La carica della 101
Volta a Catalunya, dopo il misfatto di ieri Alejandro Valverde vince la terza tappa e guadagna su Contador e Froome. van Garderen nuovo leader
Se i pesanti distacchi che la cronometro a squadre di ieri ha prodotto in classifica generale potevano far pensare ad una condotta di gara più battaglia in salita da parte di chi doveva recuperare, nella prima tappa di montagna della Volta a Catalunya così non è stato: sull'arrivo in quota a La Molina venti corridori hanno tagliato il traguardo racchiusi nello spazio di appena 15" e tra i grandi nomi le differente si sono limitate agli abbuono ed a qualche piccolo buco. La vittoria di tappa è andata ad un vero e proprio specialista di queste situazioni, il murciano Alejandro Valverde, che anche a quasi 37 anni in finali come quello di oggi è praticamente imbattibile: vittoria numero 101 in carriera per corridore della Movistar, una vittoria dal sapore di riscatto dopo le grandissime polemiche relative alla tappa di ieri.
E sì perché ieri sera ci eravamo lasciati con la Movistar vincitrice di tappa, lo stesso Valverde in maglia di leader e penalità varie in classifica a Rojas, Amador e Oliveira: l'intervento della giuria ha creato ancora più confusione, da un lato perché gli episodi incriminati si fa enorme fatica a catalogarli sotto la voce "spinte", dall'altro perché il regolamento non prevede questo genere di sanzione bensì una penalizzazione di un minuto da infliggere a tutta la squadra. Questa mattina il collegio di giuria si è riunito di nuovo ed è cambiato tutto: vittoria alla BMC, maglia di leader a Ben Hermans, Movistar furiosa e retrocessa in terza posizione; difficilmente le due squadre si faranno favori nel prosieguo della corsa.
La fuga parte dopo quasi 60 km
Questa terza tappa tra Mataró e La Molina di 188.3 chilometri ha preso il via senza sei corridori, compreso il nostro Manuele Mori, che hanno terminato in anticipo la loro Volta a Catalunya. Subito in partenza i corridori hanno trovato l'Alt de Parpers di terza categoria che però non si è trasformato in un trampolino per lanciare la fuga di giornata: nella prima ora il gruppo ha percorso 42 chilometri e, nonostante diversi allunghi, nessuno è riuscito a fare la differenza. Attorno al chilometro 35 il plotone s'era addirittura spezzato con una ventina di uomini che avevano preso circa 15" di vantaggio, ma la situazione di gruppo compatto si è ristabilita molto rapidamente.
L'azione buona è partita solamente al chilometri 57 con la Quick-Step Floors che ha mandato in avanscoperta Pieter Serry e Gianluca Brambilla: assieme ai due compagni di squadra c'erano anche Natnael Berhane (Team Dimension Data), Pascal Ackermann (Bora-Hansgrohe) e Diego Rubio (Caja Rural-Seguros RGA), ma il quintetto non è riuscito a guadagnare più di 25". Solo quando l'italiano Gianluca Brambilla si è sfilato lasciandosi riprendere dal gruppo, il vantaggio della fuga è finalmente potuto decollare: al chilometro 108, praticamente ai piedi dell'Alt de Toses di prima categoria, i quattro battistrada hanno toccato un massimo di 7'05" sugli inseguitori.
Berhane, Rubio e Serry non hanno speranze
Gli ultimi 80 chilometri di questa terza tappa della Volta a Catalunya proponevano tre salite di prima categoria: il già citato Alt de Toses era infatti seguito da due passaggi sull'ascesa verso La Molina. In vista del gran premio della montagna dell'Alt de Toses in fuggitivi sono rimasti in tre perché il tedesco Pascal Ackermann si è staccato: il lavoro della BMC prima e della Trek-Segafredo poi, però, non ha contribuito a ridurre in maniera significativa il vantaggio di Berhane, Rubio e Serry, sempre attorno ai sei minuti o poco meno.
