedita per la corsa) rampa di Bejes, senza aspettare che fosse l'Angliru domani a mettere per bene tutte le carte in tavola. Ovvero: chi è il vero capitano Jumbo-Visma? Il mai prima graduato Sepp Kuss? Il veterano di successi spagnoli Primoz Roglic? O - niente niente - il mite danese venuto in terra iberica per fare doppietta con la Grande Boucle e alzare ancora un po' (un bel po') l'asticella sulla scena delle principali sfide a tappe?
Al mite danese di cui sopra sono bastati oggi 4 chilometri di attacco per rifilare più di un minuto al compagno in maglia rossa, balzando al secondo posto a un battito d'ala dal leader venuto dal Colorado. Il quale leader, per inciso, proprio domani festeggerà i suoi 29 anni. Se gli eventi seguiranno un corso preventivabile, il buon Sepp potrà sicuramente tagliare la torta domani sera, ma il party rosso sarà organizzato da qualcun altro.
Era nell'ordine delle cose che Vingegaard aspettasse l'Angliru per sparare tutti i suoi colpi, ma oggi gli si è parata davanti una motivazione speciale: l'incidente stradale occorso stamattina al suo compagno Nathan van Hooydonck, un ragazzo che lo stesso Jonas definisce “il mio migliore amico”. C'era una dedica speciale da fare all'arrivo di Bejes, e il 26enne di Hillerslev non ha voluto mancare l'occasione. Dando con questa un altro scossone alla Vuelta, sempre più giallonerocentrica e sempre più vingegaardiana. Diventerà un aggettivo, il nostro Jonas? I presupposti ci sono già tutti.
Vuelta a España 2023, la cronaca della sedicesima tappa
Dopo un meritato secondo giorno di riposo la Vuelta a España 2023 è ripartita oggi per il suo rush finale, e l'ha fatto con la frazione numero 16, la Liencres Playa-Bejes di 120.1 km. Tappa breve e iperbattagliata, toccata da qualche scroscio di pioggia cantabrica, priva dal via di Welay Hagos Berhe (Jayco AlUla), covid, e David De la Cruz (Astana Qazaqstan), gastroenterite; quest'ultimo ha lasciato un undicesimo posto in classifica.
La fuga del giorno tutto è sembrato meno che una fuga del giorno: iniziata da Andreas Kron (Lotto Dstny) e Samuele Battistella (Astana) e animata anche da Louis Vervaeke (Soudal Quick-Step), Romain Grégoire (Groupama-FDJ), Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck), Andrea Piccolo (EF Education-EasyPost), Paul Lapeira (AG2R Citroën), Matteo Sobrero (Jayco), Romain Bardet e Max Poole (DSM-Firmenich), non ha mai avuto più di 50" ed è stata annullata dopo 41 km, dopo che la INEOS Grenadiers aveva fatto di tutto per inserire uno dei suoi nell'azione.
Tutto da rifare a meno di 80 km dalla fine, tra i variegati tentativi abbiamo visto attivi ancora gli INEOS, anche Egan Bernal o Filippo Ganna, ma poi il nuovo tentativo è partito ancora con Romain Bardet, che ai -68 si è mosso con Mattia Cattaneo (Soudal); ma molto presto il francese ha capito che stava più o meno perdendo il proprio tempo prezioso e ha lasciato fare; viceversa, Cattaneo non ha voluto darsi per vinto e ha insistito, rinfrancandosi con l'arrivo di Lorenzo Germani (Groupama) e poi anche di Otto Vergaerde (Lidl-Trek) e ancora Groves e Poole; poi Germani e Vergaerde hanno perso contatto e in compenso sono rientrati Julius van den Berg (EF), Nicolas Prodhomme (AG2R) e Joel Nicolau (Caja Rural-Seguros RGA).
