Dopo l’emozionante Lombardia dedicato al suo DS, Evenepoel pensa come battere Pogačar
L'ultima classica monumento della stagione ha avuto un forte impatto emotivo sul campione olimpico. La piazza d'onore è un punto di partenza per riflettere sulla prossima stagione: ci sarà tanto da lavorare, ma le prospettive sono molto confortanti
Il passato si chiama così perché è andato, non significa niente di particolare. Diceva così Remco Evenepoel, allontanando da sé ogni possibile emozione nella convinzione che il distacco mantenga lucidi. Invece l’emozione sgorga spontanea, irrefrenabile e discreta, nel pomeriggio di sabato 12 ottobre, mentre taglia il traguardo dell’ultima classica monumento della stagione 2024: il Lombardia.
Se lo ricorda il Lombardia, Remco. Il Lombardia del covid: ferragosto 2020. Quando lungo la discesa del Sormano, su un ponticello, scomparve alla vista. La sua bici lì in terra e l’ammiraglia con le portiere spalancate a indicare un possibile dramma. Respiri sospesi e soccorsi immediati. Poi, lunghi mesi di riabilitazione.
Ricordi che gli affollano la mente, nel preciso momento in cui taglia il traguardo, come secondo classificato, di questo Lombardia 2024, dietro un irraggiungibile Pogačar, ma di gran lunga migliore di tutti gli altri.
Appena rifiatato, il campione olimpico urla nel microfono dell’interfono: “Brama, questo è per te. Mi hai salvato la vita quattro anni fa”, al suo direttore sportivo in ammiraglia Davide Bramati. Pochi attimi e si sente rispondere: “Congratulazioni a te, chapeau”. Parole intense e asciutte. Quel cassetto dei ricordi ora si può chiudere: contiene un passato non dimenticato, su cui poggiare un futuro tutto da immaginare.
La corsa di ieri è stato l’epilogo di una stagione da incorniciare per l’uomo di punta della Soudal - Quick Step. Brillante terzo al Tour de France e bicampione olimpico: prova a cronometro e prova in linea; ma anche tra i favoriti al mondiale e ottimo secondo al Lombardia. In tutta la stagione 2024 c'è stata, però, un’evidente realtà: Tadej Pogačar sembra essere a un livello irraggiungibile per chiunque.
Di gran lunga il migliore del resto del gruppo
Ieri l’attacco del campione del mondo c’è stato dove tutti lo aspettavano: il punto più duro della Colma di Sormano. Dopo una corsa tiratissima sin dai primi chilometri e controllata con maestria da una UAE Emirates piena di possibili capitani. Il gruppo ha provato a ribellarsi alla legge del più forte, ma nulla è valso.
Evenepoel, al momento dello scatto non ha reagito: lucidamente ha affrontato la salita col proprio passo.“Pogačar ha attaccato nella parte più ripida e ho capito subito che dovevo stare attento a non fare fuorigiri insostenibili", ha poi raccontato il belga. "Si è rivelata la scelta giusta. Dopodiché ho corso un bel po' di rischi in discesa e in questo modo sono riuscito ad aumentare il mio vantaggio su Enric Mas e Lennert van Eetvelt”.
Non si può parlare di uno scontro diretto tra il belga e lo sloveno, il distacco allo scollinamento era ormai ampio. Evenepoel ha corso gestendo il vantaggio che aveva dagli uomini dietro di se. Un vantaggio creato lungo la salita, con chiara superiorità, e consolidato nei chilometri successivi. “Ho pensato serenamente al secondo posto. Questo era il massimo possibile oggi. Se arrivi secondo con un grande distacco dal vincitore ma anche un grande vantaggio sul terzo, allora non hai commesso errori".
Remco ne è certo: posso battere Pogačar
Chiudere la stagione con un secondo posto in una classica monumento è una grande iniezione di fiducia per il bicampione olimpico. La dimostrazione di una grande base su cui lavorare. Analizzando il 2024 di Evenepoel, il suo staff ha buoni motivi di ottimismo. È cresciuto molto sul piano mentale e lo ha dimostrato al Tour, dove, salvo alcune insofferenze distintive del suo carattere, ha avuto freddezza e pazienza per rimanere con sicurezza in zona podio.
Cosa deve migliorare per la prossima stagione? Remco è convinto dei propri margini: “Devo lavorare sulle mie capacità in salita. Osservando Tadej, è indubbio il suo continuo migliorando in salita. Questa è la strada che devo seguire: diventare uno scalatore migliore per poter competere con Pogačar e Vingegaard. Da adesso inizia il lavoro per restare al top nei Grandi Giri e nelle classiche con grandi dislivelli”.
Una cosa è certa, pensa il campione di Schepdaal: “Se c'è qualcuno che ha la possibilità di battere Pogačar, quello sono io”. Rimane da scoprire se le convinzioni si potranno trasformare in realtà.