Con questa Wiebes si lotta per il secondo posto
Prepotente sprint di Lorena che conquista la seconda vittoria al Tour de France 2022. Battute Elisa Balsamo e Marianne Vos (sempre in giallo), altre quattro azzurre in top ten, Elisa Longo Borghini invece... sbaglia strada
È la velocista numero uno al mondo, lo sapevamo già e il Tour de France - presente il meglio del ciclismo femminile - non sta facendo altro che confermarlo: Lorena Wiebes, già a segno nella frazione d'apertura ai Campi Elisi, si è ripetuta oggi vincendo a Saint-Dié-des-Vosges e ribadendo la propria superiorità nelle corse dall'altimetria più abbordabile. Il bello per lei è che a 23 anni ha ancora tanto tempo davanti per migliorare e diventare un domani un fattore anche in classiche più dure di uno Scheldeprijs o di una Gand-Wevelgem. Per il momento si gode la botta di popolarità che le sta venendo da queste affermazioni al Tour, oltre alla soddisfazione di lasciarsi alle spalle tanta nobiltà: oggi, per dire, un'iridata in carica e la Regina. Elisa Balsamo ha provato a lasciare la propria zampata, ma lo spunto di Wiebes è stato realmente incontenibile, del resto non arrivi a 17 successi in stagione (compreso quello di oggi) per caso.
Per il resto la tappa ha detto poco, qualcosa di buono (la bella fuga sfumata a poco più di 2 km dal traguardo), qualcosa di brutto (la solita caduta a cui ogni giorno pare si debba pagar dazio: stavolta coinvolte a decine...), e possiamo passare a vedere il dettaglio del tutto.
La quinta frazione del Tour de France Femmes 2022, da Bar-le-Duc a Saint-Dié-des-Vosges, era la più lunga della corsa coi suoi 175.6 km. La fuga del giorno è iniziata dopo 13 km a tutta, ad avvantaggiarsi per prime Emily Newsom (EF Education-TIBCO) e Anya Louw (AG Insurance-NXTG); Henrietta Christie (Human Powered Health) ha provato a riportarsi sulle due ma è rimbalzata; meglio è andata alla sua compagna Antri Christoforou, che in compagnia di Victoire Berteau (Cofidis) è riuscita a rientrare sulle battistrada al km 27. Il quartetto ha proceduto tranquillo e in perfetto accordo, ha raggiunto un vantaggio massimo di 3'40" al km 58 (ai -117), Berteau ha vinto il Gpm di Côte de Pagny-la-Blanche-Côte ai -114, lo stesso avrebbe fatto più avanti (ai -70) sulla Côte de Gripport.
In gruppo la DSM della favorita di giornata Lorena Wiebes ha controllato sin dall'inizio la situazione, poi ai -96 India Grangier (Stade Rochelais Charente Maritime) ha azzardato una variazione sullo spartito partendo in contropiede e chiamando la risposta di Yulia Biriukova (Arkéa) e ancora di Henrietta Christie. Le tre son rimaste nella terra di mezzo per quasi 12 km, poi il gruppo le ha raggiunte. Al traguardo volante di Charmes (-61) Louw è transitata per prima e a 2'10" di distanza la Wiebes ha preceduto la maglia gialla (ma in realtà anche maglia verde) Marianne Vos (Jumbo-Visma) e Lotte Kopecky (SD Worx). La Regina sta curando con pertinacia anche la classifica a punti, nel caso dovesse andarle male la generale, Lorena non è certo un'avversaria malleabile ma è piuttosto distante.
A 45 dalla fine una caduta intorno alla 30esima posizione del gruppo ha coinvolto decine di atlete in un groviglio spaventoso, con ragazze rimaste letteralmente sommerse da bici e colleghe. Tra quelle finite nel gorgo, Silvia Persico praticamente con tutta la sua Valcar-Travel & Service, Marta Bastianelli (UAE ADQ), Rachele Barbieri (Liv Racing Xstra), Letizia Borghesi (EF), la maglia bianca Julia De Wilde (Plantur-Pura), Elise Chabbey (Canyon//SRAM Racing), Lotte Kopecky e Chantal Blaak (SD Worx) ed Emma Norsgaard (Movistar), costretta al ritiro con una clavicola rotta.
