Alla Freccia del Brabante gli AG2R Godon in due
Dorian vince a Overijse battendo un coraggioso Ben Healy, il suo compagno Benoît Cosnefroy anticipa il gruppo e si prende un posticino sul podio. Top ten per Andrea Bagioli
Ben Healy ha 22 anni e prima di quest'ultimo mese in pochi si erano accorti di lui nel ciclismo professionistico: da "dilettante" aveva pure interessanti successi (tappe al Giro Under o alla Ronde de l'Isard), e un paio di titoli nazionali (lui è irlandese) li aveva pure conquistati, uno in linea nel 2020 e uno a cronometro l'anno scorso. Ma le corse italiane di marzo ci hanno presentato un ragazzo che non ha paura di attaccare, di osare, di provarci, e si è portato a casa due vittorie, una tappa alla Coppi e Bartali e il GP di Larciano.
Oggi alla Freccia del Brabante è stato l'anima della corsa, col suo tirare con la testa storta, rilanciando sempre l'azione d'attacco e andando a giocarsi un altro successo. Che gli è però sfuggito, perché sulla sua strada ha trovato un Dorian Godon solido, puntuale, inesorabile nel far valere una maggior potenza nello sprint a due che ha deciso la corsa. Quasi 27 anni, passista scalatore mai stato così vincente in una carriera spesa tra Cofidis e AG2R, prima di oggi il ragazzone nato a Vitry-sur-Seine (a due passi da Parigi) aveva esultato solo in patria, annoverando in particolare una bella doppietta (2020 e 2021) alla Paris-Camembert; l'ultima sua affermazione risaliva al Tour du Doubs del 2021 (probabilmente la sua stagione migliore).
Nel giorno in cui l'AG2R Citroën festeggia doppio (perché Benoît Cosnefroy si è preso il terzo gradino del podio) la carriera di Godon vive un rilancio forse insperato, di sicuro non annunciato in tali dimensioni dai pur discreti piazzamenti collezionati in diverse frazioni della recente Volta a Catalunya. Il futuro ci dirà se Dorian saprà mettere ancora (e maggiormente) a frutto questa rinnovata fiducia in se stesso.
La Freccia del Brabante 2023 (205.1 km da Leuven a Overijse) era la 63esima della storia. Prima di oggi 38 vittorie belghe, 7 olandesi e 6 italiane: la prima fu quella di Arnaldo Pambianco nel 1964, l'ultima l'ha conquistata nel 2017 Sonny Colbrelli, e in mezzo ci sono state la doppia affermazione di Michele Bartoli (1994 e 1999) e le perle singole di Gianluca Pianegonda (1997) e Luca Paolini (2004). L'anno scorso si impose Magnus Sheffield, assente oggi.
Dopo una decina di chilometri è partita la fuga del giorno, composta da Johan Meens (Bingoal WB), Sander de Pestel (Flanders-Baloise), Rory Townsend (Bolton Equities Black Spoke) e Tord Gudmestad (Uno-X). Il gruppo ha lasciato abbondantemente fare e il vantaggio dei primi è arrivato fino a 6' dopo 30 km, per attestarsi su quella misura per diverse decine di chilometri ancora; dopo due quinti di gara comunque il gruppo ha cominciato a rimontare, com'era inevitabile che fosse, e poi una volta raggiunto il circuito conclusivo (di cui si dovevano coprire tre giri e mezzo) l'andatura dietro è ulteriormente aumentata, insieme ai vari frazionamenti del plotone.
Molte le accelerazioni e le strappate in questa fase, finché ai -59 è stato Rémi Cavagna (Soudal-Quick Step) a mettersi da solo in caccia dei primi, ai quali non restavano che poche decine di secondi. Il francese ha raggiunto la testa della corsa ai -55 e da quella posizione (a ruota gli resisteva solo Gudmestad) ha aspettato eventuali rientri, mentre alle sue spalle si moltiplicavano i tentativi di contrattacco. I primi (ma a posteriori diremo: gli unici) a rinvenire sono stati Andreas Kron (Lotto Dstny), Dorian Godon (AG2R Citroën), Ben Healy (EF Education-EasyPost) e Lucas Eriksson (Tudor), che hanno raggiunto la coppia al comando a 45 km dalla conclusione, un attimo prima del secondo transito dal traguardo.
Al passaggio (due giri dal termine) i battistrada difendevano 35" che poi sono ulteriormente cresciuti nonostante la Bahrain-Victorious abbia cominciato a inseguire con Jonathan Milan; sul penultimo Hertstraat ai -38 Healy ha ulteriormente alzato il livello dello scontro, andandosene da solo, mentre dal gruppo provava a emergere Kim Heiduk (INEOS Grenadiers).
Ai -33 Healy e Heiduk venivano contemporamente ripresi dai rispettivi inseguitori, un minuto scarso tra le due entità e gruppetto di testa decisamente lanciatissimo. Sul Moskesstraat ai -32 Godon ha forzato e l'accordo tra i primi è andato scemando; nel frattempo la Cofidis ha alzato l'andatura del gruppo e al successivo passaggio dal traguardo ai -22 il margine era sceso di una decina di secondi. A questo punto Cavagna ha capito che bisognava fare qualcosa ed è partito come una scheggia ai -21. Ma Healy ha guidato la riscossa, sullo strappo di Haagard ha chiuso sul corridore della Soudal e il suo cambio di ritmo ha fatto male a Kron e a Eriksson; Gudmestad si era staccato poco prima, Cavagna e Godon sono stati in grado di rispondere all'irlandese.
La Lotto si è impegnata maggiormente per provare a ricucire e permettere ad Arnaud de Lie di sprintare sul traguardo. Il promettentissimo belga addirittura ha cercato di forzare in prima persona sull'ultimo Hertstraat (-16), però davanti Healy continuava a martellare, e in questo caso Cavagna ha dovuto gettare la spugna. De Lie ha insistito anche sul Moskesstraat (-10) ma ormai la corsa era andata e la coppia Healy-Godon risultava imprendibile per chiunque. Il massimo che ha potuto fare il gruppo è stato di riprendere prima Gudmestad e poi Eriksson e Kron.
La volata sulla rampa di Overijse era annunciata con poca storia: troppo superiore nello specifico Godon, certo Healy ha fatto le mosse giuste, ha lasciato all'avversario l'onere di impostare la volata in testa, ma ugualmente non c'è stata storia: nettissima la vittoria di Dorian, la settima in carriera; il buon Ben l'ha comunque presa con filosofia. La gioia AG2R è stata peraltro doppia, perché dal gruppo è uscito fortissimo Benoît Cosnefroy, giusto in tempo per superare negli ultimi metri Cavagna ed esultare per il successo di squadra (a 21" dal compagno); a Rémi, per il quale anche una foratura ai 5 km ha concorso alla perdita del podio, è rimasto un quarto posto pieno di rimpianti, giusto un passo prima del gruppo regolato da Axel Zingle (Cofidis) per il quinto posto. Nei 10 anche Andrea Bagioli (Soudal-Quick Step), precisamente ottavo.