Kristoff non molla mai, suo il Circuit Franco-Belge
Il norvegese attacca, resiste e poi vince in volata una corsa avvincente ed imprevedibile. Battuti Van Gestel e Campenaerts, quinto Alberto Dainese
Precedentemente noto nell’ultimo decennio con la denominazione di Eurométropole Tour, la corsa vallona riprende da quest’anno il vecchio nome di Circuit Franco-Belge, ed il ritorno al passato si fa portatore di grande spettacolo. I 175 km in programma sono stati un susseguirsi di scatti e controscatti, e nessuna squadra ha mai avuto la forza di controllare un andamento di gara in continua evoluzione. Alla fine hanno trionfato l'esperienza ed il carattere di un corridore che ben sa come si vincono gare come questa: il portacolori della Intermarchè-Wanty-Gobert ha attaccato negli ultimi 20 km, contribuendo poi ad alimentare le speranze di un terzetto completato da Dries Van Gestel e Jasper De Buyst. Quando in seguito è arrivato come un missile Victor Campenaerts il norvegese ha subito il colpo, ma non ha perso le speranze e si è riportato in testa subito dopo. L'ultima difficoltà è arrivata poi ancora da Campenaerts, che ha lanciato una volata lunghissima che lo avrebbe potuto cogliere di sorpresa, ma anche stavolta la reazione è arrivata, e Kristoff non ha lasciato alcuno scampo nella volata conclusiva, dimostrando una volta ancora di saper interpretare questi finali confusi alla perfezione. La nuova avventura che lo aspetta l'anno prossimo in patria con la Uno-X non è assolutamente da vedere coma un passo indietro, per un corridore che dimostra ancora di essere competitivo ad altissimi livelli.
Il percorso di quest’anno, rispetto al recente passato, si presenta piuttosto impegnativo e vallonato, al contrario delle ultime edizioni riservate senza dubbio ai velocisti. La partenza è fissata da Tournai, cittadina belga al confine con la Francia; la prima parte del tracciato si presenta sostanzialmente pianeggiante, eccezion fatta per un paio di strappi nei chilometri iniziali, prima di immettersi ben presto nel circuito conclusivo da ripetere per 5 giri di circa 20 km l’uno. L’anello presenta un percorso mosso, con i brevi strappi di Rue Secquegneau e Bois de Breucq che potrebbero essere sfruttati da qualcuno per mettere in difficoltà i velocisti meno resistenti, anche se una volata a ranghi ristretti sembra la soluzione più probabile sul traguardo di La Louvière dopo 175 km.
Come la maggior parte delle corse in linea che si disputano a queste latitudini, anche oggi la battaglia per andare in fuga è affollata e si protrae a lungo. Alla fine riescono ad evadere solo in 4 dopo circa 30 km, si tratta di Tim Naberman (DSM), Ayco Bastyaens (Alpecin-Deceuninck), Tom Sexton (Bolton Equities Black Spoke) e Timo de Jong (VolkerWessels). Vista la composizione non preoccupante della fuga il gruppo si rialza e concede al quartetto un margine massimo di 5’. La situazione nel plotone si mantiene tranquilla, mentre una prima variazione tattica è quella apportata ad 85 km dal traguardo dal contrattacco di Quentin Jaregui (B&B Hotels-KTM) e Thimo Willems (Minerva Cycling). Questo tentativo ha vita molto breve, ma contribuisce ad aprire una fase di corsa confusa in un gruppo ora disorganizzato e in cui fioccano gli scatti. In questo frangente si verifica anche una caduta che coinvolge, tra gli altri, anche Biniam Girmay (Intermarché-Wanty-Gobert), Giacomo Nizzolo (Israel-PremierTech) e Luca Mozzato (B&B Hotels-KTM), mentre Fabio Jakobsen (Quick-Step AlphaVynil) perde contatto e rinuncia a velleità personali.
Sono molti i corridori protagonisti nei successivi chilometri, provando a sganciare vari drappelli che non riescono a prendere il largo, ma contribuiscono a demolire il vantaggio dei 4 battistrada a solo 1’. A 50 km dalla conclusione è la Lotto-Soudal di Arnaud De Lie e Caleb Ewan a provare a riportare la calma in testa al plotone, ma il percorso nervoso con i suoi continui strappi creano terreno fertile per continui attacchi, come quello di Filippo Baroncini (Trek-Segafredo). A 43 km dall’arrivo, sotto l’impulso di Dries De Bondt (Alpecin-Deceuninck) il gruppo si riporta sotto ai battistrada e ritorna compatto, mentre anche Caleb Ewan alza bandiera bianca. Durante il penultimo passaggio sul Bois de Breucq ci provano Loïc Vliegen (Intermarché-Wanty-Gobert) e nuovamente Filippo Baroncini, ma una fiammata di Victor Campenaerts (Lotto-Soudal) riporta sulla coppia al comando anche Edward Theuns (Trek-Segafredo) e Dries De Bondt, ma la AG2R Citroën chiude immediatamente su questo pericoloso tentativo.
Entrati nell’ultimo giro si sgancia un terzetto alquanto interessante, composto da Alexander Kristoff (Intermarché-Wanty-Gobert), Jasper De Buyst (Lotto-Soudal) e Dries Van Gestel (TotalEnergies) che guadagna presto un vantaggio di 15”. Dietro il lavoro di AG2R Citroën e Quick-Step AlphaVynil sembra essere poco efficace, ed il gap sale a 20” a 7 km dall’arrivo, mentre De Buyst smette di collaborare. Una reazione più convinta sembra arrivare dalla Uno-X, quando però Victor Campenaerts (Lotto-Soudal), che si trovava in un terzetto tra il gruppo e la testa della corsa, lascia partire una sparata con cui si riporta rapidamente al comando. L’azione di Campenaerts in un primo momento mette in difficoltà De Buyst e Kristoff, abili però a rientrare poco dopo. È dunque un quartetto a giocarsi la vittoria finale. Prova a sorprendere tutti Campenaerts, che lancia una volata lunghissima a 500 metri dal traguardo, ma Alexader Kristoff è vigile e non concede troppo margine al belga, completando la difficile rimonta negli ultimi 50 metri e conquistando il traguardo di La Louvière, con Van Gestel secondo e Campenaerts terzo.
Quarta posizione qualche secondo più indietro per Jasper De Buyst, mentre Alberto Dainese vince la volata di gruppo che purtroppo vale solo il quinto posto. Battuti Arnaud De Lie, sesto, e Julien Simon (TotalEnergies). Ottava posizione poi per Milan Menten (Sport Vlaanderen-Baloise), nono Greg Van Avermaet (AG2R Citroën) ed infine decimo Bryan Coqard (Cofidis).