Il gruppo ha rallentato permettendo a molte delle cicliste rimaste attardate di rientrare, la fuga del resto era nella fase calante e non faceva certo paura. Alcune, una volta tornate nel plotone, hanno avuto modo di cambiare bici (Persico) o farsi medicare alla vettura del dottore di corsa (Blaak, Bastianelli). Dopo il fattaccio dei -45 e i suoi postumi, la corsa ha ripreso a scorrere con tranquilla normalità. La fuga è esplosa ai -21 sul Col du Haut du Bois, salita non Gpm ma con Point Bonus in cima: Berteau e Christoforou hanno staccato Newsom e Louw, la francese è transitata per prima pure qui e poi la coppia, meno di 40" di margine ormai, ha provato ad arrivare il più lontano possibile.
Il gruppo ha presto fatto l'amara scoperta che le due superstiti del quartetto avevano ancora del margine, diciamo la riserva che viene mantenuta nascosta nel corso di una fuga. Fino ai 6 km il vantaggio delle due è rimasto superiore al mezzo minuto, poi il plotone ha aumentato a curvatura la propria velocità, praticamente tutte le squadre delle velociste hanno contribuito all'annullamento dell'azione. Su una salitella ai 5.5, in pratica una strada di 200 metri leggermente all'insù che normalmente avrebbero pedalato con una gamba sola, Victoire e Antri si sono letteralmente dissipate. Il margine si è dimezzato lì, la fuga è stata poi annullata tra i 2.8 km (quando è stata ripresa la cipriota) e i 2.4, quando anche Berteau ha gettato la spugna.
In quel momento c'era a tirare Ellen Van Dijk (Trek-Segafredo) e ha continuato a farlo per altri due chilometri, quando la sua compagna Elisa Longo Borghini si è lanciata con l'intento di preparare il terreno per Elisa Balsamo. Solo che sull'ultima curva l'ossolana ha sbagliato strada, imboccando la deviazione per i mezzi al seguito. Attimo di disorientamento, poi ai 300 metri Maria Giulia Confalonieri (Ceratizit-WNT) si è giocata la carta dell'anticipo (e Rachele Barbieri le ha preso la ruota), peccato che Lorena Wiebes abbia risposto immediatamente, lanciandosi già ai 250 e mettendo subito in chiaro che nessuna l'avrebbe avvicinata.
La neerlandese della DSM si è addirittura tolta di ruota la Campionessa del Mondo e sull'onda adrenalinica della volata ha esultato mostrando i denti e i muscoli, un ringhio che la dice lunga sulla sua forza agonistica. Balsamo ha difeso la seconda piazza dal ritorno della Vos (altri 4" d'abbuono per Marianne), poi nell'ordine d'arrivo troviamo ancora tanta Italia: quarta Barbieri, quinta Maike Van der Duin (Le Col-Wahoo) davanti a Confalonieri, Persico, Vittoria Guazzini (FDJ-Suez), Tamara Balabolina (Roland Cogeas Edelweiss Squad) e Alexandra Manly (BikeExchange-Jayco). Longo Borghini ha rimesso 9" con quell'errore di strada; ci sono stati altri buchi e diverse atlete vicine alla top ten in classifica hanno perso qualche secondo; Chabbey, decima della generale, ha pagato 1'27". Oltre alla ritirata Norsgaard, anche Barbara Malcotti (Human Powered Health) non ha concluso la tappa: squalificata per un cambio di bici irregolare.
La classifica vede qualche assestamento, più che altro questioni di secondi. In testa c'è sempre Vos con 20" su Persico e Kasia Niewiadoma (Canyon), 33" su Longo Borghini, 55" su Ashleigh Moolman (SD Worx), 1'01" su Demi Vollering (SD Worx), 1'09" su Juliette Labous (DSM), 1'18" su Annemiek Van Vleuten (Movistar), 1'52" su Cecilie Uttrup Ludwig (FDJ), 2'30" su Mavi García (UAE), 2'51" su Évita Muzic (FDJ), 2'59" su Veronica Ewers (EF), 3'19" su Liane Lippert (DSM), 3'27" su Ruby Roseman-Gannon (BikeExchange), 3'42" su Alena Amialiusik (Canyon) e 3'51" su Chabbey, scivolata dalla decima alla 16esima posizione.
Domani la sesta tappa del Tour sarà aperta a qualsiasi scenario: si riparte da Saint-Dié-des-Vosges e si arriva dopo 129.2 km a Rosheim. Percorso ondulato, con salitelle nel finale (l'ultimo Gpm è ai -9) ma non impossibili. Quindi potremo avere una fuga tanto quanto un'azione solitaria (o di poche) che parta da qualche trampolino naturale negli ultimi chilometri, ma non è da escludere la soluzione allo sprint (seppur non a ranghi compatti). Una perfetta giornata interlocutoria ma potenzialmente divertente, in attesa dei colpi sulle montagne delle ultime due frazioni.