Daje Simo', Famoli Neri
Velasco conferma il suo talento con un gran numero al Laigueglia e riporta la Neri Sottoli al successo in Italia dopo quasi 3 anni; podio giovane con Nicola Bagioli e la sopresa Matteo Sobrero
La mancata Wild Card per il Giro d'Italia 2019 era stata un duro colpo per la Neri Sottoli-Selle Italia-KTM che però da quella delusione ha trovato la forza per reagire e lo ha fatto come meglio non potrebbe: la risposta si è concrettizzata con la splendida vittoria di Simone Velasco al Trofeo Laigueglia, la classica d'apertura del calendario italiano che quest'anno è giunta alla sua cinquantaseiesima edizione; per Angelo Citracca e Luca Scinto una festa assoluta perché l'esaltante assolo del 23enne elbano segna anche il ritorno al successo in Italia per il team toscano dopo un'astinenza che durava addirittura dal marzo 2016, dalla vittoria di Jakub Mareczko nella terza tappa della Settimana Coppi e Bartali.
Sette uomini in fuga da lontano
Il Trofeo Laigueglia 2019 aveva preso il via con una fuga di sette corridori che è riuscita ad uscire dal gruppo attorno al chilometro 18 di gara: gli attaccanti di giornata erano Jonas Aaen (Riwal Readynez), Michael Piccot (Biesse Carrera), Giulio Masotto (Team Colpack), Andrea Ferrari (Iseo Serrature Rime Carnovali), Evgeny Kobernyak (Gazprom Rusvelo), Federico Burchio (D’Amico UM Tools) ed Emanuele Amadio (Cycling Team Friuli) mentre non è riuscito a concretizzare l'aggancio alla fuga buona Antonio Di Sante della Sangemini-Trevigiani che dopo qualche chilometro di inseguimento solitario si è fatto riprendere dal gruppo.
I sette battistrada non destavano particolari preoccupazioni al plotone e alle squadre dei favoriti che hanno lasciato che il vantaggio salisse fino ad un massimo di otto minuti sulla prima facile salita di giornata, quella di Onzo. Qualche chilometro più avanti invece è arrivato il primo cenno di risveglio da parte del gruppo che affrontando il gran premio della montagna di Cima Paravenna ha accelerato sotto l'impulso di Nippo-Vini Fantini-Faizanè e Androni-Sidermec su tutte: nella fase centrale di gara la situazione è rimasta sostanzialmente invariata, con il plotone in lento ma inesorabile recupero ed i fuggitivi determinati a prolungare il più possibile la loro avventura.
Sulla salita del Testico sono rimasti davanti Aaen, Piccot, Masotto e Ferrari, ma è nel tecnico tratto di discesa successivo che c'è stato qualche movimento interessante tra gli inseguitori: le curve e l'alta velocità hanno creato un frazionamento nel plotone ma, a differenza dell'anno scorso, nessuna squadra ha provato a sfruttare la situazione e così tutti sono rientrati appena tornati in pianura. E alla fine al chilometro 141 anche l'avventura dei quattro fuggitivi superstiti si è conclusa: per loro 123 chilometri in avanscoperta.
Quattro all'attacco sulla prima ascesa di Colla Micheri
Al chilometro 158 il passaggio sotto al traguardo di Laigueglia ha segnato l'ingresso nel circuito finale di Colla Micheri da ripetere quattro volte, e come tutti si attendevano è qui che si è infuocata la corsa. Ad affrontare in testa le prime rampe è stato Fabio Felline con la maglia della Nazionale, ma a piazzare il primo vero scatto è stato proprio Simone Velasco della Neri Sottoli che si è portato dietro Jacopo Mosca (D'Amico), Andrea Toniatti (Colpack) ed il canadese Alexander Cataford (Israel): allo scollinamento il loro vantaggio era di appena 15", ma a quel punto è entrare in scena Velasco che ha sfruttato le sue qualità di biker rilanciando l'andatura in discesa e scappando via a tutti.
