Bennett ritrova il proprio posto: il primo
Volata a Utrecht nella seconda tappa della Vuelta a España e vittoria per Sam su Mads Pedersen e Tim Merlier. Mike Teunissen, quarto al traguardo, è la nuova maglia rossa per il gioco dei piazzamenti
C'è stato un convitato di pietra nella stagione 2022 delle volate, ovvero un corridore che non ha avuto modo di giocarsi le proprie chance nelle corse più importanti (Giro e Tour, s'intende), relegato ai margini di una squadra troppo piena di stelle ma pure di ambizioni di classifica generale per poter riservare uno spazio allo sprinter di turno con almeno un pezzetto di treno a disposizione; che poi le ambizioni di quella squadra fossero più che giustificate tant'è vero che ha vinto il Giro con Jai Hindley e ha portato a casa un quarto posto al Tour con Aleksandr Vlasov, conferma un solo assunto, e cioè che Sam Bennett (è lui il protagonista di questa storia), nel "prime" di carriera, ha sbagliato ad andare a fine 2021 alla Bora-Hansgrohe, la squadra in questione la quale andava assumendo (visibilmente e da tempo) una fisionomia molto general-classifications-oriented.
Chiaro che, con addosso la sensazione di una stagione monca, in cui ha disputato nel World Tour appena tre gare a tappe (UAE, Parigi-Nizza e Polonia) e quattro in linea (e una l'ha vinta, a Francoforte), il 31enne irlandese abbia dentro una certa voglia di riscatto, messa molto bene in campo alla prima occasione possibile del suo primo GT stagionale, la Vuelta a España: ieri c'era la cronosquadre e quindi non poteva fare alcunché, ma oggi Bennett ha vinto a Utrecht; è solo la seconda affermazione del suo 2022, ma vedrete che nei prossimi giorni il bottino si rimpinguerà. Per il resto, una frazione poco significativa ma che ha comportato un cambio di maglia rossa: il detentore Robert Gesink si è staccato dal primo gruppo in seguito a un buco nel finale, ma comunque non avrebbe potuto difendere il simbolo del primato dall'"attacco" del suo compagno Mike Teunissen, che si è semplicemente e in maniera fisiologica piazzato bene nella volata, superando i compagni della Jumbo-Visma (tutti con lo stesso tempo dopo la cronosquadre) nel gioco dei piazzamenti e quindi nuovo leader della generale.
Passiamo alla cronaca dettagliata. La seconda tappa della Vuelta a España 2022, prima in linea dopo la cronosquadre di ieri, partiva da 's-Hertogenbosch e si concludeva nuovamente a Utrecht, sede di partenza e d'arrivo ieri, 175.1 km di basse terre e quasi zero strappetti. Un'ideale giornata da volata, ma c'era da organizzare la prima fuga della corsa, ed erano talmente tanti quelli che volevano entrare nell'azione che ci sono stati ben due tentativi: il primo, al km 0, è andato male; il secondo, al km 2, ha preso il largo animato da 5 uomini: Julius Van den Berg (EF Education-EasyPost), Jetse Bol (Burgos-BH), Xabier Mikel Azparren (Euskaltel-Euskadi), Thibault Guernalec (Arkéa Samsic) e - arrivato un attimo dopo - Pau Miquel (Kern Pharma), 22 anni oggi. Il gruppo ha lasciato fare fino al km 15, punto in cui il margine dei battistrada è arrivato a 5', poi la fuga è stata ricondotta a più miti consigli, entro i 3' di vantaggio.
Ma per qualcuno quel margine era ancora troppo largo, segnatamente la Alpecin-Deceuninck, che con Floris De Tier e Jimmy Janssens ha aumentato il ritmo del plotone e portato il gap a 30" appena quando mancavano 100 km alla fine. Con questo spadone di Damocle sulla capoccia, i cinque battistrada si sono fieramente disputati il Gpm di Amerongen ai -70, e qui l'ha spuntata Van den Berg; poi Miquel ha tentato un breve contropiede ma gli amici l'hanno subito ripreso, dopodiché il gruppo l'ha fatta finita e ha annullato la fuga a 59 km dalla conclusione.
