L'urlo infinito di Demi Vollering
La neerlandese conquista la Liegi-Bastogne-Liegi battendo in uno sprint a due una tenacissima Elisa Longo Borghini e completa così il trittico delle Ardenne. Podio per Marlen Reusser, top ten per Gaia Realini e Soraya Paladin
Era la più attesa, tutti i riflettori puntati addosso, tutte le attenzioni su di lei, tutti i pronostici sul suo nome. Ma vincere non è lo stesso facile anche quando sei la favorita d'obbligo. E invece Demi Vollering ha fatto tutto quello che andava fatto per conquistare la Liegi-Bastogne-Liegi dopo averla già fatta sua nel 2021, e per completare il trittico delle Ardenne come già Anna van der Breggen nel 2017. Un punto esclamativo clamoroso su una stagione delle classiche che l'ha consacrata nuova numero uno del ciclismo femminile, perlomeno quello in linea (ma aspettiamo le gare a tappe per fare un punto sull'impetuosa crescita della 26enne di Pijnacker): prima alla Strade Bianche, prima alla Dwars door Vlaanderen, seconda al Fiandre, seconda al Brabante, prima all'Amstel, prima alla Freccia, prima alla Liegi: cinque vittorie su otto classiche disputate (all'esordio stagionale non era andata oltre il 17esimo posto alla Omloop Het Nieuwsblad).
Se consideriamo che Omloop e Ronde - come anche Nokere - sono state conquistate da Lotte Kopecky (oggi assente), e che a questi risultati vanno aggiunti i successi di Marlen Reusser alla Gand e di Lorena Wiebes a Hageland, Drenthe e Scheldeprijs, emerge un dominio di squadra incessante - a tratti asfissiante - fatto di vittorie e anche diverse doppiette. Le corse in cui la legge SD Worx è stata incrinata si contano sulle dita di una mano: Binda con Shirin van Anrooij, De Panne con Pfeiffer Georgi, Roubaix con Alison Jackson, Brabante con Silvia Persico.
Nella giornata della suprema consacrazione di Vollering, Elisa Longo Borghini è riuscita a ritagliarsi un ruolo da protagonista con un secondo posto che da un lato la sostanzia come una delle vedette del movimento, dall'altro la lancia in vista della stagione dei grandi giri. Il che, in un anno in cui Annemiek van Vleuten mostra diverse crepe, potrebbe preannunciare risultati molto importanti per lei tra Giro e Tour (sempre che la SD Worx non faccia sfracelli pure lì…). Nelle dieci dell'ordine d'arrivo anche le conferme rappresentate da Gaia Realini, settima, e Soraya Paladin, nona. E l'Italia continua a recitare un ruolo di primo piano nel ciclismo femminile.
142.8 km da Bastogne a Liegi per la Liegi-Bastogne-Liegi 2023, la settima della storia. Il primo attacco di giornata è stato condotto da Séverine Eraud (Cofidis), partita dopo 5 km e andata fino a +2'25" dopo 30 km; la francese è stata poi ripresa sul Mont-le-Soie dopo 51 km dal gruppo tirato dalla Jumbo-Visma e in particolare da Eva van Agt. È stata la terza côte di giornata, lo Stockeu ai -76, a vedere una mossa di primissimo livello, con l'attacco di Marlen Reusser (SD Worx), Amanda Spratt (Trek-Segafredo), Esmée Peperkamp (DSM), Anna Henderson (Jumbo) e Kasia Niewiadoma (Canyon//SRAM Racing), capaci di prendere 1'15" sul plotone tirato da Movistar e FDJ-Suez (con Marta Cavalli pronta a sacrificarsi in prima persona).
Dopo il Col du Rosier, a circa 55 km dalla fine la sfortuna si è abbattuta su Niewiadoma in forma di foratura: la polacca ha dovuto mollare la compagnia delle battistrada, il cui margine sul gruppo andava intanto scemando: ai -45 il margine per le prime ammontava a 25", ma in realtà anche la potenza di fuoco del gruppo, dopo sei delle nove côte del tracciato, era piuttosto ridotta, così come il numero delle atlete che del plotone faevano parte: non più di una cinquantina di superstiti. Sicché le fuggitive sono riuscite a riprendere quota, risalendo a 45" di vantaggio ai -37.
