Gli USA perdono le loro stelle
Mara Abbott, Kristin Armstrong ed Evelyn Stevens tra le atlete che si sono ritirate in questa stagione
Nel mondo dello sport, ed in particolare quello femminile o in discipline minori che generalmente hanno molta meno visibilità, i Giochi Olimpici rappresentazione spesGettso la fine di un ciclo nella carriera di un atleta: il ciclismo non fa eccezione e, dopo aver fatto una panoramica dei corridori che hanno deciso di smettere a durante la stagione 2016, vediamo ora chi tra le donne ha deciso di appendere la bicicletta al chiodo; curiosamente in questa lista ci sono tante atlete statunitensi con ben tre quarti della selezione olimpica di Rio de Janeiro che non sarà più in gruppo nel 2017.
Terzo oro olimpico, poi lo stop definitivo
Il giorno prima di compiere 43 anni, Kristin Armstrong si è laureata per la terza volta consecutiva campionessa olimpica della prova a cronometro, obiettivo che si era fissata dopo essere rientrata alle competizioni l'anno scorso. Spettacolare specialista delle prove contro il tempo, Kristin Armstrong aveva interrotto una prima volta la sua carriera dopo l'oro olimpico di Pechino 2008 e quello iridato di Mendrisio 2009 per diventare mamma: nel settembre 2010 ha dato alla luce Lucas William. Rientrata alle corse già a marzo 2011, Kristin Armstrong si è poi fermata di nuovo nel 2012 dopo aver trionfato nella cronometro dei Giochi Olimpici di Londra 2012, quindi il rientro nel 2015, l'oro ed infine quello che dovrebbe essere il definitivo ritiro dalla scena agonistica: il suo futuro della leggenda dell'Idaho sarà comunque legato al ciclismo visto che seguirà la preparazione della talentuosa statunitense Chloe Dygert, uno dei prospetti più interessanti di tutta la scena internazionale.
Carriera breve, ma molto intensa
La storia di Evelyn Stevens ormai è abbastanza nota: la statunitense classe 1983 è arrivata tardi al ciclismo dopo aver lasciato il suo posto di lavoro a New York nel campo dell'economia e della finanza. Alla prima corsa in Europa nel 2009 desta subito impressione vincendo una tappa e classificandosi seconda alla Route de France: da lì le si aprono subito le porte dei grandi squadroni internazionali come HTC-Columbia, Specialized-Lulumon ed infine Boels-Dolmans, facendosi apprezzare per sia per le qualità in bicicletta che per quelle umane. Alcuni evidenti limiti tecnici, sono stati ben compensati da doti fisiche decisamente fuori dal comune che le hanno permesso di brillare sia a cronometro che in salita: in carriera ha vinto una Freccia Vallone, un Giro di Turingia, una Route de France, il Boels Rental Ladies Tour, il Giro del Trentino, quattro titoli mondiale della cronosquadre e poi ancora cinque tappe al Giro Rosa dove ha conquistato anche due podi finali e infine un argento ed un bronzo ai Mondiali a cronometro. Con 47.98 chilometri, Evelyn Stevens è la detentrice del Record dell'Ora femminile, primato stabilito lo scorso febbraio a Colorado Springs: chi riuscirà a batterla?
Saluta anche la più forte scalatrice del gruppo
La gara su strada dei Giochi Olimpici di Rio è stata l'ultima apparizione in carriera di Mara Abbott che a 31 anni ha deciso di fermarsi: con lui esce dal gruppo forse l'ultima grande scalatrice pura del ciclismo femminile, un'atleta che sarebbe stato interessante vedere all'opera sui percorsi di 15/20 anni, molto più ricchi di grandi montagne rispetto a quelli attuali. In Brasile per Mara Abbott è arrivata la più atroce delle beffe: da sola in testa alla corsa (grazie alla caduta di Annemiek Van Vleuten, va detto) ha assaporato per diversi chilometri la medaglia d'oro salvo poi essere ripresa a pochissime centinaia di metri dal traguardo per "colpa" della nostra Elisa Longo Borghini, sua compagna di club, e finire la quarto posto senza niente in mano. In ogni caso durante la sua carriera, rallentata più volte per disturbi alimentari, Mara Abbott ha saputo togliersi diverse soddisfazioni: in Europa il suo terreno di caccia preferito è stato il Giro d'Italia da lei vinto nel 2010 e nel 2013 ed in cui ha conquistato un totale di sette vittorie di tappa; a livello nordamericano è notevolissimo il record di sei vittorie in dieci anni al Tour of the Gila.