Per ammazzare il tempo da lì alla volata stavano per essere organizzati tornei di burraco e tresette, due giri di schiaffo del soldato e una spaghettata aglio olio e peperoncino, poi per fortuna ai -46 ha piazzato un'evasioncella Luis Ángel Maté, che peraltro deve mettere da parte un bel po' di chilometri in fuga, dato che in base a questo elemento pianterà degli alberi (tanti quanti i chilometri all'attacco appunto) nella sua Sierra Bermeja (in Andalusia), zona la cui vegetazione venne devastata da gravi incendi qualche mese fa. Il marbellino è rimasto davanti fino ai -21, sicché per oggi fanno 25 alberi e auguriamo al conteggio di crescere tanto da qui a Madrid.
Alcune cadute hanno contrappuntato questa fase di gara, Gregor Mühlberger (Movistar) è andato giù ai -25, Wout Poels (Bahrain-Victorious), Kamil Malecki e Steff Cras (Lotto Soudal) ai -18 (e l'ultimo dei tre si è ritirato con una sospetta frattura al braccio destro). Ai -17, sulla pista dell'aeroporto militare di Soesterberg, Mads Pedersen (Trek-Segafredo) si è aggiudicato il traguardo volante con abbuoni davanti a Sam Bennett (Bora-Hansgrohe) e Daan Hoole (Trek), poi il finale per le strade di Utrecht è stato una sfida fra treni, con la UAE Emirates che ha tirato a lungo per Pascal Ackermann e la Trek che si è mossa bene per spingere in alto le quotazioni di Pedersen.
E in effetti proprio il danese ha lanciato la volata a 200 metri dalla fine, il problema per lui è stato che la Bora-Hansgrohe ha messo in campo un notevolissimo lead-out di Danny Van Poppel e poi aveva come punta di diamante uno stoccatore del calibro di Sam Bennett. L'irlandese ha vinto con margine e gioia davanti a un Pedersen che comunque gliel'ha contesa, a Sam, per quasi tutto il lungo rettilineo d'arrivo, in un testa a testa piuttosto appassionante. Al terzo posto e mai in lizza per vincere, Tim Merlier, che non ha corrisposto al meglio il notevole lavoro della Alpecin, quindi Mike Teunissen (Jumbo-Visma), Ackermann, Daniel McLay (Arkéa Samsic), Itamar Einhorn (Israel-Premier Tech), Jake Stewart (Groupama-FDJ), John Degenkolb (DSM) e Kaden Groves (BikeExchange-Jayco). Primo italiano all'arrivo Antonio Tiberi (Trek), ventunesimo.
La classifica si assesta in base ai piazzamenti, per cui Teunissen è il nuovo leader davanti ai compagni Edoardo Affini, Sam Oomen, Primoz Roglic, Sepp Kuss e Robert Gesink, tutti con lo stesso tempo; a 13" gli INEOS Grenadiers, nell'ordine Richard Carapaz, Ethan Hayter, Pavel Sivakov, Carlos Rodríguez, Luke Plapp, Tao Geoghegan Hart e Dylan Van Baarle; a 14" ci sono Remco Evenepoel e gli altri Quick-Step Alpha Vinyl, a 31" Simon Yates e i BikeExchange e così via.
Domani orientativamente si replica il sonnetto di oggi, la terza tappa, partenza e arrivo a Breda e in mezzo un giro di 193.2 km, è addirittura più piatta di quella di oggi; ci fosse vento, vista la collocazione prossima al mare, potrebbe venirne fuori qualcosa di imprevisto, ma pare che grosse correnti non siano previste (e comunque è dai tristi fatti del ponte siderale in Danimarca nella seconda tappa del Tour de France che abbiamo smesso di credere al vento).