Al termine della lunga discesa è cambiato il colore delle maglie in testa al plotone: dal rossonero si è passati al neroazzurro del Team Sky che ha fatto entrare in azione il suo temibile treno, con il bielorusso Vasili Kiryienka in versione locomotiva. Il ritmo inesorabile della squadra di Chris Froome ha fatto sì che Pieter Serry, Natnael Berhane e Diego Rubio arrivassero al gran premio della montagna con appena 1'35" di vantaggio, ma la distanza dal traguardo era ancora di 30 chilometri: nonostante la buona andatura, in gruppo non c'è stata grande selezione e l'unico corridore di rilievo a perdere contatto è stato il leader della corsa Ben Hermans (BMC).
Natnael Berhane è l'ultimo ad arrendersi
Ai piedi della salita finale, a 14 chilometri dal traguardo, i tre attaccanti avevano solo più 1'10" ed il loro destino era ormai segnalo: dal gruppo è subito scattato Pieter Weening, un tentativo durato assai poco, mentre davanti ai meno 12 è scattato Berhane che è rimasto da solo in testa alla corsa fino a 7500 dall'arrivo, quando la Trek-Segafredo ha tentato una bella accelerazione. Il forcing di Jarlinson Pantano con Alberto Contador a ruota lasciava presagire ad un'azione del "Pistolero", ma le pendenze abbastanza agevoli della salita verso La Molina hanno bloccato anche un grande attaccante come lui.
L'unico a provare qualcosa è stato lo spagnolo Carlos Verona, uscito dal gruppo con grande decisione sul finire del primo tratto di salita, ma Peter Kennaugh ha riportato tutti sotto: un po' prima dei meno tre chilometri i corridori hanno trovato un tratto in discesa e quindi tutto è stato rimandato ancora, ma neanche il tempo di riordinare le idee ed il gruppo si è trovato a transitare sotto al triangolo rosso dell'ultimo chilometri forse di una ventina abbondante di corridori.
Il solito Valverde batte tutti in volata
Al fianco di Alejandro Valverde era rimasto solo il giovane connazionale Marc Soler che, tuttavia, ha svolto egregiamente il proprio lavoro: il vincitore del Tour de l'Avenir 2015 ha tenuto alta l'andatura per impedire che a qualcuno venisse voglia di giocare d'anticipo. Tutto si è quindi risolto nelle ultime centinaia di metri: Valverde è rimasto sempre attentissimo nelle prime posizione, ha seguito con apparente facilità l'allungo di Daniel Martin e poi altrettanto agevolmente lo ha superato negli ultimi metri andando a conquistare la vittoria di tappa.
Martin ha chiuso con lo stesso tempo del murciano della Movistar, dietro di lui invece si è formato il primo buco: Adam Yates, Romain Bardet, Ilnur Zakarin, Geraint Thomas, Alberto Contador e Tejay van Garderen sono stati classificati nell'ordine con un distacco di 3", poco più staccati sono arrivati invece Michael Woods, Davide Formolo, George Bennett e soprattutto Chris Froome, tutti a 8" dal vincitore. Nella sua prima gara europea della stagione Froome non è apparso brillantissimo e ha sofferto un po' il cambio di ritmo nelle ultime centinaia di metri: in ogni caso nulla di preoccupante, anche l'anno scorso non impressionò in Catalogna.
La classifica: van Garderen leader
Con Ben Hermans staccato sulla penultima salita, Samuel Sánchez attardato a 4 chilometri dall'arrivo e Rohan Dennis ritirato per problemi di salute, alla BMC è rimasto solo Tejay van Garderen che quindi ha conquistato la maglia di leader di questa Volta a Catalunya con 41" di vantaggio sul compagno di squadra Sánchez: Geraint Thomas non ha recuperato nulla in termini di tempo e ora è terzo ma sempre a 44", si avvicina invece Alejandro Valverde che tra buco e abbuono si è portato a 45" dalla testa della classifica, superando Chris Froome che è a 49". Per trovare il primo italiano dobbiamo scendere in 28esima posizione dove si trova Davide Formolo, in recupero oggi ma sempre molto attardato (3'33") per via della controprestazione della Cannondale nella cronosquadre.