Hayter vince una tappa "à la Coppi e Bartali"
Giornata vibrante per la seconda tappa della Coppi e Bartali, che ha visto i migliori battagliare per almeno un centinaio di km, provocati dal solito Mathieu Van der Poel. Tuttavia il neerlandese crolla nel finale e lo sprint vede il britannico vittorioso davanti a Sobrero; Dunbar nuovo leader
La seconda tappa della Settimana Coppi e Bartali metteva sul piatto un percorso impegnativo che in 165.9 km portava da Riccione a Longiano; di questi, più di 100 si svolgevano sul selettivo circuito conclusivo, che aveva come punto focale il quintuplice passaggio sul Muro del Belvedere, dove non si sono fatti attendere gli attacchi.
Poco dopo il via è avvenuto il primo colpo di scena, ovvero la caduta con annesso ritiro di Tobias Foss (Jumbo-Visma), uno dei principali favoriti per il successo finale. Dopo alcuni km si è sganciata la fuga buona formata da Patrick Gamper (BORA-hansgrohe), Julius Van der Berg (EF Education - EasyPost), Edoardo Zardini (Drone Hopper - Androni Giocattoli) e Samuele Zambelli (Work Service). Sui quattro ha provato invano a riportarsi anche Luca Covili (Bardiani-CSF-Faizanè) rimasto a bagnomaria mentre la testa della corsa accumulava minuti di vantaggio. Tuttavia in gruppo non si è fatta attendere una reazione, soprattutto per mano della Alpecin-Fenix di Mathieu Van der Poel che evidentemente aveva messo il circoletto rosso su questa frazione: se a 130 km dal traguardo il distacco era di quasi 5', dopo una ventina di km, entrando nel circuito finale, era già sceso a 3', per mano dello stesso Van der Poel che a un certo punto si è sganciato insieme al compagno Oscar Riesebeek.
Da questo momento in poi Radiocorsa ha continuato a segnalare spaccature e ricompattamenti in gruppo, mentre i fuggitivi (ormai rimasti in 3, dopo aver perso Zambelli) vedevano scemare il proprio vantaggio. Si sono susseguite molte azioni tra cui quelle di Kristian Sbaragli (Alpecin) e Gianluca Brambilla (Trek - Segafredo), ma non hanno avuto successo. Le cose sono cambiate al secondo passaggio sul muro verso Longiano, che ha visto prima un attacco di Riesebeek, quindi di nuovo Van der Poel che si è portato sul compagno; nel corso della salita verso Roncofreddo si è formato un gruppetto di altissima qualità: ai due promotori dell'attacco si erano aggregati Diego Ulissi e Andres Camilo Ardila (UAE Team Emirates), Ben Tulett (INEOS Grenadiers), Cian Uijtdebroeks (BORA), Vincenzo Nibali (Astanza Qazaqstan Team) e Matteo Carboni (Italia). Hanno mantenuto un lieve margine fino allo scollinamento, momento in cui vengono ripresi i 3 fuggitivi, tuttavia sulla successiva salita verso Monteleone la Trek è riuscita a chiudere sugli attaccanti e rimescolare le carte.
Intanto è stato proprio il leader Mauro Schmid (Quick-Step Alpha Vinyl Team) ha fare le spese di questa gigantesca bagarre, mentre il gruppo tornava a spezzarsi in più tronconi. Leggendo, starete pensando di trovarvi nel finale, invece a questo punto mancavano ancora 60 km al traguardo. La situazione si è calmata per alcuni km, in cui a condurre il gruppo è stata la INEOS, con in particolare Geraint Thomas al servizio dei compagni di squadra; nemmeno l'attacco di Floris De Tier (Alpecin) e Jan Polanc (UAE) ha smosso le acque e il gruppo, composto da una cinquantina di unità, è salito abbastanza regolare fino al GPM; Schmid, allo scollinamento, era già segnalato alla deriva con quasi 5' di ritardo.
Tutto è stato rimandato all'ultimo giro, con Erik Fetter (EOLO-Kometa) che ha cercato di andarsene all'ultimo passaggio da Roncofreddo. L'ungherese è riuscito a prendere una decina di secondi di vantaggio, mentre alle sue spalle, sulla salita di Monteleone, si sono mossi Ethan Hayter (INEOS) e Matteo Carboni, senza riuscire ad evadere. In cima anche Fetter è stato ripreso, mentre il gruppo tornava a spezzarsi in due tronconi, perdendo a sorpresa proprio Mathieu Van der Poel, segnalato a circa 30" di ritardo. Sono rimasti in 30 in testa alla corsa, con ormai a disposizione il solo muro conclusivo; il ritmo era ovviamente impostato dalla INEOS, visto che con Mauro Schmid in forte ritardo, la formazione britannica occupava virtualmente le prime due posizioni in classifica generale. Ha provato a scompaginare le carte Jan Polanc, attaccando in discesa a 5 km dal traguardo seguito anche da Matteo Sobrero (Team BikeExchange - Jayco), mentre alle spalle Van der Poel non si è dato per vinto e con una discesa folle è rientrato sulla prima parte del gruppo. Appena il gruppo si è ricompattato è scattato Ardila, quando ormai restavano soltanto 3 km da percorrere, facendo sì che si rispezzasse il gruppo, con Van der Poel nuovamente attardato di una quindicina di secondi. Il colombiano è riuscito ad imboccare il muro con un centinaio di metri di vantaggio, che sono risultati insufficienti: a 500 metri dal traguardo viene ripreso da un gruppo lanciato verso lo sprint. La volata è andata appannaggio di Ethan Hayter, vittorioso davanti a Sobrero e a Ben Tulett, che ha difeso il podio dopo aver lanciato la volata al capitano. Seguono Nicola Conci (Italia), Natnael Tesfatsion (Drone Hopper), Diego Ulissi, Marc Hirschi (UAE), Cian Uijtdebroeks, Gianluca Brambilla e Floris De Tier, tutti con lo stesso tempo del vincitore. In chiave classifica generale si segnalano senza ritardi anche Filippo Zana (Bardiani), che oggi non si è fatto sorprendere, Marco Tizza (Bingoal Pauwels Sauces WB), Jan Polanc, Thomas Pesenti (Beltrami TSA - Tre Colli), Edward Dunbar, Vincenzo Nibali e Simon Carr. Perde appena 10" Antonio Tiberi (Trek) - l'arrivo per lui era decisamente troppo esplosivo - mentre più pesanti sono i ritardi di Scaroni (Italia; 27"), Thomas (39") e Van der Poel (1'09").
La nuova classifica generale vede al comando Dunbar con soli 6" sul compagno di squadra Hayter, seguiti da Sobrero a 14", Tulett a 16" e Tesfatsion che capeggio un ampio gruppo di corridori a 20", composto da coloro che sono giunti nel primo gruppo in entrambe queste prime due tappe. Chiosiamo citando Mauro Schmid giunto al traguardo 57° a ben 16' di ritardo, un dato che ci dà la misura del grande caos che imperava in questa tappa, nonché della fatica che tutti i corridori sentiranno sulle spalle già a partire da domani.
Domani è il momento della tappa regina, con partenza ed arrivo a San Marino: in appena 147 km si totalizzano quasi 4000 metri di dislivello, su un percorso quasi per scalatori che dovrebbe delineare una classifica più precisa e chiarire chi dei corridori arrivati davanti in queste due giornate potrà effettivamente ambire al successo finale.