Professionisti

Sagan al Giro, un sogno che diventa realtà

25.10.2019 15:52

Nel 2020 lo slovacco farà il suo debutto nella Corsa Rosa: analizziamo le tappe che potrebbero essergli adatte


Il consueto show personale, per altro maldestramente non sostenuto a dovere sul palco, non ha offuscato quanto comunicato in precedenza tanto da lui quanto dalla stessa squadra: per la prima volta in carriera, Peter Sagan sarà al via del Giro d'Italia 2020. È questa la notizia principale emersa ieri negli studi Rai di Via Mecenate a Milano, quasi più di un percorso che, di fatto, già si conosceva pressoché in toto già da qualche giorno.

Gli aspetti che hanno giocato a favore e gli scogli superati per portalo al via
Non è stato sicuramente semplice riuscire ad assicurarsi le prestazioni del tre volte iridato ma diversi aspetti hanno sicuramente aiutato: innanzitutto la vicinanza fra la grande partenza ungherese e la sua Zilina, per un Peter che per altro ha sempre disertato il Giro della Slovacchia per storie tese con l'organizzazione locale. Ha giocato un ruolo fondamentale anche la durezza dei principali appuntamenti del calendario, con il duro tracciato olimpico di Tokyo e ancor più l'estenuante percorso mondiale di Martigny che gli impediscono di lottare per il risultato e che, quindi, gli consentono di modificare un programma di gare ultimamente troppo fossilizzato. Inoltre, aspetto da non sottovalutare, per quanto al momento non sia stato confermato dalle parti, di certo un gettone di presenza verrà versato nel conto corrente del ventinovenne, così come in quello della sua Bora Hansgrohe.

Di contro vincere la resistenza di alcuni fattori negativi è un merito che va ascritto a RCS Sport: mai come nel 2020 la vicinanza in calendario, con soli 20 giorni di distanza, tra Giro e Tour scoraggia quanti vogliano bissare l'appuntamento, discorso che vale soprattutto per gli uomini di classifica ma, nel loro "piccolo", anche per le altre ruote veloci. C'è poi da considerare che, per la prima volta da tempo immemore, Sagan non sarà al via del Tour of California, corsa fondamentale per il suo storico fornitore di bici (e sponsor personale) Specialized e viatico perfetto per riprendersi dopo le fatiche delle classiche.

Sul palco, così si era espresso ieri il fratellino di Juraj: «È bello essere oggi qui alla presentazione del percorso del Giro d’Italia 2020 e posso annunciare che sarò al via da Budapest. So che tanti miei connazionali verranno a seguire il Giro visto che la Slovacchia è molto vicina all'Ungheria. So anche che avrò tantissimi tifosi sulle strade italiane perché in Italia mi allenavo e ci abitavo fino a qualche anno fa. Il Giro è una corsa molto importante e la prima parte del percorso è quella più adatta alle mie caratteristiche ma vorrei tener duro fino alla fine». Ecco, vederlo concludere la prova a Milano non è affatto scontato, a meno di trovarlo a lottare per la maglia ciclamino, che potrebbe diventare un obiettivo stimolante strada facendo; anche perché di tappe a lui adatte ce ne sono a volontà.

Le tappe: fra volate e strappi il bottino può essere interessante
Se la cronometro di Budapest è terreno per gli specialisti del tic tac, i due giorni seguenti sono perfetti per i velocisti puri, categoria alla quale Sagan non è propriamente ascrivibile; tuttavia non vederlo combattere per il successo a Györ e Nagykanizsa sarebbe una sorpresa. La giornata seguente potrebbe proprio sorridere allo slovacco: l'arrivo di Agrigento giunge al termine di 4 km all'insù con pendenza media al 5% e punte al 10%, risultando così troppo complesso per gli sprinter e invece sulle corde del capitano della Bora Hansgrohe. E chissà che un pensierino ad indossare il simbolo del primato, in caso di buona difesa nella crono e di qualche abbuono raccattato fra Ungheria e la tappa agrigentina, possa saltare fuori.

Tralasciando ovviamente il traguardo etneo, l'ultimo appuntamento siciliano è con la volata di Villafranca Tirrena: la lunga ma regolare ascesa di Portella Mandrazzi è pedalabile, per cui i velocisti che eventualmente si staccassero potrebbero tranquillamente tornare in gruppo negli ultimi 40 km pianeggiante, con l'unica variabile data dall'eventuale vento che soffia sulla costa. Per l'attuale Sagan sembra troppo duro l'arrivo di Camigliatello Silano; il giorno seguente il piattone di Brindisi può fare al caso suo così come il traguardo garganico di Vieste, ma in questo caso, come avvenuto nei passati traguardi in loco, la fuga potrebbe avere buon gioco.

Dopo il primo riposo, la risalita adriatica è perfetta per le caratteristiche dello slovacco: il viaggio tra i muri abruzzesi a Tortoreto Lido appare una classica tappa della Tirreno-Adriatico, abituale terreno di caccia della sua primavera. Più aperta la seguente frazione di Rimini, ma gli strappetti della Romagna potrebbero mettere acido lattico nelle gambe delle ruote veloci. Un grosso punto di domanda è per la tappa di Cesenatico: la Nove Colli è probabilmente troppo tosta, ma darlo fuori dai giochi è improvvido. Ottima invece la giornata di Monselice con gli strappetti dei Colli Euganei che sono tutt'altro che banali per i velocisti ma adattissimi a lui.

Il Giro di Sagan potrebbe chiudersi qui, dato che il più è stato affrontato; se volesse puntare ad un ritiro in vista del Tour, l'ultima occasione potrebbe essere, a mo' di passerella, la cronometro di Valdobbiadene, in una zona a lui familiare dati i trascorsi in zona all'epoca Liquigas. Nel caso rimanesse in gara, Piancavallo è fuori discussione così come San Daniele del Friuli, con i ripetuti strappi del Castello di Susans e soprattutto di Monte Ragogna che sono più esigenti dei muri fiamminghi.

Madonna di Campiglio, Laghi di Cancano e Sestriere sono giornate in cui si decide la maglia rosa, inframezzate dall'eterno piattone di Asti nel terzultimo giorno, con molti sprinter che potrebbero essere già a casa. Non sarà una passerella, infine, la crono conclusiva di Milano, troppo lunga per poter essere eventualmente nei suoi pensieri, in un Giro d'Italia che, comunque, può vederlo protagonista dall'inizio alla fine.
Notizia di esempio
Danimarca, centro di Tim Merlier nell'ultima tappa. Corsa a Niklas Larsen