Julien Trarieux e l'esultanza di Samuel Leroux per la prima vittoria stagionale della Van Rysel-Roubaix Lille Métropole © China Glory e Michaël Gilson/DirectVelo
Mondo Continental

Trarieux e Van Rysel, due modi diversi di risorgere

Il corridore della China Glory, vincitore del Tour of Huangshan, nel 2016 rischiò la paralisi a causa di un incidente d'auto. L'arrivo dello sponsor Van Rysel ha salvato la storica Roubaix Lille Métropole dal fallimento

26.07.2023 23:30

Venticinquesimo appuntamento con la rubrica Mondo Continental. In questa puntata: SD WORX BW Classic, Campionati Nazionali, Tour of Huangshan, Visegrad 4 Bicycle Race-GP Poland, Visegrad 4 Bicycle Race-GP Czech Republic, GP Kranj, Cupa Max Ausnit, GP de la ville de Pérenchies, Memoriał Andrzeja Trochanowskiego, Julien Trarieux, un francese alla conquista della Cina, e la Van Rysel-Roubaix Lille Métropole, dal rischio fallimento alle vittorie.

Le corse della settimana

SD WORX BW Classic

Milan Fretin vince la SD WORX BW Classic ©️ Kimberlee Charlton

In Belgio si è disputata la seconda edizione della SD WORX Brabant Wallon Classic, una corsa di un giorno che quest’anno faceva il suo esordio nel calendario UCI. Al via si sono schierate diciotto squadre: un ProTeam (il Team Flanders-Baloise), un ProTeam di ciclocross (la Pauwels Sauzen-Bingoal), nove Continental, una squadra di ciclocross e sei formazioni dilettantistiche.

La gara prevedeva partenza e arrivo a Tubize e ha potuto vantare nel comitato organizzatore la presenza dell’assessore allo sport del comune, Walter Baseggio. Belga di origini italiane, è stato nei primi anni 2000 uno dei migliori calciatori del suo paese e ha giocato anche in Serie A con la maglia del Treviso. 

Il percorso presentava un profilo adatto alle ruote veloci. Dopo un lungo tratto in linea, in cui il principale punto di interesse era rappresentato da un settore in pavé di 2000 metri, si entrava nei tre giri di un circuito finale lungo circa diciassette chilometri e con difficoltà altimetriche non troppo rilevanti. 

Come prevedibile la corsa è stata decisa da uno sprint di gruppo, che ha premiato Milan Fretin (Team Flanders-Baloise). Il ventiduenne ha, quindi, conquistato la sua prima vittoria UCI in carriera e ha, contestualmente, regalato il primo successo stagionale alla sua squadra. Al secondo posto si è piazzato l’estone Norman Vahtra (Van Rysel-Roubaix Lille Métropole), che aveva provato a lanciare una volata lunga, ma si è dovuto arrendere alla rimonta del belga. Il podio è stato completato dal giovane Siebe Deweirdt (Soudal-Quick Step Devo), al miglior risultato in carriera in una prova del calendario internazionale.

Campionati Nazionali Malesia e Messico

Il podio della prova in linea dei campionati malesi © Terengganu Polygon

In settimana si sono svolti i campionati nazionali di due paesi che ancora mancavano all’appello: la Malesia e il Messico.

La cronometro in Malesia è stata vinta per la quarta volta consecutiva da Muhammad Nur Aiman Bin Rosli. Il ventiquattrenne è rimasto recentemente senza squadra, a causa della chiusura del Team Sapura per problemi economici, ma non si è perso d’animo e si è confermato il corridore più forte del paese nelle prove contro il tempo. Sul podio con lui sono saliti due corridori della Terengganu Polygon, Muhammad Nur Aiman Mohd Zariff e Nur Amirul Fakhruddin Mazuki, staccati rispettivamente di 39” e di 4’12”.

Tra gli under 23 ha vinto Zhe Yie Kee (Terengganu Polygon), che ha preceduto di 28” Mior Muhammad Hazwan Hamzah e di 1’17” Muhammad Faiz Fakhri Omar. Se avesse corso tra gli élite, il vincitore sarebbe finito sul podio, dato che il suo è stato il terzo tempo assoluto, a 3’24” da Rosli.

Nella prova in linea, gli under 23 hanno corso su una distanza più breve rispetto agli élite e il titolo è andato a Muhamad Iqbal Daniel Mohd Nawawi, che ha superato di 4” Muhammad Iskandariah Medina Mohd Isham e di 9” Muhammad Faiz Fakhri Omar, costretto ad accontentarsi di un’altra medaglia di bronzo dopo quella della cronometro.

Fra gli élite si sono giocati il successo gli stessi corridori che avevano battagliato per il titolo a cronometro. L’esito, però, è stato diverso: al termine di una combattutissima volata a due, Muhammad Nur Aiman Mohd Zariff ha battuto Muhammad Nur Aiman Bin Rosli, impedendogli di mettere a segno la doppietta. A 2’02” Irwandie Lakasek (Terengganu Polygon) ha vinto la volata per il terzo posto.

