Women's World Tour, terza edizione in archivio
Nel grande dominio di Annemiek van Vleuten e dei Paesi Bassi, spicca per l'Italia la vittoria di Sofia Bertizzolo nel ranking U23
Il Tour of Guangxi che si è disputato ieri a Guilin in Cina in contemporanea con l'ultima tappa dell'omonima corsa a tappe maschile è stato l'ultimo atto della terza edizione dell'UCI Women's World Tour, il circuito che racchiude le 24 più importanti gare femminili del calendario internazionale. Ad alzare le braccia al cielo nella gara di chiusura di questa stagione 2018 è stata la cubana Arlenis Sierra che al termine di 145 chilometri tutti sotto la pioggia ha superato allo sprint la britannica Hannah Barnes: dopo il successo di tappa in California, la 25enne dell'Astana Women's Team è la prima atleta latino-americana ad entrare nell'albo d'oro di una delle corse della massima categoria internazionale, compresa anche la ex Coppa del Mondo.
Van Vleuten trionfa con la doppietta Giro Rosa-La Course
L'UCI Women's World Tour si è concluso quindi scrivendo una piccola pagina di storia del ciclismo femminile e con un bel segnale del fatto che questo sport sta finalmente allargando i propri confini. Nella classifica finale individuale, però, si è registrato un dominio tutto targato Paesi Bassi con tre atlete nelle prime tre posizioni: a succedere a Anna van der Breggen come vincitrice finale è stata Annemiek van Vleuten che a 36 anni ha vissuto una stagione da sogno. La portacolori della Mitchelton-Scott è riuscita a fare suo il Giro d'Italia rifacendosi della delusione del 2017, si è ripetuta a La Course by Le Tour e al Boels Ladies Tour ma ha conquistato podi anche al Fiandre, alla Liegi e all'Emakumeen Bira: primo posto meritatissimo.
Van Vleuten ha chiuso il Women's World Tour con un totale di 1411.86 punti ma paradossalmente non si è mai trovata ad indossare in corsa la maglia ciclamino di leader della classifica individuale: il primato è infatti stato raggiunto solo il 2 settembre con la vittoria del Boels Ladies Tour nei Paesi Bassi e da quel momento restavano solo la Madrid Challenge e appunto il Tour of Guangxi, dove è stata tenuta fuori anche dall'infortunio patito al Campionato del Mondo di Innsbruck. In avvio di stagione era stata Van der Breggen a vestire la maglia di leader dando continuità al finale del 2017, ma in seguito si sono rapidamente alternate al primo posto Katarzyna Niewiadoma, Jolien D'Hoore, Amy Pieters e Chantal Blaak prima che la campionessa olimpica tornasse davanti che però in estate ha ceduto la maglia prima a Marianne Vos che a sua volta l'ha passata definitivata a Van Vleuten.
Vos e Van der Breggen badano poco al ranking
Proprio Marianne Vos ha chiuso al secondo posto della classifica con 1394.88 punti, uno scarto di appena 17 lunghezze: nella stagione della rinascita Vos era sul podio già al Trofeo Alfredo Binda in una fredda e piovosa giornata di marzo, poi la fuoriclasse della Waowdeals ha fatto incetta di risultati tra giugno e agosto ma, a livello di prestigio, i successi in Svezia e Norvegia non sono paragonabili a quelli ottenuti dalla connazionale. Visto lo scarto ridotto, tra Van Vleuten e Vos è venuto solo a mancare un duello finale che avrebbe potuto accendere la sfida: pur con la prospettiva di poter vincere il ranking, Vos ha scelto di chiudere a fine agosto con la strada e di concentrarsi sul ciclocross dove proprio questo weekend, mentre alcune colleghe erano in Cina per il Tour of Guangxi, lei s'è imposta a Berna in Coppa del Mondo.
Al Tour of Guangxi mancava anche Anna van der Breggen che con il suo terzo posto in classifica (1323.33 punti) aveva ancora la possibilità matematica di agguantare il primo posto: l'atleta della Boels-Dolmans ha però preferito aspettare il 2019 per sfoggiare per la prima volta in gara la sua nuova maglia di campionessa del mondo e non può certo dirsi insoddisfatta di una stagione che l'ha vista conquistare, oltre al primo Mondiale, anche Strade Bianche, Giro delle Fiandre, Freccia Vallone, Liegi-Bastogne-Liegi e due argenti a cronometro tra Mondiali ed Europei, risultati che purtroppo per lei non vengono conteggiati nell'UCI Women's World Tour.
Bertizzolo la migliore U23 dell'anno
Le atlete dei Paesi Bassi hanno lasciato solo le briciole alle avversarie: togliendo le due cronometro a squadre in Svezia e Norvegia, le orange hanno vinto ben 14 gare su 22 in gare e nessuna delle altre è riuscita a trionfare per più di una volta. L'Italia si è aggrappata alla vittoria di Marta Bastianelli alla Gent-Wevelgem a cui vengono affiancati i due successi di tappa di Giorgia Bronzini al Tour of Chongming Island e a Madrid: certo, i giudizi cambiano quando si prendono in considerazioni anche gli altri risultati, soprattutto quelli ottenuti con la maglia della nazionale tra Europei e Mondiali, ma con Bronzini che ha annunciato il ritiro nel 2019 sarà fondamentale ritrovare la miglior Elisa Longo Borghini (che è stata comunque la migliore delle nostre, undicesima) per tenere alto il tricolore durante tutta la stagione.
Buone notizie arrivano dalle giovani che se continueranno il trend di crescita ci potranno dare grosse soddisfazioni nel prossimo futuro. Balsamo, Paternoster, Consonni, Pirrone e Cavalli sono tutte atlete da seguire, ma al Galà UCI di fine anno è stata la 21enne Sofia Bertizzolo ad essere premiata per la vittoria nella speciale classifica riservata alle Under23 del Women's World Tour contraddistinta dalla maglia azzurra. La giovane veneta dell'Astana Women's Team non ha avuto grandi picchi di rendimento, anche se ha un bell'ottavo posto alla Freccia Vallone, ma è stata sempre molto costante a buoni livelli e la squadra le ha permesso di essere al via praticamente a tutte le grandi classiche della stagione: prima di lei troviamo nell'albo d'oro Kasia Niewiadoma e Cecilie Uttrup Ludwig che rispetto all'azzurra avevano entrambe un anno in più al momento della vittoria e la loro stagione era stata di maggiore impatto, ma la crescita graduale di Sofia potrebbe continuare anche dei prossimi anni per avvicinarsi a tutte le migliori.