Al secondo passaggio su Colla Micheri il corridore toscano aveva preso 23" sui più immediati inseguitori mentre il gruppo era già attardato di 1'20" con le maglie della Neri Sottoli-Selle Italia-KTM nelle prime posizioni a controllare tenendo il ritmo relativamente basso. Nel plotone poche squadre avevano i numeri e le forze per organizzare un inseguimento efficace e a quel punto la soluzione tattica è stata quella del contrattacco: Giulio Ciccone (Italia) e Matteo Montaguti (Androni) si sono mossi marcati da Davide Gabburo (Neri), hanno ripreso Mosca e Cataford e sono riusciti ad arrivare a soli 25" dal fuggitivo solitario.
Ciccone ci prova, ma la discesa sorride a Velasco
A quel punto sembravano ridursi le possibilità di vittoria di Simone Velasco anche perché sulla terza ascesa di Colla Micheri è partito a tutta Giulio Ciccone che ha provato a chiudere da solo il buco: il corridore abruzzese è arrivato ad appena 13" dal fuggitivo solitario che però ha nuovamente allungato appena la strada è tornata a scendere e ha potuto sfruttare la sua grande abilità di guida. All'inizio dell'ultimo giro Velasco aveva riportato a 40" il suo vantaggio sui primi inseguitori ed a un minuto quello sul gruppo principale ormai sempre più ridotto.
Sulla salita finale Ciccone ha tentato l'ultimo assalto, mentre la dietro è stata l'AG2R La Mondiale a piazzare una progressione molto decisa per provare a ribaltare le sorti della corsa, senza però ottenere gli effetti sperati: al gran premio della montagna Velasco è transitato ancora da solo con 18" su Ciccone e 27" su Kilian Frankiny (Groupama-FDJ) ed un ottimo Nicola Bagioli (Nippo-Vini Fantini), già protagonista qui a Laigueglia l'anno scorso quando si piazzò quarto. Ma ancora una volta la discesa ha fatto emergere le qualità di Simone Velasco che oggi si è dimostrato indiscutibilmente il più forte tra i corridori in gara: il 23enne elbano ha allungato ancora e superato anche l'ultimo strappo di Capo Mele ha capito che ormai era fatta.
Prima vittoria da professionista per Velasco
Sul rettilineo finale Simone Velasco ha avuto tutto il tempo per godersi appieno il suo primo successo da professionista. Approdato dalla Bardiani-CSF nel 2016 dopo ottimi trascorsi da Under23, nelle sue prime stagioni nella massima categoria la carriera di Velasco è stato rallentato da una fastidiosa mononucleosi e solo nella seconda metà dell'anno passato ha iniziato a risentire le sensazioni migliori. Adesso per Simone Velasco si prospetta una calendario quasi tutto in Italia in cui potrebbe ritagliarsi altri spazi da grande protagonista: dopo il GP Izola in Slovenia, andrà in Francia per le due gare di un giorno dell'Ardèche e quindi Strade Bianche, Larciano, Tirreno-Adriatico, Milano-Saremo e così via con tutte le altre gare di casa.
Nel finale di corsa alle spalle di Velasco si è formato un quartetto con Nicola Bagioli, Francesco Gavazzi e Kilian Frankiny che sono andati a riprendere Giulio Ciccone, ma proprio ai 600 metri finali si sono fatti sotto anche Nans Peters, François Bidard, Ildar Arslanov ed il giovane Matteo Sobrero. Per la seconda posizione è stata quindi volata a otto con Nicola Bagioli nettamente davanti a tutti a 42" al vincitore seguito dal sorprendente (e sopreso) piemontese Matteo Sobrero, non certo il nome più pronosticabile di una Nazionale Italiana che poteva contare su ben quattro corridori World Tour al via. Quarto posto per Francesco Gavazzi dell'Androni, quinto Nans Peters (AG2R), sesto un combattivo Giulio Ciccone (Italia), settimo Kilian Frankiny (Groupama), ottavo Ildar Arslanov (Gazprom), nono François Bidard (AG2R); a 1'18" è giunto al traguardo un altro gruppo di una quindicina di corridori regolato in volata da Davide Cimolai.