In Messico la cronometro ha premiato per la quarta volta Ignacio Prado, uno dei corridori più noti del paese. Il ventinovenne ha rifilato 1’21” a Edgar Cadena e 1’37” a Miguel Arroyo. Clamoroso dominio di José Ramon Muñiz fra gli under 23: in 36 chilometri, il ventunenne della Petrolike ha inflitto un distacco di 6’33” al più vicino dei rivali, Lance Derek Zamora, mentre Nazareth Cuautle ha completato il podio con un ritardo di 8’09”. Muñiz avrebbe vinto nettamente anche la prove élite, dato che il suo tempo è stato più veloce di quello di Prado di ben 1’45”.

Nella prova in linea élite e under 23 hanno corso insieme e cinque corridori si sono giocati la vittoria in volata: lo spunto migliore è stato quello di Edgar Cadena, che ha conquistato, così, il suo secondo successo UCI in carriera dopo una tappa della Vuelta a Colombia 2022. Sul podio con lui sono saliti due under 23: il dominatore della crono José Ramon Muñiz e Ricardo Ramírez.

Tour of Huangshan

Il podio finale del Tour of Huangshan Tour of Huangshan ©️ Terengganu Polygon

Dopo tre anni di forti restrizioni, che hanno praticamente azzerato gli eventi internazionali nel paese, la Cina ha riaperto in grande stile quest’anno: dopo il Tour of Qinghai Lake, nei prossimi mesi dovrebbero tornare a disputarsi altre corse di buon livello come Tour of Taihu Lake, Tour of Hainan e Tour of Guangxi. Nel frattempo ha trovato posto in calendario una nuova prova: il Tour of Huangshan, una corsa a tappe di tre giorni. Si sono schierate al via diciotto squadre: quindici Continental, le selezioni nazionali di Cina e Thailandia e una formazione dilettantistica serba. A differenza del Tour of Qinghai Lake, che presentava altitudini importanti, al Tour of Huanghshan non sono mai stati superati i 700 metri s.l.m..

La prima tappa prevedeva un profilo molto ondulato, con diverse salite nei primi ottanta chilometri e un finale un po’ più semplice. Nove corridori hanno staccato tutti e sono andati a giocarsi il successo, dando anche un colpo importante alla classifica generale: lo sprint finale ha premiato l’unico cinese del gruppetto di testa, Jiang Zhi Hui (Li Ning Star). Il ventinovenne, che in passato è stato anche stagista della LottoNL-Jumbo, ha preceduto il francese Julien Trarieux (China Glory) e il rumeno di origine moldava Cristian Raileanu (Hengxiang).

La seconda frazione era di gran lunga la più impegnativa, con una salita abbastanza lunga, che si concludeva a circa 20 km dal traguardo. Sono stati dodici corridori a fare la differenza, sette dei quali già protagonisti dell’attacco del giorno precedente. Il duo della Li Ning Star non è riuscito a ripetersi e, così, Vasili Bialiauski e, soprattutto, il leader Jiang Zhi Hui hanno dovuto dire addio alle loro chances di successo finale. Davanti si è deciso ancora una volta tutto allo sprint e il mongolo Jambaljamts Sainbayar (Terengganu Polygon) ha messo la sua ruota davanti a quella di Julien Trarieux, con Petr Rikunov (Yunnan Lvshan Landscape) a completare il podio di giornata. Grazie agli abbuoni, Sainbayar ha conquistato la testa della classifica generale.

La terza tappa era di gran lunga la più semplice: si trattava, infatti, di un circuito di 14 km completamente pianeggiante, da ripetere per dieci volte. Gli uomini di classifica si sono dati battaglia per prendere abbuoni ai traguardi volanti, ma alla fine è stata volata di gruppo. Dopo due secondi posti nei giorni precedenti, Julien Trarieux è riuscito, finalmente, a cogliere il suo primo successo UCI in carriera, superando l’esperto russo Roman Maikin (Pingtan International Tourism Island) e Sarawut Sirironnachai (Nazionale Thailandia).

La vittoria nell’ultima frazione ha permesso a Julien Trarieux di aggiudicarsi il successo finale (oltre alla classifica a punti) con 7” di margine su Jambaljamts Sainbayar e 18” su Petr Rikunov, salito al terzo posto grazie agli abbuoni conquistati ai traguardi volanti. Perso il podio dal corridore russo, Cristian Raileanu si è consolato con la maglia di miglior scalatore, mentre la graduatoria a squadre ha premiato la China Glory, capace di piazzare quattro uomini nella top ten.

Visegrad 4 Bicycle Race – GP Poland e Visegrad 4 Bicycle Race – GP Czech Republic

Adam Ťoupalík vince il GP Czech Republic ©️ Elkov-Kasper

A due settimane dal Visegrad 4 Kerekparverseny e dal GP Slovakia, si sono concluse le gare del circuito Visegrad 4 Bicycle Race: nel weekend si sono infatti disputate le altre due corse, il GP Poland e il GP Czech Republic.

