Uno scatto per saggiare i rivali
Nibali ci prova sull'Etna e può studiare la reazione della Movistar al suo allungo
"Attacca tu", "no dai, attacca tu". Sembra di tornare indietro nel tempo, in una pubblicità di telefonia degli anni 2000. Invece potrebbe essere una situazione perfettamente adattabile a quanto successo oggi sulle rampe dell'Etna, primo arrivo in salita del Giro d'Italia 2017. I big, per lunghe fasi, si sono guardati in faccia senza che nessuno abbia realmente avuto il coraggio di imbastire un attacco, solitario o con l'aiuto dei compagni di squadra.
Vincenzo è l'unico a provarci
Complice anche la collocazione geografica della frazione odierna è stato il solito Vincenzo Nibali a rompere gli indugi e a produrre un timido tentativo di staccare gli altri uomini di classifica. Un'accelerazione non certo bruciante, ma nemmeno fiacca considerando il gruppo ancora corposo alle sue spalle e sopratutto il forte vento contrario che ha caratterizzato tutta la salita finale impedendo di fatto attacchi concreti per provare ad avvantaggiarsi sui rivali diretti. L'azione di Nibali è nata dopo una salita percorsa in maniera regolare dal gruppo, con BMC, FDJ e Bahrain-Merida ad alternarsi in testa al gruppo: poche le velleità del siciliano che però ha voluto saggiare la reazione dei rivali, oltre che valutare in maniera più completa la sua condizione di forma.
Da fuori è difficile trarre conclusioni, che si rivelerebbero affrettate: la dinamica dell'attacco e la scelta di partire sul tratto più impervio della salita con pendenze tra il 9 e il 10% fanno però pensare ad un Vincenzo più brillante di quello visto al Giro di Croazia il mese scorso, in attese di conferme sul Blockhaus. Per ora sembra andare tutto secondo i piani e lo svolgimento molto attendista di oggi potrebbe giovare al siciliano che in passato ha dimostrato di patire i cambi di ritmo nelle prime giornate dei grandi giri.
Intanto Nibali studia la reazione Movistar
Nonostante tutto, Nibali ha potuto studiare il comportamento di Quintana e il vero movente dell'allungo potrebbe anche essere stato questo. Il colombiano non ha risposto in prima persona come era lecito aspettarsi nel testa a testa più atteso della Corsa Rosa, ma ha sfruttato il lavoro del compagno Andrey Amador per andare a ricucire lo strappo creato da Nibali.
Una scelta che potrebbe derivare da diversi fattori, come l'obiettivo del Tour de France e una condizione non ancora ottimale e di difficile gestione proprio a causa del tentativo di arrivare ancora in forma a luglio. Sempre nascosto dai compagni, Nairo ha dato l'impressione di non voler prendere vento e di non voler sprecare energie che potrebbero poi rivelarsi utili nella seconda parte del Giro e alla Grande Boucle.
Amador l'asso nella manica di Quintana?
La Movistar, in ogni caso, si è dovuta esporre e ha messo sotto i riflettori un Andrey Amador che potrebbe anche recitare un ruolo da assoluto protagonista nell'economia del Giro. Il costaricense, che ha un feeling particolare con la corsa nostrana, da potenziale uomo di classifica con ambizioni tra la quinta e la decima posizione sarà costretto ad adattarsi come ultimo uomo per il compagno di squadra.
Già oggi è emersa la sua condizione, ottima, e la concretezza dell'apporto che può dare a Quintana da qui all'arrivo di Milano, mentre la Bahrain-Merida non ha impressionato e sopratutto non ha espresso un uomo al livello di Amador che potrebbe fare la differenza tra vittoria e sconfitta. Per Quintana avere un gregario in grado di tenere le ruote dei migliori in salita potrebbe rivelarsi un'arma vincente, ma già oggi ha scoperto le carte, dichiarando sostanzialmente il proprio asso nella manica.