
Volta a Catalunya, il direttore Peris: "C'era un accordo, ma i corridori non l'hanno mantenuto"
Dopo il caos della frazione di oggi, le accuse del direttore della corsa, che critica con fermezza l'atteggiamento dei corridori
La sesta tappa della Volta Ciclista a Catalunya 2025 si è disputata oggi in maniera decisamente inusuale a causa di una serie di modifiche al percorso e della successiva protesta dei corridori dovuta all'allerta meteo diramata dalla protezione civile catalana per forti raffiche di vento nelle zone montuose.
Una tappa portata a termine con il forcipe
Inizialmente designata come la tappa regina da Berga a Queralt, con un percorso di 159km e l'inclusione del Coll de Pradell, la frazione ha subito diverse variazioni prima e durante il suo svolgimento: il percorso era stato modificato già ieri sera, con l'eliminazione del passaggio sul Coll de Pradell e un accorciamento a 118.6 km, mantenendo comunque partenza a Berga e arrivo a Queralt.
Questa mattina però, poco prima della partenza, è stata annunciata una seconda modifica che ha ulteriormente stravolto il tracciato, proponendo un circuito di 146 km da affrontare due volte, con partenza e arrivo a Berga, ed eliminando tutte le salite. Il primo giro avrebbe dovuto svolgersi a velocità neutralizzata per verificarne la fattibilità.
Tuttavia, la situazione meteorologica in valle è apparsa subito contraddittoria rispetto all'allerta, con bel tempo e quasi totale assenza di vento. Dopo circa 40 km del primo giro neutralizzato, l'organizzazione ha persino chiesto ai corridori di aumentare l'andatura per evitare un arrivo troppo tardi. A questo punto, Primož Roglič si è fatto portavoce del gruppo e si è avvicinato alla direzione di corsa proponendo di iniziare la tappa immediatamente, completando solo il primo giro e dirigendosi direttamente al traguardo. Dopo una discussione, la direzione di corsa ha accettato il compromesso.
La corsa vera e propria è iniziata quindi dopo circa 60 km dalla partenza neutralizzata, per un totale di circa 25 km. La vittoria di tappa si è decisa nell'ultimo chilometro, quando Quinn Simmons ha sferrato l'attacco decisivo, anticipando Pavel Bittner e Corbin Strong. I tempi per la classifica generale sono stati presi a 5 km dal traguardo.

Le parole di Rubèn Peris
Al termine della frazione, Rubèn Peris, direttore della Volta Ciclistica a Catalunya, ha stigmatizzato l'atteggiamento dei corridori:
"La verità è che è stata una giornata spiacevole, sgradevole perché avevamo concordato di fare una cosa e non hanno mantenuto la promessa.
Avevamo detto fin dall'inizio che alcuni corridori non volevano partire. Devo essere grato a chi ha deciso di correre, come Enric Mas, Carlos Verona, Omar Fraile e altri, che erano pronti a partire. Ma alcuni non volevano uscire.
Abbiamo provato a trovare un accordo: avremmo fatto un primo giro di ricognizione e poi un secondo in gara. Ma a metà del primo giro hanno deciso di fermarsi e considerare la gara conclusa.
Sono molto turbato, perché è irrispettoso nei confronti dell'organizzatore, del pubblico e dei comuni che collaborano affinché tutto questo funzioni. Oggi alcuni corridori – non tutti, lo ripeto – non sono stati all'altezza della situazione.
Questa mattina, quando siamo partiti da Berga, c'era molto vento, ma avevamo già stabilito che avremmo fatto un giro di ricognizione prima di iniziare davvero. Tuttavia, a metà gara, non hanno rispettato l'accordo. E se i corridori decidono di non correre, non c'è nulla da fare.
Capisco che la vita sia in gioco, ma ci sono momenti e momenti. Non possiamo, alla minima difficoltà, privare il pubblico dello spettacolo.
Se i corridori non vogliono correre, puoi avere tutto pronto, ma se non vogliono, non correranno. Cosa possono fare gli organizzatori? È una questione da valutare e studiare, perché situazioni simili sono già accadute in altre gare e continueranno a verificarsi.
Capisco perfettamente cosa significa mettere a rischio la vita, e li difendo in questo. Ma ci sono momenti opportuni per certe decisioni, e oggi non era il momento di fermare la corsa."