Al via del GP Poland si sono schierate ventisette squadre: undici Continental, le selezioni nazionali di Israele e Polonia, tredici formazioni dilettantistiche e una rappresentativa regionale.

Il percorso di gara era caratterizzato da nove giri e mezzo di un circuito di circa tredici chilometri, all’uscita del quale bisognava percorrere un ulteriore tratto di strada per raggiungere la città di Długołęka, sede di arrivo. Il tracciato era lo stesso dal 2021, mentre lo scorso anno partenza e arrivo erano invertiti.

Nonostante un percorso abbastanza semplice, a metà gara si è formato in testa un gruppo di sedici uomini, comprendente molti dei corridori più forti in gara, che è diventato presto irraggiungibile per gli inseguitori. Negli ultimi dieci chilometri ci sono stati diversi scatti, ma nessuno è riuscito ad evadere dal plotoncino al comando e la corsa è stata decisa da una volata ristretta.

Ad imporsi allo sprint è stato Itamar Einhorn, corridore della Israel-Premier Tech qui in gara con la nazionale del suo paese. Il campione nazionale israeliano, già vincitore del GP Poland nel 2021 e terzo l’anno scorso, ha avuto la meglio su Eduard-Michael Grosu (HRE Mazowsze Serce Polski) e Maciej Paterski (Voster ATS). Entrambe le Continental polacche sono, dunque, andate sul podio, ma hanno mancato l’appuntamento con la vittoria: una beffa soprattutto per la HRE Mazowsze Serce Polski, che non è riuscita a sfruttare al meglio la superiorità numerica nel gruppo di testa.

Il percorso del GP Czech Republic prevedeva partenza e arrivo a Brno ed era decisamente più impegnativo della prova polacca: gli ultimi 70 chilometri presentavano una miriade di strappetti e anche l’arrivo in lastricato era in pendenza. Hanno preso il via ventotto squadre: quindici Continental, la selezione nazionale israeliana, otto formazioni dilettantistiche e quattro rappresentative regionali.

Una fuga di sei uomini ha caratterizzato la prima parte di corsa, ma la loro azione si è conclusa prima che la corsa entrasse nel vivo. Ai -60 si è formato un gruppo di una ventina di corridori, comprendente tutti i favoriti della vigilia ed è stato chiaro che il vincitore sarebbe uscito da lì. Emanuel Zangerle (Felbermayr-Simplon Wels) ci ha provato in solitaria, ma la sua azione non ha avuto successo. Dodici corridori si sono presentati in testa all’imbocco del penultimo strappo a 2,5 km dal traguardo.

La salita ha frazionato il gruppo di testa e davanti sono rimasti in quattro. Marcin Budzinski (HRE Mazowsze Serce Polski) ha provato ad attaccare in un breve tratto in discesa a poco più di 1 km dall’arrivo, ma lo strappo finale lo ha respinto, esaltando invece le doti di Adam Ťoupalík (Elkov-Kasper), che è riuscito a fare la differenza ed è andato a conquistare il GP Czech Republic per la terza volta consecutiva. Il corridore ceco ha preceduto di 7” Maciej Paterski (Voster ATS) e di 10” Márton Dina (ATT Investments). Marcin Budzinski si è, invece, dovuto accontentare del quarto posto a 14”. Merita un applauso la prova di Michael Kukrle (Felbermayr-Simplon Wels), settimo a 26”: sebbene fosse stato uno dei protagonisti della fuga a sei che aveva caratterizzato la prima parte di gara, l’ex campione ceco è riuscito a rimanere davanti fino alla fine.

I primi due del GP Czech Republic sono stati i grandi protagonisti delle Visegrad 4 Bicycle Race: Maciej Paterski non è mai sceso dal podio, con una vittoria, due secondi e un terzo posto, e si è aggiudicato la classifica finale della challenge; Adam Ťoupalík ha avuto un passaggio a vuoto nel GP Poland, ma ha centrato due vittorie e un quarto posto nelle altre tre prove.

GP Kranj

Edoardo Zamperini vince il GP Kranj © Zalf Euromobil Désirée Fior

In Slovenia è andato in scena il GP Kranj, la più antica corsa ciclistica del paese, con oltre cinquanta edizioni alle spalle. Dopo alcuni anni di difficoltà, la gara, che era stata anche di categoria 1 dal 2007 al 2011, è tornata in calendario nel 2016 e non si è fermata neanche per la pandemia. Quest’anno erano ventitré le squadre al via: un ProTeam (il Team Novo Nordisk), quattordici Continental, una selezione nazionale serba e sette formazioni dilettantistiche.

Il percorso prevedeva un circuito di circa dodici chilometri, dal profilo piuttosto ondulato, da ripetere per tredici volte. La corsa è stata molto combattuta con tanti scatti nei primi giri, ma è stata la decima tornata a dare uno scossone alla corsa con l’attacco decisivo, messo in atto da otto uomini. Proprio al suono della campana, due corridori italiani, Filippo Ridolfo (Team Novo Nordisk) ed Edoardo Zamperini (Zalf Euromobil Désirée Fior) hanno staccato gli altri fuggitivi.

