Martinez sente già il peso del Rosso, Vingegaard esalta Kuss
Le dichiarazioni dopo la sesta tappa della Vuelta. Gli "sconfitti" Ayuso ed Evenpoel vedono il lato positvo
Ecco le dichiarazioni post-gara di alcuni dei protagonisti di questa sesta tappa della Vuelta a España.
Sepp Kuss: “Vincere una tappa è incredibile. Non penso alla generale”
“È stata una tappa molto dura. Il nostro piano era di essere nella prima fuga per testare la Soudal Quick-Step . Sapevamo che sarebbe stato difficile controllare la corsa, per questo era importante essere in fuga. Durante tutta la salita pensavo a quando avrei lanciato il mio attacco. Mi sono sentito davvero bene, ma devo dire che tutti i fuggitivi hanno corso bene. Se posso vincere questa Vuelta? No, non sono qui per la classifica generale. Per me vincere una tappa è incredibile, bellissimo. Vedremo".
Lenny Martinez: “Ora non so davvero come procedere”
"Indossare la maglia rossa è qualcosa di incredibile. È il sogno di ogni corridore diventare il leader di un Grande Giro. Tutta la squadra si è sacrificata per me, quindi volevo dare loro qualcosa in cambio ed è bellissimo. Ad essere sincero, ci ho pensato tutto il giorno. Essere leader è ora una grandissima responsabilità. Ho quasi paura di indossare questa maglia. Non so davvero come procedere adesso. In ogni caso difenderò la maglia insieme alla squadra”.
Jonas Vingegaard: “Ho sofferto un po' all'inizio, ma l'obiettivo di giornata è centrato”
“Il piano era quello di esercitare pressione sulla Soudal Quick-Step fin dall’inizio. È andata bene, la situazione per noi era perfetta. Anch'io mi sono sentito abbastanza bene, meglio rispetto ai giorni precedenti di sicuro. Ho sofferto un po’ nelle prime fasi, ma verso la fine della tappa sono migliorato. Kuss? È davvero un ragazzo fantastico. Questo successo di giornata se lo merita. È un peccato che non porti anche la maglia rossa, ma la vittoria di tappa è già fantastica”.
Remco Evenepoel: “Persi solo trenta secondi, alla fine non è andata così male”
“Sono riuscito ad accelerare e a mantenere il mio ritmo. Sentivo di non poter dare il massimo, di non poter oltrepassare il limite. A volte si hanno queste giornate così. Alla fine perdo solo trenta secondi dai migliori, poteva andare peggio. Sono comunque riuscito ad accelerare negli ultimi 500 metri. All’inizio della tappa ho incontrato un po’ di difficoltà. Dopo che la pace è tornata nel gruppo, ho avuto le gambe pesanti per un po’. Speriamo che questa sia stata la classica giornata storta".
Juan Ayuso: “Ho scelto di procedere con il mio ritmo non perdendo quasi nulla”
“È stata una tappa davvero faticosa. Ci sentivamo provati fin dall'inizio. A causa della grande fuga, le squadre hanno dovuto subito lavorare sodo. Dopo un po' si cominciava anche a sentire l'altimetria. Mi sentivo bene sulla salita finale, ma quando Roglic ha attaccato non sono riuscito a colmare il divario. Dopo l’accelerazione di Vingegaard ho deciso di scegliere il mio ritmo. Sono felice perché non ho perso quasi nulla. D'altro canto ho potuto guadagnare tempo sugli altri atleti, quindi è una cosa di cui essere felice. Penso che sia stata una bella giornata. La defezione di Vine? È un peccato. Con lui lì potevamo competere con la Jumbo-Visma ”.