Nona tappa del Tour de France: Anthony Turgis vince e regala l'unica vittoria World Tour del 2024 alla TotalEnergies © Tour de France
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TotalEnergies controcorrente: "World Tour? Non ci interessa"

Il direttore sportivo Jean-René Bernaudeau critica il metodo di assegnazione delle licenze: "Con questo sistema il WT diventa una conseguenza, non un obiettivo"

Al termine della prossima stagione su strada si concluderà anche il triennio 2023-2025, valido per l'assegnazione delle licenze World Tour. Il regolamento prevede che a conquistare la promozione per tutto il triennio seguente siano le prime diciotto formazioni del ranking UCI. Non solo: alle prime due squadre tagliate fuori dalla top 18, che diventano le prime due formazioni del Pro Tour, è garantito l'invito a tutte le corse World Tour, mentre alla terza è assicurato l'invito alle corse World Tour di un giorno.

Nelle ultime due stagioni la legittimità del sistema proposto dall'UCI è stata messa in discussione da più parti e ha portato le squadre di metà e bassa classifica a riconsiderare le loro scelte di calendario, così come le strategie di gara.

Tra le squadre attualmente licenziate come Pro Tour c'è anche la TotalEnergies, la formazione francese con base in Vandea, che al momento riceve l'invito a tutte le corse World Tour di un giorno in virtù del triennio 2020-2022. Nel 2024, pur conquistando 13 vittorie, la compagine francese ha perso terreno dalle avversarie nel ranking, e sembra difficile che in una sola stagione possa scalare la classifica e ad agguantare il 21° posto, attualmente occupato dalla Astana Qazaqstan con un vantaggio di quasi tremila punti.

Bernaudeau è chiaro: “Il World Tour non è un nostro obiettivo”

Nonostante ciò, la situazione non preoccupa i vertici del team; parola del direttore sportivo Jean-René Bernaudeau, che si è espresso sul sistema delle licenze in modo critico.

“Il ranking? Noi non lo guardiamo, non ci interessano i punti UCI. Per noi è una battaglia persa in partenza: dato che contano solo i punti dei venti migliori corridori della squadra, tutte le formazioni con trenta corridori e una ricca sezione development con cui sostituire corridori infortunati hanno un vantaggio per noi incolmabile.”

Jean-René Bernaudeau, storico direttore sportivo della squadra francese, non pensa al World Tour © TotalEnergies
Jean-René Bernaudeau, storico direttore sportivo della squadra francese, non pensa al World Tour © TotalEnergies

“Più che un obiettivo, il World Tour è una conseguenza”

Secondo Bernaudeau, la scelta dell'UCI ha cambiato profondamente i meccanismi di ragionamento delle squadre.

“Con questo sistema il World Tour non può essere più un obiettivo, ma diventa una conseguenza. La vedo così: quando si vuole vincere una gara, bisogna assumersi il rischio di perderla, anche se comporta rinunciare a un piazzamento. Se pensi ai punti, non rischi niente: a quel punto non c'è più gusto.”

In merito al Tour de France, che per la squadra rappresenta da anni l'appuntamento principale, Bernaudeau si è detto convinto di poter ottenere una wild card anche nel 2025.

“Il Tour de France è di vitale importanza per noi. Tutte le volte che lo abbiamo corso ci siamo messi in mostra, perché è una gara fondamentale anche per il nostro sport. Nel 2024 abbiamo corso molto bene; un corridore giovane come Vercher, che era al suo primo Grande Giro, ha sfiorato la vittoria. E che dire di Anthony (Turgis, ndr)? La sua vittoria nella nona tappa vale tutti i punti UCI del mondo.”

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