I due sono andati di comune accordo fino all’ultimo chilometro, quando è iniziata la fase di studio in vista della volata; spaventato dal recupero degli ex compagni di avventura, Ridolfo ha lanciato lo sprint da lontano e ha subito la rimonta di Zamperini, che è andato, così, a conquistare la sua prima vittoria UCI in carriera. Il trionfo della Zalf Euromobil Désirée Fior è stato completato da Federico Biagini, che ha avuto ragione del tedesco Patrick Reissig (Maloja Pushbikers) al fotofinish nella volata per il terzo posto, a soli 3” dal duo di testa. Il gruppo inseguitore è stato regolato dal campione uscente Andrea Peron (Team Novo Nordisk), che ha concluso ottavo davanti a Davide Ferrari (Solme-Olmo), Lorenzo Peschi (General Store-Essegibi-F.lli Curia) e Cristian Rocchetta (UC Trevigiani-Energiapura Marchiol), in una giornata trionfale per i colori azzurri.

Cupa Max Ausnit

La Corratec-Selle Italia monopolizza il podio della Cupa Max Ausnit © Team Corratec-Selle Italia

Per la prima volta in Romania si è disputata una corsa di un giorno UCI (campionati nazionali esclusi), la Cupa Max Ausnit. La novità non ha raccolto grandi consensi e al via si sono presentate solo otto squadre: un ProTeam (la Corratec-Selle Italia), una Continental (la MENtoRISE) e sei formazioni dilettantistiche.

Il percorso presentava diverse brevi salite, la più dura delle quali, a metà percorso, era l’Urcare 22, uno strappo di 600 metri al 18,3 % di pendenza media. L’azione decisiva è nata ben prima del muro: otto corridori hanno fatto la differenza sugli avversari ed è stato subito chiaro che nessuno avrebbe potuto raggiungerli. La Corratec-Selle Italia, nettamente superiore alle altre squadre in gara, ha rispettato i pronostici e ha inserito ben cinque uomini nel gruppo di testa.

Due corridori della formazione italiana, Alexander Konychev e Nicolás Tivani, hanno staccato i compagni di avventura ad oltre 50 km dalla conclusione, involandosi verso la doppietta. A tagliare per primo il traguardo è stato il corridore argentino, che ha centrato il primo successo stagionale, dopo un paio di dolorosi secondi posti. Alle spalle di Tivani e Konychev, staccati di 3’15”, sono arrivati altri due corridori della Corratec-Selle Italia, Etienne Van Empel e Antonio Barać. Il primo rappresentante di un’altra squadra è stato Iustin-Ioan Văidian (MENtoRISE), quinto a 5’47”, mentre a 10’44” sono arrivati gli altri tre reduci dell’attacco a otto, con un altro Corratec-Selle Italia, Veljko Stojnić, che ha regolato Ioan Dobrin (MENtoRISE) e Martin Papanov (PSKK Vassil-Levski).

GP de la ville de Pérenchies

Rait Ärm vince il GP de la ville de Pérenchies © Van Rysel-Roubaix Lille Métropole/Florent Debruyne

Nel weekend si è disputata anche la quarantasettesima edizione del GP de la ville de Pérenchies, corsa di un giorno francese che fa parte del calendario UCI dal 2005. Quest’anno si sono schierate al via dodici Continental e dieci formazioni dilettantistiche, per un totale di ventidue squadre.

Il percorso prevedeva un circuito intorno alla città di Pérenchies: i primi sei giri lunghi 12 km, non presentavano particolari difficoltà, mentre nelle altre sette tornate, la lunghezza è stata aumentata a 15 km, con l’inserimento di un settore di pavé.

Ad ogni passaggio sul pavé, il gruppo si è ridotto sempre di più e all’ultimo giro sono rimasti davanti nove corridori. A 2 km dal traguardo Rait Ärm (Van Rysel-Roubaix Lille Métropole) e Morné Van Niekerk (St.Michel-Mavic-Auber 93) sono evasi dal gruppetto di testa: i due, secondo e terzo lo scorso anno, erano tra i favoriti della vigilia e hanno rispettato le attese. All’ultimo chilometro, in vista della volata, il sudafricano ha smesso di dare cambi al corridore estone, sulla carta più veloce di lui. Rait Ärm è rimasto davanti e ai 200 metri ha lanciato lo sprint, con Van Niekerk che ha dovuto arrendersi.

A 4” dal duo di testa, Dylan Vandenstorme (Circus-ReUz-Technord) ha preceduto Romain Cardis (St.Michel-Mavic-Auber 93) e Jelle Harteel (Lotto Dstny Development) nella volata per il terzo posto. La Van Rysel-Roubaix Lille Métropole, che ha conquistato la seconda vittoria stagionale, si è dimostrata la squadra più forte, avendo inserito nel gruppo di testa anche Samuel Leroux, sesto, e Norman Vahtra, nono.

