Se questa è una corsa di ciclismo...
Ashleigh Moolman vince la prima tappa del Tour des Pyrénées, ma non è questa la notizia: semmai, il fatto che le cicliste abbiano dovuto fare slalom tra le automobili sul percorso di gara
Un disastro dal punto di vista della sicurezza la prima tappa della seconda edizione del CIC-Tour Féminin International des Pyrénées. Soprassediamo sul fatto che a un certo punto la corsa sia stata fermata a causa della temporanea assenza del mezzo medico al seguito: a volte può succedere (un'emergenza, un guasto meccanico…) anche in corse più blasonate.
Ma quello su cui non si può proprio soprassedere è lo scempio del finale di tappa, disputato per le vie di Lourdes tra automezzi in movimento (anche pesanti, e anche contromano) sul percorso di gara, varchi aperti, gente in mezzo alla strada al passaggio delle cicliste e una generale sensazione di pericolo incombente sul gruppo. Non è così che si può correre tra le élite, non è concepibile che non appena si scenda di livello rispetto al WWT ci sia il rischio di incappare in situazioni del genere.
Anche perché questi elementi (che rischiano di sconfinare nella cronaca) tolgono poi spazio e attenzioni alle atlete che si sono giocate la corsa, a partire dalla solita splendida Ashleigh Moolman, brava a conquistare la terza vittoria stagionale.
Venendo alla corsa, prima tappa del CIC-Tour Féminin International des Pyrénés 2023, 129 km da Argelés-Gazost a Lourdes, un primigenio tentativo di fuga di Connie Hayes (AWOL O'Shea), poi ai -100 se ne sono andate in due, Iurani Blanco (Laboral Kutxa Fundación Euskadi) e Martina Sanfilippo (Mendelspeck), quest'ultima appena diciottenne; ai -90 Blanco ha staccato l'italiana sulla salitella del secondo Gpm di giornata, salvo poi venire raggiunta contestualmente allo stop dato alla corsa per la citata vicenda dell'ambulanza, ai -82.
Ai -59 un nuovo tentativo di evasione ha visto protagonista Leonie Laubig (Groupe Abadie), mentre il gruppo si frazionava per un attimo in seguito a una caduta. All'inseguimento della tedesca (che ha subito guadagnato oltre un minuto) si sono messe in quattro, tutte italiane e con un vero e proprio attacco di squadra da parte del Team Mendelspeck, che ha mosso Monica Castagna, Beatrice Pozzobon e di nuovo Sanfilippo; con loro anche Giorgia Vettorello (Bepink); il quartetto ha però tardato a raggiungere Laubig, che si dimostrava eccelsa passista, e ha fatto prima a essere ripreso ai -39 da un nuovo terzetto di contrattaccanti formato da Maaike Coljé (Arkéa), Victoire Joncheray (Grand Est-Komugi-La Fabrique) e Andrea Ramírez (Bizkaia Durango).
Sanfilippo, dopo essersi sacrificata per le compagne, ha perso contatto ai -37 sulla salita di Tournay, ma in realtà l'azione delle prime inseguitrici era ormai al lumicino, tanto che il gruppo le ha riprese tutte ai -35. Col procedere della salita, Marta Cavalli (FDJ-Suez) ha tirato via la compagna Cecilie Uttrup Ludwig, in un'azione in cui si è prontamente inserita Ashleigh Moolman (AG Insurance-Soudal Quick-Step), ma i tempi non erano ancora maturi per un attacco ristretto, per cui le tre hanno desistito, proseguendo nel drappellone di 25 atlete di cui facevano parte.
Ma la FDJ aveva molta voglia di fare e ai -33 si è mossa Évita Muzic, inseguita di nuovo da Moolman e da Coralie Demay (St Michel-Mavic-Auber93); di nuovo nulla di fatto, comunque Laubig è stata rimessa nel mirino ed è stata poi raggiunta ai -30. La squadra di Cavalli ha continuato a mettere pressione al gruppo delle superstiti, in questa fase è stata Grace Brown a proporre un paio di allunghi, quindi ai -24 si è mossa Jade Wiel, in un continuo pungolare da parte della formazione francese.
Ai -20 Ségolene Thomas (Grand Est) è caduta a fondo gruppo trascinando giù pure Yulia Biriukova (UAE ADQ), con quest'ultima che ha avuto la peggio, sbattendo il muso sull'asfalto e ritirandosi. Intanto Wiel ai -14 scollinava da sola la salita di Loucrup con una ventina di secondi di vantaggio ma purtroppo per lei le inseguitrici hanno trovato un buon accordo e sono andate a riprenderla ai 2 km.
Si arrivava su una rampetta all'interno di Lourdes, e qui già ai 1300 metri Ludwig ha provato a evadere, stoppata da Anna Henderson (Jumbo-Visma), solo che poi il gruppo ha dovuto fare un po' di slalom tra macchine sul percorso e persone - totalmente disinteressate alla corsa - che camminavano in mezzo alla strada. In una situazione piuttosto ansiogena (non mancavano varchi aperti ogni 100 metri), Cédrine Kerbaol (Ceratizit-WNT) ha provato ad anticipare lo sprint ai 300 metri con Henderson a ruota, ma in vista del traguardo è uscita prepotentemente sulla sinistra Asgleigh Moolman che è andata a vincere davanti a Henderson, la sopraggiungente Loes Adegeest (FDJ) e Kerbaol. Nono posto per Marta Cavalli, 12esimo per Barbara Malcotti (Human Powered Health) e 23 corritrici cronometrate con lo stesso tempo. La classifica è identica all'ordine d'arrivo (in questa corsa non sono previsti abbuoni).
Domani la seconda tappa del CIC-Tour Féminin International des Pyrénés 2023, sperabilmente più tranquilla della prima, andrà da Pierrefitte-Nestalas a Hautacam, coi 13.6 km di scalata finale con una pendenza media del 7.8%: senza ombra di dubbio la tappa regina della corsa, e quella in cui la classifica assumerà probabilmente una forma piuttosto definitiva.