Come fosse Antalya: sprint amici dei nostri
Il Tour of Antalya ha visto i successi in volata di Matteo Malucelli e Jakub Mareczko, oltre che un'affermazione (con Rajovic) della nuova continental italiana Corratec. Corsa vinta dal danese Hindsgaul
Questa stagione è partita, tra le altre cose, all'insegna dei giovani scandinavi della Uno-X Pro Cycling Team, progetto partito alcuni anni fa che adesso sta mostrando a pieno i progressi raggiunti. Dopo gli exploit di Tobias Halland Johannessen e Anthon Charmig, al Tour of Antalya è stato il turno di Jacob Hindsgaul, ventunenne danese che negli anni passati aveva raccolto ottimi risultati nelle corse più impegnative del panorama dilettantistico (Piccolo Lombardia, Tour de l'Avenir, Giro della Valle d'Aosta); a decretare il suo successo è stata sufficiente la terza tappa, con arrivo in salita, unica delle quattro frazioni ad aver delineato la classifica. Sul podio, alle spalle di Hindsgaul, un ritrovato Alessandro Fedeli (Gazprom-RusVelo) e il lussemberghese Luc Wirtgen (Bingoal Pauwels Sauces WB).
La corsa è inaugurata da una tappa quasi completamente pianeggiante di 144.5 km tra Side e Antalya che vede presto il ritiro del grande favorito per il successo finale, Jay Vine (Alpecin-Fenix); come da copione si sgancia una fuga di coraggiosi che viene ripresa piuttosto presto (a 25 km dal traguardo) con relativa facilità. Dopo una tanto spettacolare quanto terrificante caduta avvenuta nei pressi dell'ultimo km, il primo a lanciare la volata sulla sinistra è l'estone Karl Patrick Lauk (Bingoal) seguito da un lesto Matteo Malucelli (Gazprom) e da Jakub Mareczko (Alpecin); molto presto Lauk viene superato dai due azzurri, mentre sulla destra Giovanni Lonardi (EOLO-Kometa) cerca di rimontare. La volata si chiude con la vittoria di Malucelli al photofinish su Mareczko, sicuramente il più veloce, ma non abbastanza da superare il connaziale sulla linea del traguardo; alle loro spalle Lauk riesce a conservare il terzo posto davanti a Lonardi. Per i nostri colori, da segnalare in top10 anche Enrico Zanoncello (Bardiani-CSF-Faizanè).
Il giorno successivo il gruppo si trasferisce a Kemer per tornare ad Antalya dopo 183.3 km. L'alta andatura, unita ad un'altimetria piuttosto esigente almeno per i primi 120 km, crea una certa selezione che mette fuori gioco Jakub Mareczko. In verità il grande caos presente in gruppo nel finale fa sì che quasi nessuno dei protagonisti della prima tappa partecipi nuovamente alla volata: Malucelli si tira indietro una volta capito che non riusciva a mantenersi nelle prime posizioni, Lauk cade rocambolescamente poco prima dello sprint, infine Lonardi lancia per primo una volata lunghissima finendo per essere ingoiato dal gruppo e chiudendo in 13esima posizione. Chi invece esce poderosamente è il serbo Dušan Rajović (Team Corratec) che regala il primo successo in ambito professionistico (non contando quindi la vittoria della seconda tappa della Vuelta al Tachira, corsa 2.2) alla neonata formazione continental nostrana. Salgono sul podio Matthew Gibson (WiV SunGod), già sesto nella prima tappa, e Filippo Tagliani (Drone Hopper-Androni Giocattoli). Rajović riesce anche a passare in testa alla classifica generale per la somma dei piazzamenti.
Tutto si decide, come già anticipato, al terzo giorno, sull'arrivo in salita (circa 9 km al 6%) ai piedi dell'antica città greca di Termessos, al termine di una tappa di 110.6 km partita da Aspendos. La tappa si gioca sull'ultima salita, in cui il gruppo è condotto a lungo dalla Uno-X; soltanto la Drone Hopper prova a scombinare i piani, alzando il ritmo prima con Edoardo Zardini poi con l'argentino Eduardo Sepúlveda e infine lanciando convintamente all'attacco Simone Ravanelli all'ultimo km. Tuttavia nessuno prende il largo e la tappa si chiude con una volata a ranghi ristretti dominata dal danese Hindsagul che supera all'esterno Alessandro Fedeli proprio all'ultima curva. Chiude il podio di tappa (identico a quello della classifica generale finale) Wirtgen. Si segnala il nono posto per Edoardo Zardini e soprattutto l'ottima prova di un altro uomo della Uno-X, il norvegese Ådne Holter, giunto sesto dopo aver a lungo lavorato per il capitano e addirittura quarto in classifica generale.
La corsa si chiude con la quarta tappa di 162.1 km, con partenza ed arrivo ad Antalya, quasi completamente pianeggiante. Degna di nota la presenza nella fuga del mattino di Kyle Murphy (Human Powered Health), giunto quinto il giorno prima, ma ottavo in classifica generale; si pone come obiettivo il traguardo volante, dopo il quale si rialza, non prima di aver conquistato due secondi di abbuoni sufficienti a guadagnarsi la top5 nella classifica finale. La volata, svoltasi sullo stesso finale della seconda tappa, viene lanciata dal ben organizzato treno della Human Powered Health dell'olandese Arvid De Kleijn, che però si deve accontentare del secondo posto dietro a Jakub Mareczko, che conquista così anche la classifica a punti. Terzo giunge Matteo Malucelli, mentre giù dal podio si trovano Enrico Zanoncello (che migliora il risultato della prima tappa) e Matthew Gibson, senza dubbio il più costante tra i velocisti presenti ad Antalya. Infine da segnalare al settimo posto Giovanni Lonardi.
Questa la classifica generale definitiva:
1) Jacob Hindsgaul (Uno-X Pro Cycling Team)
2) Alessandro Fedeli (Gazprom-RusVelo) a 4"
3) Luc Wirtgen (Bingoal Pauwels Sauces WB) a 6"
4) Ådne Holter (Uno-X Pro Cycling Team) a 7"
5) Kyle Murphy (Human Powered Health) a 8"
6) Henok Mulubrhan (Bike Aid) a 10"
7) Benjamin Perry (WiV SunGod) a 10"
8) Eduardo Sepúlveda (Drone Hopper-Androni Giocattoli) a 10"
9) Anatoliy Budyak (Terengganu Polygon Cycling Team) a 10"
10) Metkel Eyob (Terengganu Polygon Cycling Team) a 14"