Memoriał Andrzeja Trochanowskiego

Il podio del Memoriał Andrzeja Trochanowskiego © Mazovia Team

Oltre al GP Poland del circuito Visegrad 4 Bicycle Race, in Polonia si è disputata nei giorni scorsi anche un’altra corsa: il Memoriał Andrzeja Trochanowskiego. Ventotto squadre hanno preso parte alla gara: tredici Continental, altrettante formazioni dilettantistiche e le selezioni nazionali di Polonia e Israele.

Il percorso era composto da cinque giri di un circuito di 28,5 km, che non presentava alcuna difficoltà altimetrica, e strizzava decisamente l’occhio alle ruote veloci. L’ultima curva era situata a 150 metri dal traguardo e, quindi, il posizionamento nel finale è stato decisivo.

Il gruppo si è presentato sostanzialmente compatto nel finale e Jesper Rasch (ABLOC) si è mosso perfettamente, arrivando in testa ai 200 metri, davanti ad Alan Banaszek, professionista della Human Powered Health in gara con la maglia della propria nazionale. Proprio all’ultima curva, però, il neerlandese è finito a terra e ha costretto il campione nazionale polacco a frenare. Lo sprinter della Israel-Premier Tech Itamar Einhorn (Nazionale Israele) si è ritrovato, così, in testa ed è andato a conquistare la seconda vittoria in pochi giorni davanti al corridore della Human Powered Health Stanisław Aniołkowski (Nazionale Polonia) e a Norbert Banaszek (HRE Mazowsze Serce Polski).

Alan Banaszek ha evitato la caduta ed è comunque riuscito a salvare un discreto quarto posto, mentre Jesper Rasch si è rialzato e ha tagliato il traguardo in settantacinquesima posizione. Il corridore della ABLOC non ha, fortunatamente, riportato gravi danni, ed è già tornato in gara alla Dookoła Mazowsza, dove, però, non avrà l'occasione di prendersi la rivincita sugli altri protagonisti del Memoriał Andrzeja Trochanowskiego. La nazionale israeliana, infatti, ha scelto di non schierare Itamar Einhorn, mentre i corridori di casa parteciperanno al Tour de Pologne: Stanisław Aniołkowski e Alan Banaszek faranno parte della selezione della Human Powered Health e Norbert Banaszek è stato convocato dalla nazionale polacca.

Le Continental tra i big

Timo Kielich sul podio del Tour de Wallonie dopo la vittoria della terza tappa © Tour de Wallonie

Il Tour de Wallonie, corsa a tappe di categoria ProSeries, ha dato due Continental, la belga Materiel-Velo.com e la francese Nice Métropole Côte d’Azur, la possibilità di confrontarsi contro gli squadroni WorldTour. Le due compagini, però, non sono riuscite ad ottenere grandi risultati: nessun corridore ha portato a termine la corsa e il miglior risultato di tappa è stato un non esaltante ventisettesimo posto, ottenuto da Robbe De Ryck (Materiel-Velo.com). Ha fatto molto meglio, invece, Timo Kielich, corridore della Alpecin-Deceuninck Development, in gara con il ramo WorldTour del team: venticinquesimo in classifica, il ventitreenne ha addirittura vinto la terza tappa e la classifica a punti.

Più spazio per le formazioni di terza divisione nella Prueba Villafranca-Ordiziako Klasika. Al via della corsa basca c’erano la spagnola Electro Hiper Europa, le portoghesi ABTF Betão-Feirense ed Efapel, l’angolana BAI-Sicasal-Petro de Luanda, la guamaniana EuroCyclingTrips, la neozelandese Global6, la giapponese JCL Team Ukyo e la filippina NSJBI Victoria Sports. Nonostante la folta rappresentanza, un solo corridore della categoria Continental ha terminato la gara nella top ten: Afonso Eulálio. Il giovane portoghese della ABTF Betão-Feirense ha conquistato un eccellente quinto posto a 25” dal vincitore Marc Hirschi.

In settimana l’UCI ha annunciato qualche novità di ciclomercato e due corridori hanno debuttato nelle loro nuove squadre proprio alla Prueba Villafranca-Ordiziako Klasika. L’australiano Alex Durrant-Whyte ha fatto il suo esordio in un team Continental con la maglia della EuroCyclingTrips: il venticinquenne si è finora ritirato da tutte le corse UCI a cui ha preso parte e in Spagna non ha cambiato registro. Il ventiduenne Pablo García ha, invece, bagnato il suo debutto con la BAI-Sicasal-Petro de Luanda con un cinquantunesimo posto. Il ventiduenne, buon protagonista nelle corse del calendario dilettantistico spagnolo nella prima parte di stagione, vanta in carriera un’esperienza da stagista con la Caja Rural-Seguros RGA.

