Geraint Thomas, il paracadute della Sky
Il gallese al Delfinato dà ottimi segnali in vista di un Tour non solo da gregario. A Bilbao l'arrivo in salita a La Rosière
La Sky si avvicina al Tour de France in una situazione particolarmente interessante. Con Chris Froome che si ritrova ospite non gradito dei mai conquistati francesi, e sulle gambe le scorie di un Giro d’Italia corso ai massimi livelli, avere un piano B diventa un’urgenza inequivocabile per Braislford e soci. I candidati sono più di uno: la convocazione di Bernal è stata vista come una manovra in questa direzione, anche se il colombiano potrebbe più verosimilmente accontentarsi di una maglia bianca, c’è chi ha paventato il nome di Moscon come possibile asso nella manica, anche se il trentino sta dimostrando che per lui nelle corse a tappe i tempi non sono ancora maturi, come non lo sono mai stati per Kwiatkowski che tuttora accarezza comunque il sogno. La soluzione più logica e prevedibile sarebbe, anche alla luce di quanto sta avvenendo al Giro del Delfinato, Geraint Thomas: sebbene il gallese nella sua ormai decennale esperienza da stradista non sia mai riuscito a fare classifica in un GT, ha rispetto ai precedenti dalla sua un’ottima esperienza alle spalle, oltre che freddezza e solidità; ultimo ma non ultimo, è sostenuto da un’ottima condizione che, se la fortuna non dovesse abbandonarlo domani, lo porterà ad ottenere il successo più importante della sua carriera assieme alla Parigi-Nizza del 2016, in questo Delfinato che come spesso accade, nel suo formato è un antipasto di quello che potrebbe avvenire al Tour de France di quest’anno, tra cronosquadre che si rivelano decisive e mini-tapponi alpini da correre a tutta sin dal principio.
Fuga di 27 atleti, Cataldo per consolidare la pois
La tappa odierna può essere assimilato come uno dei moderni canoni del ciclismo: da Fontanex a La Rosiére Espace San Bernardo, 110 km con 3 colli (in realtà 4 GPM, con l’ascesa al Cormet de Roselend spezzata in due) almeno di prima categoria. Poco prima che cominci la Montée de Bisanne Warren Barguil (Fortuneo-Samsic), in ombra finora al Delfinato come in un po’ tutta la stagione, fa da iniziatore ad un larghissimo tentativo che vedrà protagonista soprattutto l’Astana, senza velleità di classifica generale ma in compenso decisa a prendersi una tappa e anche altro: rimasta sul gozzo a Dario Cataldo l’impresa a Lans-en-Vercors, l’abruzzese si è concentrato sulla conquista della maglia azzurra a pois, vicina ma da difendere ancora domani.
Questi i componenti dell’azione: Pello Bilbao, Dario Cataldo, Bakthyar Kozhatayev, Hugo Houle (Astana), Valerio Conti (UAE Team Emirates), Axel Domont, Alexis Gougeard (AG2R-La Mondiale), Brent Bookwalter (BMC), Lukas Pöstleberger (Bora-Hansgrohe),Thomas De Gendt (Lotto-Soudal), Jesus Herrada (Cofidis), Hector Carretero (Movistar), Pieter Serry (Quick Step), Rudy Molard (Groupama-FDJ), Ian Boswell, Pavel Kotchekov (Katusha-Alpecin), Robert Power, Carlos Verona (Mitchelton-Scott), Warren Barguil, Romain Hardy, Amaël Moinard (Fortuneo-Samsic), Lawson Craddock (EF), Thomas Degand (Wanty-Groupe Gobert), Neilson Powless (LottoNL-Jumbo), Arnaud Courteille (Vital Concept), Tsgabu Grmay (Trek-Segafredo), Serge Pauwels (Dimension Data). In cima al Bisanne il loro vantaggio massimo sul gruppo, attestatosi sui 3’.
Ag2r aggressiva sul Col du Pré, fuori classifica Moscon e Kwiatkowski
Con una tappa così breve e così dura, sono i casalinghi dell’Ag2r La Mondiale a sobbarcarsi il ruolo di guastatori, cercando di mettere il Team Sky in difficoltà con un ritmo già alto sul secondo colle di giornata, il Col du Pré, 12.6 km al 7,6% di pendenza media. E ci riescono: saltano Gianni Moscon e Michal Kwiatkowski, già ieri non brillantissimi a Valmorel, e con Geraint Thomas riesce a restare solamente un bravo Tao Geoghegan Hart, in lenta ma costante crescita da professionista. Non solo gli Sky vanno in difficoltà col ritmo dei francesi, che riescono a ridurre il gruppo a 15 unità circa; anche Vincenzo Nibali si stacca, pur mantenendosi immediatamente alle spalle del gruppo maglia gialla fino alle fasi finali. E si sfaldano ovviamente anche i fuggitivi, coi soli Cataldo, Bilbao, Grmay, Barguil, Pauwels, Carretero, Power, Molard, Conti e Boswell il grado di sostenere una fuga in questa tappa: ma il loro vantaggio si è già dimezzato.
Latour e Bardet smuovono le acque
La seconda parte di ascesa verso il Cormet de Roselend (che domani verrà affrontato nel suo versante in blocco unico, nella parte iniziale dell’ultima tappa) avviene ad una velocità più blanda. L’Ag2r cambia tattica e 4 km dalla vetta fa partire Roger Latour in caccia dei fuggitivi (che perdono intanto Cataldo e Pauwels), favorendo un ritmo più blando all’interno del gruppo principale ed il rientro di una decina di uomini che avevano perso terreno sul Pré, come Jungels o il gregario di Thomas Johnathan Castroviejo.
