Skjelmose vincente coi piedi per terra, Evenepoel fa mea culpa: "Errore tattico"
Alla Paris-Nice il danese sfrutta la situazione, mentre Jorgenson punta alla maglia gialla dell'amico McNulty. Remco si addossa la responsabilità: "Non sapevo se seguire Jorgenson"
Le parole dei protagonisti dopo la sesta tappa della Paris-Nice, vinta da Mattias Skjelmose. Il danese si è imposto in una volata a tre sugli statunitensi Brandon McNulty e Matteo Jorgenson, che a loro volta possono considerarsi vincitori per quanto hanno guadagnato in classifica generale. Il corridore della UAE Emirates è infatti tornato in maglia gialla, mentre il connazionale del Team Visma crede nella possibile vittoria finale.
Il grande deluso di giornata è sicuramente Remco Evenepoel, che si è preso tutte le responsabilità per la situazione che si è venuta a creare negli ultimi trenta chilometri di tappa, in cui un errore di valutazione in salita gli è costato quasi un minuto di distacco dai primi tre, e lo costringerà a inventarsi qualcosa nelle ultime due tappe.
Mattias Skjelmose: “Una vittoria strana, altri sono più forti di me”
"Sono molto felice e sorpreso: mi sono sentito molto bene per tutta la tappa, ma in queste giornate così particolari serve anche molta fortuna. La squadra ha lavorato perfettamente per me quando Mads è stato ripreso dopo essere stato in fuga, e quando la squadra lavora così riduce al minimo la fortuna necessaria. Non pensavo subito di dover seguire Jorgenson, pensavo che Remco, Primož o uno degli altri in alta classifica andasse a chiudere, ma poi sono andato a tirare e mi hanno lasciato qualche metro. A quel punto ho proseguito, Brandon mi ha raggiunto e siamo riusciti a chiudere su Matteo.
Adoro correre in Francia e specialmente in questa zona, l'anno scorso era stato emozionante vincere qui vicino al Tour du Var. Questa è anche la mia prima vittoria dell'anno, e la prima è sempre speciale. Posso ancora vincere? Nel ciclismo sono accaduti miracoli più grandi di quello che dovrei fare io per vincere la Paris-Nice, ma penso che altri siano più forti di me. Oggi è stata una vittoria strana, perché hanno giocato sul vantaggio che avevano su di me in classifica, non è il modo migliore per vincere e credo che gli altri fossero migliori di me oggi. Sono comunque in ottima forma, mi sento meglio oggi che prima di vincere il Tour de Suisse l'anno scorso, sono in una buona posizione ora. È vero che ho perso tempo nella cronosquadre, ma forse non avrei potuto vincere la tappa oggi perché non mi avrebbero lasciato andare se non avessi avuto così tanto distacco in classifica, sono soddisfatto di dove sono ora."
Brandon McNulty: “Non mi aspettavo di riprendere la maglia”
“Quando sono venuto a questa corsa pensavo ci fossero un paio di tappe dure e poi delle volate prima delle montagne, ma poi guardando meglio nei giorni scorsi abbiamo notato quanto fosse duro il circuito finale di oggi, per cui questa mattina ci aspettavamo che diverse squadre potessero provare qualcosa, e poi il meteo ha fatto il resto. Prima che la fuga andasse era abbastanza ovvio che ci sarebbe stata battaglia, e alla fine è stato esattamente così. Mi aspettavo attacchi nel circuito, ma non pensavo di riprendere la maglia gialla, ma eccoci qua! Siamo in una buona posizione ora, ma mancano due tappe molto impegnative e probabilmente con maltempo, per cui vedremo giorno per giorno dove possiamo arrivare. Oltre ai miei compagni di squadra, quello con cui lavorerei meglio in una fuga del genere è Matteo, da junior facevamo lo stesso. Dobbiamo difenderci domani, è una tappa corta quindi mi aspetto caos e grande lotta per andare in fuga, poi sulla salita finale daremo tutto, dovremo correre bene di squadra e difendere la maglia.”
Matteo Jorgenson: “Credo sia possibile vincere la generale”
“Pensavo che sarebbe stato una giornata per la GC, faceva freddo e pensavo piovesse anche prima, è stata molto dura. La fuga è andata via dopo più di due ore e ha reso tutto ancora più difficile, poi Ineos voleva tenere la corsa chiusa ed è stato perfetto così. Bisognava essere in posizione sulla salita finale e aspettare il momento giusto: sapevo che Remco e Primož avrebbero provato sul tratto più duro e speravo ci fosse un momento di esitazione in cima e per fortuna c'è stata. Sono stato un po' sorpreso del vantaggio avuto, mi aspettavo di guadagnare qualcosa ma arrivare a un minuto a un certo punto è stato sorprendente. Non so se ci sia stato tatticismo o se avevo le gambe migliori, sicuramente mi sento molto bene ma c'erano grandi corridori dietro. Penso di poter vincere? Onestamente credo sia possibile, sicuramente ci proverò, Brandon è un amico ma non lascerò niente di intentato. Di solito vado molto bene col freddo e la pioggia, spero di avere buone gambe domani.”
Remco Evenepoel: “Non sapevo se seguire Jorgenson, ho sbagliato io”
“Non sono sorpreso, era probabile che arrivasse un gruppetto ristretto in un finale del genere, ma ovviamente avrei preferito essere davanti e non dietro. Avevo le gambe ma ho fatto un errore tattico, quando Roglič ha attaccato e poi ci siamo fermati. Quando Jorgenson ha attaccato non sapevo se seguire, ma ovviamente dopo la corsa è sempre facile parlare, credo che sia stata colpa mia essere nel secondo gruppo e non davanti. Quando sono partiti Skjelmose e McNulty poi tutti guardavano me, e purtroppo è anche caduto Buitrago che avrebbe collaborato. Inizialmente è stato un mio errore, ma poi il vantaggio è salito così rapidamente per la mancanza di collaborazione.
Purtroppo tutti guardavano me e nessuno voleva tirare insieme, sulla salita il distacco è rimasto circa lo stesso, ma poi sul falsopiano che portava allo sprint intermedio è aumentato perché eravamo solo io, Vlasov e ogni tanto Roglič a tirare, è un peccato che nessuno avesse la stessa voglia di collaborare per ridurre il gap o andarli a riprendere. Ci sono state molteplici situazioni sfortunate per noi, ma è soprattutto stata colpa mia per non aver attaccato o seguito gli attacchi. Spero di avere le stesse gambe nei prossimi giorni e vedremo cosa succederà, ma non sarà facile."