Novità dall’Australia: la St.George ha ingaggiato due nuovi corridori: Brent Rees e Connor Sens. Rees è al debutto nella categoria e quest’anno è andato bene alla New Zealand Cycle Classic; Sens, invece, ha corso in Italia lo scorso anno con la Mg.K Vis-Colors for Peace-VPM e ha vissuto anche un’esperienza alla XSpeed United. Nella prima parte di stagione si è dedicato alle gare gravel, specialità in cui ha conquistato il titolo nazionale

Qualche notizia è arrivata anche dagli altri continenti: dopo aver rescisso il contratto con i cinesi della Yunnan Lvshan Landscape senza mai debuttare a livello UCI, il colombiano Oscar Pachón si è spostato in Indonesia per correre con la Nusantara. Il trentaseienne conosce già le gare asiatiche, avendone corse diverse tra il 2017 e il 2018. In Argentina, invece, il cambiamento riguarda la sparizione dal database UCI di due squadre: la AV Fatima-San Juan Biker Motos e la Gremios por el Deporte-Cutral Co. Non è chiaro il motivo della loro uscita di scena, ma dovrebbe trattarsi di un dato abbastanza ininfluente perché nel 2023 non ci saranno altre gare nel paese e difficilmente queste formazioni gareggiano all’estero. 

Il corridore della settimana: Julien Trarieux

Un sorridente Julien Trarieux con la maglia della AVC Aix-en-Provence © AVC Aix-en-Provence

L’avventura cinese sta regalando delle belle soddisfazioni a Julien Trarieux, che, da quando è approdato alla China Glory, sta mostrando una grande continuità di risultati: in questa stagione ha già ottenuto ben tredici top ten in gare UCI e la scorsa settimana è riuscito anche a conquistare le sue prime due vittorie, aggiudicandosi l’ultima tappa e la classifica finale del Tour of Huangshan.

Da giovane, Julien Trarieux si dedicò prevalentemente alla Mountain Bike, conquistando grandi risultati soprattutto nella categoria juniores: nel 2010, infatti, si laureò campione francese nel cross-country e conquistò addirittura la medaglia d’argento ai Campionati del Mondo della specialità, disputati in Canada.

Iniziò la sua avventura tra gli under 23 con l’UC Monaco, continuando a disputare gare di Mountain Bike, facendo qualche apparizione nel ciclocross (senza brillare più di tanto) e lasciando ancora in secondo piano il ciclismo su strada. Le cose cambiarono leggermente l’anno successivo, quando il corridore francese si trasferì alla SC Nice Jollywear e iniziò a farsi vedere nel calendario dilettantistico francese: il suo miglior risultato fu un sesto posto al GP de Carcès, vinto da Christophe Laporte. Nella Mountain Bike, invece, i primi due anni da under 23 non furono all’altezza delle aspettative, nonostante il secondo posto nel campionato nazionale 2011.

Nel 2013 fu confermato dalla formazione nizzarda e conquistò il suo primo successo su strada, il Tour de l’Ardèche Méridionale. Riuscì a ritrovare buone sensazioni anche nel fuoristrada e si laureò campione francese under 23 nel cross-country, precedendo corridori come Jordan Sarrou e Victor Koretzky, destinati a fare grandi cose tra gli élite sulle ruote grasse.

Per l’ultimo anno da under 23, Trarieux decise di cambiare squadra e firmò con la AVC Aix-en-Provence. Ebbe la possibilità di debuttare in una corsa UCI su strada, disputando la Berner Rundfahrt e, in seguito, fece anche il suo esordio in Italia, in occasione della Ruota d’Oro. Nel cross country conquistò il suo unico podio nella Coppa del Mondo under 23, chiudendo terzo la manche di Mont Sainte-Anne, la stessa località in cui aveva conquistato l’argento mondiale tra gli juniores quattro anni prima.

Nel 2015 non riuscì a ripetersi sui livelli degli anni precedenti: pur centrando il miglior risultato in carriera a livello UCI, il quarto posto nel prologo del Tour Alsace, non riuscì ad essere protagonista nel calendario dilettantistico e mise sempre più da parte la Mountain Bike.

Il 2016 iniziò nel peggiore dei modi: nel mese di gennaio, il corridore francese fu coinvolto in un incidente d’auto e rischiò di rimanere paralizzato, a causa delle fratture di quattro vertebre. Fortunatamente, dopo l’operazione e qualche mese di riposo, tornò alle corse, mostrando subito di aver ritrovato un ottimo livello: vinse tre corse del calendario nazionale e ottenne due top ten a livello UCI.

L’anno successivo corse meno eventi internazionali, ma si dimostrò uno dei corridori più affidabili del competitivo panorama dilettantistico francese. Vinse una tappa al Tour de la Manche e, per la prima volta, vestì la maglia di leader di una corsa a tappe, che perse subito, a causa di alcuni errori tattici dettati dall’inesperienza.

Abbandonata del tutto la Mountain Bike, nel 2018 Julien Trarieux passò professionista con la Delko Marseille Provence KTM. All’esordio nella categoria fu relegato principalmente ad un ruolo di gregario, ma, anche grazie alla sua lunga esperienza nel fuoristrada, fu selezionato per la Parigi-Roubaix, che riuscì a concludere, anche se molto distante dai primi.

