Vuelta, le voci dei protagonisti. O'Connor: «I miei detrattori hanno dovuto ricredersi»
Roglic sarcastico con i giornalisti: «Non sapevo che la maglia rossa fosse davanti!»
Il tanto atteso cambio della guardia non c'è stato: Ben O'Connor ha conservato la maglia rossa di leader della Vuelta, concedendo poco più di mezzo minuto a Primoz Roglic sul traguardo in quota di Cuitu Negru. La prima pagina, però, spetta ancora a Pablo Castrillo che, dopo aver sorpreso tutti a Estación de Montaña de Manzaneda, si è definitivamente consacrato sulla salita regina della 79ª edizione della corsa spagnola. Le dichiarazioni a caldo dei protagonisti.
Castrillo: «Non avrei immaginato di correre per la vittoria»
Il suo volto non tradisce la stessa commozione di tre giorni fa, quando conquistò la sua prima vittoria in massima serie. Eppure, il 23enne della KERN Pharma è ugualmente emozionato dopo aver vinto l'esaltante braccio di ferro con Aleksandr Vlasov sulle rampe di Valgrande-Pajares: «La verità è che non me lo aspettavo. Stamattina ero partito con l'intenzione di andare in fuga e capire come sarebbero andate le cose. Mai, però, avrei immaginato di poter lottare per la vittoria», il pensiero del corridore aragonese. «Eravamo già soddisfatti dopo il primo successo di tappa. Dunque, tutto quello che avrei fatto in seguito sarebbe stato un regalo per me. Quando ha attaccato Vlasov, ho cercato di rifiatare in modo da poter rilanciare l'azione nel finale», il suo commento ai microfoni di Eurosport.
Roglic: «La maglia rossa? Non sapevo che fosse davanti!»
Pungolato dall'osservazione di un giornalista - a detta del quale il capitano della Red Bull-BORA-Hansgrohe non avrebbe finalizzato il lavoro dei compagni - Primoz Roglic ha risposto senza badare alla diplomazia: «Non so quanto abbia perso dalla maglia rossa. Per caso era davanti?». Lo sloveno ha poi modulato le successive risposte su toni più misurati: «Mi sentivo bene e, nel complesso, ho disputato una buona tappa. Certo: ho sofferto sulle pendenze più dure, ma ho fatto molto bene in vista dell'arrivo. Sta per iniziare l'ultima settimana della Vuelta e mi auguro di poter fare ancora meglio. L'allungo di Mas? Enric è davvero in ottima forma. Può capitare alle volte di guadagnare o di perdere qualcosa, ma sono comunque soddisfatto».
O'Connor: «Oggi ho dato un dispiacere a chi era convinto che avrei perso il primato»
Flectus non flectar: un motto dei nostri avi che descrive alla perfezione la condizione del 28enne australiano, in maglia rossa per il 10° giorno consecutivo. E le parole spese a fine tappa non sono affatto di circostanza: «Oggi ero ottimista», esordisce O'Connor nella consueta intervista a diffusione internazionale. «Scommetto di aver dato un dispiacere a chi si aspettava che avrei perso il primato. Ho avuto una giornata abbastanza buona. Ed è un peccato che abbia perso qualcosa sulle ultime rampe, ma credo che questo sia stato uno dei finali in salita più impegnativi della mia carriera. C'era da attendersi un solo attacco e quello di Roglic è stato davvero impressionante. Per il resto, è stata una sfida uno contro l'altro. Mi sono sentito come se fossi diretto verso il nulla: non si riusciva a vedere altro che la nebbia. Spero di godermi il giorno di riposo prima di affrontare i Laghi di Covadonga».
Mas: «La terza settimana? Prima c'è il giorno di riposo»
Per la seconda volta dall'inizio della corsa, Enric Mas ha avuto la forza di staccare tutti in salita, incluso Roglic. Che, tuttavia, ha riagganciato lo spagnolo proprio in vista del traguardo. Il capitano della Movistar esce comunque rinfrancato dal test sul Cuitu Negru: «Ho disputato una tappa molto buona. Non avevo idea di quanto abbia guadagnato sugli altri: del resto, era difficile vedere anche la linea d'arrivo», il suo commento a Eurosport. «Andare all'attacco? Pensiamo al giorno di riposo, piuttosto, se non altro perché ci aspetta una terza settimana particolarmente esigente. La mia condizione, in ogni caso, mi soddisfa».