L’aggancio di Latour, favorito dal vantaggio ormai ridotto ad 1’10” riesce. Sulla discesa del Cormet Romain Bardet in persona prova a introdurre ulteriore entropia attaccando in discesa ai -30; favorito dalla perfetta conoscenza delle strade di casa il francese guadagna, ma il suo vantaggio non supera i 15” e a fondovalle si ritrova a doversi rialzare per non fare fatica inutile. Un’accelerazione, quella di Bardet, che si rivela funesta anche per il compagno Latour e per la fuga, che si ritrova a dover gestire ai piedi dell’ultima salita a La Rosiére un vantaggio di appena 30”.
Attacchi dal gruppo, Bilbao intanto resta da solo
La situazione resta così cristallizzata nel primo terzo di salita. A 12,5 km dall’arrivo Latour rompe il ghiaccio, con quello che si rivelerà poi un canto del cigno, e ‘spacca’ il gruppo dei fuggitivi, mentre da dietro Marc Soler (Movistar) è il primo a muoversi, sfruttando l’appoggio di Carretero. Nel gruppo maglia gialla fioccano le crisi, con Alaphilippe, Jungels e Damiano Caruso tra le principali vittime del cambio di ritmo, altri più in condizione invece tentano di emulare Soler, come Emanuel Buchmann (Bora – Hansgrohe) ai -10 e anche Daniel Martin ai -8. La situazione si fa molto disordinata, con Ian Boswell e Pello Bilbao che si ritrovano davanti in contropiede, Soler, Latour, Buchmann e Dan Martin al loro inseguimento ed iinfine il gruppo maglia gialla, il tutto in 30”. Ai – 7 Bilbao, recentemente top ten al Giro, imposta un altro ritmo e stacca definitivamente Boswell, restando solo al comando ma alla mercé delle velleità degli uomini di classifica per arrivare.
Thomas non si piega, Bilbao ci crede e va a vincere
Sempre ai -7, uno scatto di Adam Yates che con tutte le crisi avvenute di uomini davanti a lui in classifica “vede” il podio delinea i contorni definitivi delle gerarchie odierne; rispondono subito Thomas e Bardet, riportandosi su Daniel Martin e Buchmann, unici rimasti tra Bilbao e gli altri; anche il tedesco cederà poi ai -5, lasciando in quattro all’inseguimento del basco. Che a vista degli inseguitori e con ormai un margine ridotto a una dozzina di secondi, non desiste e continua ad andare avanti di un buon passo. A favorirlo, oltre che l’onda lunga della buona gamba del Giro, la situazione tattica che si viene a creare, coi vari Bardet, Dan Martin e Yates che si rendono conto dell’impossibilità di mettere in difficoltà il leader, e quest’ultimo totalmente disinteressato a Bilbao e a regalare abbuoni. Andando su regolari permettono a Pello Bilbao di incrementare leggermente il margine, e di mantenere una soglia di sicurezza di 20” che gli permetterà di conquistare il sesto successo da professionista, a 2 mesi di distanza dall’ultimo ottenuto al Tour des Alps. Negli ultimi 500 metri Geraint Thomas si permette addirittura di staccare i rivali e di andarsi a prendere il secondo posto con relativi abbuoni a 21”; Martin giunge terzo a 23” seguito da Bardet, Yates quinto a 26”.
La nuova generale: Thomas sempre più leader, Yates e Bardet sul podio
Distacchi più pesanti all’arrivo per gli altri contendenti. Buchmann arriva sesto ad 1’02”, un invisibile Ilnur Zakarin (Katusha) settimo ad 1’20”, Latour ottavo ad 1’40” precede di poco un gruppetto ad 1’45”, regolato da un orgoglioso Geoghegan Hart, con Valerio Conti decimo, Caruso tredicesimo ed Edward Ravasi sedicesimo. Esce di classifica anche Julian Alaphilippe, in crisi nera sulla salita finale: il capitano della Quick-Step è arrivato al traguardo con 7’34” di ritardo; Nibali 37esimo ad 11’28”.
Rivoluzionata dunque la classifica generale, che vede sparire o perdere sensibilmente terreno tutti coloro che stamattina erano in top five con l’eccezione di Thomas: il gallese guida ora con 1’29” sul connazionale Adam Yates, 2’01” su Romain Bardet, 2’30” su Daniel Martin e 2’39” su Damiano Caruso, il quale ridimensiona i suoi sogni di podio. Salgono invece Buchmann, sesto a 3’10”, Zakarin settimo a 3’29”, Soler ottavo a 3’40”, Latour nono a 3’49” e Pierre Rolland decimo a 4’.
Ultima frazione domani, da Moûtiers a Saint-Gervais Mont Blanc, ancora un arrivo in salita con 136 km di percorrenza e 4 GPM in corso d’opera. Percorso di montagna, ma sensibilmente diverso da quello odierno, con salite meno lunghe e meno regolari; si segnala anche la presenza insolita di un vero e proprio muro, la Côte des Amerands, 2.7 km all’11.2% di pendenza media con scollinamento a 9,5 km dall’arrivo prima della salita finale a Saint-Gervais; un ulteriore fattore che potrebbe minare la solidità di Thomas finora non messa in discussione da alcunchè.