Nella stagione successiva ebbe qualche opportunità in più di fare la sua corsa e raccolse risultati importanti come il quarto posto al GP la Marseillaise e i noni a Cholet-Pays de la Loire e Tour de Vendée. Disputò nuovamente la Parigi-Roubaix, migliorando il risultato dell’anno precedente, ma senza riuscire, comunque, a recitare un ruolo da protagonista.

Nel 2020, anche a causa della pandemia, il francese non andò oltre un nono posto di tappa al Saudi Tour, ma poté disputare la sua prima (e al momento unica) corsa a tappe WorldTour, la Parigi-Nizza, che portò a termine senza riuscire a brillare.

L’anno successivo tornò a farsi notare negli ordini d’arrivo, con un quarto posto di tappa al Tour Poitou-Charentes en Nouvelle Aquitaine e, soprattutto, con il nono in una corsa importante come la Parigi-Tours. Disputò per la terza volta in carriera la Parigi-Roubaix, ma questa volta non riuscì a portarla a termine.

Nel 2022, a causa della chiusura della Delko, Trarieux tornò alla AVC Aix-en-Provence e decise di provare a dedicarsi nuovamente alla Mountain Bike, correndo pochissimo su strada. Prese a parte a diverse gare di Coppa del Mondo di cross country, ma non riuscì mai a lasciare il segno. A fine stagione disputò il Campionato del Mondo gravel, chiudendolo al quindicesimo posto.

Quest’anno Julien Trarieux ha scelto di tornare a correre prevalentemente su strada con la China Glory e, per il momento, la scelta si sta dimostrando vincente. Ha fatto vedere di aver mantenuto le caratteristiche di corridore veloce e resistente già mostrate con la maglia della Delko. Se continuerà a centrare risultati importanti anche nel finale di stagione, potrebbe anche pensare di tornare fra i professionisti, magari proprio con l’ambiziosa formazione cinese.

La squadra della settimana: Van Rysel-Roubaix Lille Métropole

I corridori della Van Rysel-Roubaix Lille Métropole alla partenza del campionato francese © Van Rysel-Roubaix Lille Métropole

Il Vélo Club Roubaix Lille Métropole, attivo fin dal 1966 (quando fu fondato con il nome Vélo Club Roubaisien), è un’autentica istituzione in Francia e, d’altronde, non potrebbe essere altrimenti, vista l’importanza della città di Roubaix nel mondo del ciclismo. Il club offre attività su strada, pista, BMX, cicloturismo e ha un’accademia riservata ai giovani tra i sette e i sedici anni di età.

Nel 2007, su iniziativa di Cyrille Guimard, leggenda del ciclismo transalpino, il Vélo Club Roubaix Lille Métropole scese in campo anche nel mondo del professionismo, con la creazione di una formazione Continental, chiamata all’epoca semplicemente Roubaix Lille Métropole. La squadra ha mantenuto la denominazione più semplice fino al 2019, quando, per la prima volta, fu costretta a ricorrere ad un title sponsor: Natura4Ever (2019-2020) è stato il primo, poi è toccato a Xelliss (2021) e, infine, a Go Sport (2022-2023). 

Le difficoltà economiche di quest’ultima, evidenziate già all’inizio del 2023, hanno messo a serio rischio la sopravvivenza del team, garantita solo fino al mese di maggio. Proprio alla vigilia della Quattro Giorni di Dunkerque, indicata dal direttore sportivo Daniel Verbrackel come ultima corsa coperta dal budget a disposizione, è stato ufficializzato l’accordo con Van Rysel, che ha garantito un futuro alla squadra.

Ad inizio anno i corridori sembrano aver sofferto molto la situazione di incertezza, con risultati non all’altezza delle attese. Il ritorno ad una situazione di stabilità ha ridato morale a tutti e le prestazioni sono migliorate esponenzialmente. Nell’ultima settimana la formazione nordista è salita sul podio in entrambe le corse disputate e può affrontare il finale di stagione con la consapevolezza di poter far bene anche contro una concorrenza di alto livello.

Negli anni la Roubaix Lille Métropole ha lanciato tanti corridori nel professionismo, ma l’ultimo ad effettuare il salto è stato Thibault Ferasse nel 2020. Dopo due anni in cui nessuno è salito di livello, sarà interessante capire se qualcuno dei tredici uomini del roster 2023 potrà togliersi questa grande soddisfazione.

Il più noto dei corridori in rosa quest’anno è sicuramente Thomas Boudat. Il ventinovenne ha corso tra i professionisti dal 2015 al 2021, conquistando diverse vittorie. Attivo anche su pista, l’ex corridore dell’Arkéa-Samsic è stato campione del mondo dell’omnium nel 2014 e negli ultimi anni è stato uno dei componenti del quartetto dell’inseguimento a squadre della Francia, con cui è stato campione d’Europa lo scorso anno.