La terz'ultima côte era la Redoute ai -36, e Marlen Reusser l'ha impostata bella tosta, facendo male prima a Henderson e poi a Peperkamp. Ai -35 addirittura pure una scalatrice come Amanda Spratt ha dovuto mollare la presa, e la svizzera (che in quel momento aveva riportato il vantaggio sul gruppo sopra i 50") ha proseguito da sola, continuando peraltro a incrementare in salita. Il gruppo è stato oggetto di forcing, prima di Elise Chabbey (Canyon), poi direttamente di Annemiek van Vleuten (Movistar): la Campionessa del Mondo si è messa a tirare quando il gap aveva superato il minuto e la sua azione ha selezionato un drappello di una quindicina di unità di un certo livello: con AVV la compagna Liane Lippert, Elise Chabbey con la compagna Ricarda Bauernfeind, Demi Vollering (SD Worx) con la compagna Niamh Fisher-Black (SD Worx), la coppia Trek Elisa Longo Borghini-Gaia Realini, Erica Magnaldi (UAE ADQ), Mavi García (Liv Racing TeqFind), Riejanne Markus (Jumbo) che si ritrovava insieme alla raggiunta Henderson e poi ancora Juliette Labous (DSM) e Ashleigh Moolman (AG Insurance-Soudal Quick-Step). Più indietro un secondo drappellone con Niewiadoma (con la compagna Soraya Paladin), Cavalli, Silvia Persico (UAE) tra le altre.
Dopo la Redoute Amanda Spratt - che in salita si era accoppiata a Peperkamp - ha proceduto da sola staccando l'olandese, mentre il secondo drappello rientrava sul primo dando maggiore impulso a un inseguimento che sembrava però sempre meno facile: il vantaggio di Reusser ammontava (ai -27) a quasi 50" su Spratt e 1'40" sul gruppo.
Sullla Côte des Forges, penultima salita ai -24, la Movistar ha ulteriormente rilanciato con Lippert, chiamando la risposta di García, Vollering, Fisher-Black, Chabbey e Longo Borghini; il rinforzo di Mavi ha messo in difficoltà addirittura la stessa Lippert, comunque dopo la côte si è nuovamente coagulato un drappello piuttosto nutrito che è andato a prendere Spratt (ai -21) e che aveva abbastanza forze da rendere credibile l'obiettivo di abbattere quel minuto abbondante che rimaneva a Reusser.
In questa fase la Trek ha lavorato molto, con Shirin van Anrooij oltre che con la stessa Spratt. Addirittura ai -15 il trenino Trek con Spratt, Van Anrooij e Longo Borghini, con Chabbey agganciata, si è avvantaggiato rispetto alle altre. Amanda ha fatto un'ultima trenata suprema prima di staccarsi, quindi è passata Shirin e intanto si è arrivati alla Roche-aux-Faucons, presa dal terzetto con poco più di mezzo minuto di ritardo.
All'inizio della côte Van Anrooij ha finito il proprio lavoro e a quel punto ha forzato Elisa con Chabbey a ruota. Dal gruppo è uscita forte Vollering: sulle prime Markus e Lippert l'hanno tenuta, poi sono saltate e da dietro sono uscite Realini e Van Vleuten, che però non sono riuscite a chiudere su Demi, la quale invece si portava sulle due Elise. A quel punto, a mezzo chilometro dalla vetta, Reusser era nel mirino delle prime inseguitrici.
In cima ai -13 il terzetto si è accodato a Reusser e da dietro sono arrivate contemporaneamente anche Van Vleuten e Realini: sei donne al comando con margine su Markus, Moolman e Lippert. Ma Marlen non ci stava: e in discesa ha allungato, con Longo Borghini bravissima a capire il pericolo e a unirsi all'elvetica, dando ovviamente man forte a un'azione che si faceva a quel punto molto interessante. Van Vleuten ha provato a reagire ma Vollering è stata spietata in marcatura. Ai -11.5 la sola Markus è rientrata sul gruppetto.
Un attimo dopo, su un tratto in salita, Vollering ha fatto un'azione decisiva, chiudendo in un lampo la decina di secondi di ritardo sulla coppia di testa. L'inferiorità numerica di Longo Borghini è durata pochissimo, perché Reusser a questo punto si è trovata definitivamente a corto di risorse e si è staccata, lasciando quindi al comando la coppia definitiva con Vollering e l'italiana. Poco il margine, Van Vleuten tirava dietro ma ne aveva meno rispetto alle due davanti, sicché la decina scarsa di secondi di ritardo è andata a crescere e più che raddoppiarsi.
Ai -2 uno scatto di Markus con Chabbey a ruota si è rivelato piuttosto velleitario, più avanti le due di testa si sono praticamente fermate ma avevano troppo margine per subire sorprese: restava loro solo di giocarsi la Liegi con una volata a due. Longo Borghini è stata costretta a partire in testa, la posizione più scomoda: scattata ai 200 metri, l'ossolana non ha potuto far niente per impedire a Demi di saltarla ai 75 metri e vincere la sua seconda Doyenne e completare così il personale trittico delle Ardenne. Per Elisa un secondo posto dopo il terzo del 2021.
A poco più di 20" il gruppetto delle battute ha visto Reusser conquistare un prezioso posticino sul podio ai danni di Markus e Chabbey; Gaia Realini ha perso metri nella volata del terzo posto ma la sua settima posizione è comunque molto promettente. In top ten anche Soraya Paladin, nona nel secondo gruppo inseguitore.