Le Olimpiadi ed i rientri infruttuosi
Il sogno di una medaglia o anche solo una partecipazione ai Giochi di Rio aveva spinto alcune atlete a tornare in gruppo e provarci. In caso più clamoroso di quest'anno è stato quello dell'elvetica Nicole Brändli: a 37 anni e dopo sei stagioni di stop, la tre volte vincitrice del Giro era tornata con l'obiettivo di andare in Brasile ma il terzo posto al Tour of Zhoushan Island non è ovviamente bastato a convincere i tecnici ad assegnarle l'unico posto a disposizione della Svizzera. La fine maggio la seconda parte della sua carriera agonistica era già terminata.
Parentesi molto veloce anche per Emma Pooley che, dopo aver lasciato il ciclismo (ma non lo sport di resistenza) nell'estate del 2014 con due argenti ai Giochi del Commonwealth, a differenza della collega svizzera un posto per volare in Brasile è riuscito ad ottenerlo, seppur con qualche polemica vista l'assenza di risultati di rilievo nel 2016: a Rio nella prova in linea ha lavorato un po' per Lizzie Armistead prima di ritirarsi, nella cronometro non è andata oltre un deludente 14° posto. A inizio stagione poi aveva provato a riattaccarsi un numero sulla schiena anche Monia Baccaille, ferma ormai da Londra 2012 per una doppia maternità: la 32enne umbra ci ha provato ma si è presto resa conto delle grandi difficoltà e dopo aver collezionato alcuni ritiri ha deciso di fermarsi definitivamente già nel mese di aprile.
Non si ritirano solo le big
A 37 anni ha deciso di dire basta anche l'esperta neozelandese Joanne Kiesanowski, colonna dell'americana TIBCO nelle ultime otto stagioni ma con trascorsi anche in squadre italiane: molto buono il suo 2005 in maglia Nobili Rubinetterie-Menikini, nel 2008 con la Fenixs invece ha colto il suo miglior piazzamento (ottava) ad un Campionato del Mondo. In Olanda invece ritiro per Vera Koedooder e per la 31enne Iris Slappendel, vincitrice di un Campionato Nazionale e del GP Comune di Cornaredo nel 2012; tra le cugine belghe è arrivato il momento di appendere la bicicletta al chiodo per la 26enne Evelyn Arys, campionessa europea Under 23 nel 2012, e per la 29enne Lieselot Decroix, molto prottente da giovane poi rimasta sempre a livelli discreti ma mai eccelsi. In Australia invece segnaliamo il ritiro di Chloe McConville che nel corso della stagione ha anticipato di qualche mese lo stop previsto a fine anno a causa di problemi fisici.
Ma c'è anche chi ci ripensa
Secondo quelli che erano stati gli annunci ad inizio stagione, il 2016 doveva essere anche l'ultimo anno della fantastica carriera di Giorgia Bronzini ed Emma Johansson, entrambe le atlete della Wiggle High5 però hanno cambiato idea e nel 2017 continueranno a vestire la maglia della formazione diretta da Rochelle Gilmore. Dopo la grandissima delusione di Doha con un malanno che l'ha messa fuori dai giochi poche ore prima del via, Giorgia Bronzini starebbe già studiando il percorso del Mondiale di Bergen 2017, non durissimo ma neanche facilissimo e che quindi potrebbe adattarsi molto alle sue caratteristiche: nel 2016 ha vinto quattro corse, tra cui due tappe al Giro, e può togliersi ancora qualche soddisfazione.
Emma Johansson invece è reduce dall'ennesima stagione in cui è stata protagonista praticamente dall'inizio alla fine: ha vinto due tappe e la classifica all'Emakumeen Bira e si è piazzata sul podio al Fiandre, alla Strade Bianche ma soprattutto ai Giochi Olimpici di Rio dove ha conquistato una medaglia d'argento che, visto il percorso, in pochi avrebbero pronosticato. Da quanto si è potuto capire, il suo 2017 dovrebbe essere un po' meno denso di impegni agonistici, ma cercherà di mettere la sua esperienza al servizio delle giovane della squadra in attesa di ritirarsi, stavolta definitivamente, a fine 2017.