Norman Vahtra ha corso nel WorldTour nel biennio 2020-2021 con la maglia della Israel Start-Up Nation. Campione nazionale nel 2020, l’estone sta disputando una buona stagione, che lo ha visto salire sul podio al GP de la Ville de Lillers, al Tour of Estonia e alla SD WORX BW Classic. Il ventiseienne si è imposto in dieci occasioni in gare UCI, ma quest’anno è ancora a caccia della prima vittoria.

Dopo quattro anni tra i professionisti con la maglia della Bingoal-WB, Kenny Molly non è stato confermato dalla formazione belga e ha scelto di ripartire da Roubaix. Mai vincente a livello UCI, il belga in carriera si è fatto notare per le tante fughe e quest’anno sta continuando su quella strada: nella corsa più importante disputata nel 2023, la Quattro Giorni di Dunkerque, è andato all’attacco in tre delle cinque tappe in linea.

L’altro corridore a poter vantare un’esperienza nel professionismo è Jérémy Leveau, che ha corso con la Delko Marseille Provence nel biennio 2018-2019. In questa stagione, il trentunenne si è fatto notare soprattutto al Région Pays de la Loire Tour (ex Circuit de la Sarthe), in cui è stato quarto in classifica generale, esattamente come lo scorso anno.

Il corridore che ha regalato alla Van Rysel-Roubaix Lille Métropole la prima vittoria stagionale è Samuel Leroux. Il ventottenne si è imposto in una frazione del Tour d’Eure-et-Loir e ha anche vestito per un giorno la maglia di leader alla Quattro Giorni di Dunkerque. Si è ben comportato anche nell’ultima settimana, chiudendo al sesto posto sia la SD WORX BW Classic che il GP de la ville de Pérenchies.

Proprio al GP de la ville de Pérenchies è arrivato il secondo successo stagionale della squadra, grazie a Rait Ärm. Il corridore estone, reduce da un’esperienza di due anni in una delle formazioni under 23 più importanti al mondo, la Groupama-FDJ Continental, non aveva convinto particolarmente nella prima parte di stagione, ma con questo successo potrebbe essersi sbloccato anche mentalmente.

Vincitore di una tappa del Tour d’Eure-et-Loir nel 2022, Valentin Tabellion è andato molto vicino al bis quest’anno, ma ha dovuto accontentarsi di un secondo posto di tappa e del terzo in classifica generale. Il ventiquattrenne è molto attivo su pista: campione europeo con il quartetto dell’inseguimento a squadre nella scorsa stagione, nel 2023 ha vinto ben tre titoli nazionali (omnium, americana e inseguimento a squadre).

Anche Thomas Denis è stato campione europeo nell’inseguimento a squadre nel 2022 (terzo titolo per lui dopo quelli del 2016 e 2017). Quest’anno ha corso pochissimo su strada, prediligendo di gran lunga la pista: a differenza di Boudat e Tabellion, infatti, ha partecipato con il quartetto anche all’edizione 2023 dei Campionati Europei, conquistando la medaglia di bronzo.

Arrivato nel mondo Continental solo quest’anno, Célestin Guillon ha dimostrato di poter dire la sua. Grazie ad una lunga fuga, il ventisettenne è arrivato secondo in una tappa della Boucles de la Mayenne e ha chiuso undicesimo in classifica generale. Nel 2022 ha conquistato la prima vittoria UCI in carriera, imponendosi in una tappa del Tour de Guadeloupe.

Vincitore della Paris-Mantes Cycliste nel 2021, Maxime Jarnet ha disputato un’ottima Route Adélie Vitré quest’anno, chiudendola al settimo posto. Maximilien Juillard, invece, non ha ancora ottenuto top ten in questo 2023. Il ventunenne è comunque il corridore più giovane del roster e avrà sicuramente il tempo per mettersi in mostra.

Completano il roster due figli d’arte: Tom Mainguenaud e Stefano Museeuw. Il francese, figlio di Frédéric, professionista nei primi anni 2000 con Bonjour e Bouygues Telecom, ha chiuso quest’anno al secondo posto una tappa del Tour d’Eure-et-Loir; il belga, figlio di Johan, che non ha certo bisogno di presentazioni, è stato, invece, piuttosto in ombra nella prima parte di stagione.

La Van Rysel-Roubaix Lille Métropole ha annunciato i nomi dei due stagisti che si uniranno alla squadra nel finale di stagione: si tratta di Baptiste Huyet ed Eliot Pauchard. Il primo ha vinto due corse del calendario dilettantistico e, a livello UCI, è stato decimo all’Alpes Isère Tour, mentre il secondo ha finora ottenuto risultati più modesti.

La formazione francese tornerà in gara la prossima settimana per il Tour de l’Ain, con l'obiettivo di iniziare un mese di agosto in cui avrà un calendario molto fitto di impegni.

La vittoria della svolta per Lippert: "Sono caduta due volte, ma siamo rimaste concentrate"
Lefevere: "Vingegaard alla Vuelta? Mi ha scioccato. Remco al Tour 2024"