Il problema per i 6 era che dietro c'era la Jumbo-Visma che tirava, ciao sogni in pratica; ad ogni buon conto Cattaneo e gli altri hanno allungato fino a oltre 1'20" di margine, toccato ai -30; poco dopo Groves ha centrato il proprio obiettivo di giornata, ovvero vincere il traguardo volante di Unquera ai - 27 (e così fanno 228 punti per lui nella classifica apposita, quasi 100 di vantaggio sugli inseguitori: chi lo potrà mai raggiungere?). Il velocista australiano si è rialzato dopo lo sprint intermedio, Cattaneo l'ha fatto poco dopo, gli altri hanno proseguito fino ai -10. Nel frattempo, ai -16, Luis León Sánchez (Astana), che ieri ha annunciato il proprio ritiro a fine Vuelta, è caduto tanto banalmente quanto malamente a fondo gruppo ed è rimasto per un bel po' per terra, come se si fosse rotto una clavicola, salvo poi stringere i denti e ripartire.
La Jumbo ha preso forte - con Attila Valter - la salita finale, 5 km con rampe molto dure. I gialloneri hanno fatto a piacimento, ai -4 è partito come una scheggia Jonas Vingegaard. A provare a reagire è stato Finn Fisher-Black (UAE Emirates), e in seconda battuta s'è mosso Mikel Landa (Bahrain-Victorious), ma nessuno è riuscito a riavvicinare il danese (sebbene il neozelandese l'abbia tenuto a vista per diverso tempo).
Dopo qualche schermaglia nel gruppetto - si sono visti tra gli altri Hugh Carthy (EF), poi Rémy Rochas (Cofidis) e poi Bauke Mollema (Lidl) provarci - a un chilometro e mezzo dalla fine si è mosso João Almeida (UAE), ma la sua progressione non ha prodotto grossi risultati; e allora in vista dell'ultimo chilometro è partito Primoz Roglic (Jumbo), con la maglia rossa Sepp Kuss rimasta in marcatura su Juan Ayuso (UAE) ed Enric Mas (Movistar). La spinta di Mas ha permesso ai due spagnoli di staccare Kuss e riportarsi su Roglic, mentre Vingegaard viaggiava tranquillo verso il secondo successo di tappa.
Il bicampione del Tour de France ha chiuso con sofferenza ma lasciando la netta impressione che la classifica della corsa non sia per nulla ancora scritta. A 43" è arrivato Fisher-Black, a 49" Wout Poels (Bahrain), uscito nel finale con Michael Storer (Groupama), il quale è transitato a 55"; a 1'01" in fila Ayuso, Mas, Aleksandr Vlasov (Bora-Hansgrohe) e Roglic; a 1'05" Landa e Kuss hanno chiuso la top ten, appena prima di Almeida, Cian Uijtdebroeks (Bora), Santiago Buitrago (Bahrain) e Marc Soler (UAE), che continua a scivolare sempre più lontano nella generale. Rimarchevole il quindicesimo posto di tappa di Antonio Tiberi (Bahrain), col compagno Damiano Caruso in scia a 1'26", a conferma di un fondo che al laziale non fa difetto: viceversa, la terza settimana di gara non lo vedrebbe così su. Quanto a Remco Evenepoel (Soudal), non si è per nulla dannato l'anima, staccandosi appena la strada s'è messa all'insù, e arrivando con estrema calma con 14'16" di ritardo, terz'ultimo; ultimo è stato Sánchez, a 19'01".
La classifica vede ancora Sepp Kuss in rosso, ma alle sue spalle incombe la gigantografia di Jonas Vingegaard, ora a 29" dopo aver scavalcato Roglic, che è terzo a 1'33"; poi gli altri: 2'33" per Ayuso, 3'02" per Mas, 3'28" per Soler, 4'12" per Landa, 4'58" per Vlasov, 5'38" per Uijtdebroeks, 8'43" per Almeida decimo. Domani l'x-file Vuelta a España 2023 potrebbe giungere a definizione data la portata della salita su cui si concluderà la 17esima tappa: partenza a Ribadesella, arrivo sull'Alto de l'Angliru, solo 124.4 km da percorrere e in più Alto de la Colladiella e Alto del Cordal da scalare prima dell'ascesa finale, ma nessuno farà passi su tali salitelle considerando che le pendenze degli ultimi 6.5 km saranno costantemente tra l'11 e il 15%, a tratti anche verso il 20. Lì si farà la corsa, lì si scioglieranno la gran parte degli enigmi.