Il treno Kwiatkowski si mette in moto
Michal vince il prologo del Delfinato ed inizia bene l'avvicinamento al Tour. Buon terzo Gianni Moscon, uomini di classifica (tra cui Nibali) vicini tra loro
Inizia il percorso di avvicinamento al Tour de France e prontamente il Team Sky inizia a scaldare i motori: nel prologo di 6600 metri a Valence che oggi ha dato il via alla 70esima edizione del Critérium du Dauphiné è stato proprio il polacco Michal Kwiatkowski a far segnare il miglior tempo ed a vestire la prima maglia di leader della classifica generale. Le ultime corse disputate da Kwiatkowski erano state le classiche delle Ardenne in cui non aveva brillato nonostante l'ottimo avvio di stagione con i successi alla Tirreno-Adriatico e alla Volta ao Algarve.
Nonostante l'inattività di circa un mese e mezzo, il polacco si è fatto trovare pronto e fermando il cronometro in 7'25" è riuscito a battere di un secondo e mezzo l'olandese Jos Van Emden che invece sperava di trarre vantaggio dalla buonissima condizione fisica che poteva avergli lasciato il Giro d'Italia conclusosi esattamente una settimana fa. C'è anche un dato curioso in questa vittoria di Kwiatkowski che prima di oggi era andato a segno solo un'altra volta in Francia, anche allora si trattava di un prologo su una distanza quasi identica ed era anche l'unico altro successo ottenuto indossando la maglia di campione polacco delle prove contro il tempo: era la Parigi-Nizza del 2015, prima ancora che Michal approdasse al Team Sky.
Ottimo Moscon, Thomas cade ma si salva
Nella cronometro odierna, Kwiatkowski non è stato l'unico rappresentante del Team Sky a mettersi in evidenza, nel bene o nel male. Il 24enne trentino Gianni Moscon era già rientrato alle corse alle Hammer Series di Stavanger in Norvegia e non era neanche andato male, ma il test di oggi era molto più probante per capire le sue reali condizioni di forma in vista della prossima partecipazione al Tour de France: nella seconda metà del percorso Moscon è stato il più veloce di tutti al pari del compagna di squadra Kwiatkowski ed il risultato è stato un ottimo terzo posto a soli 3" di distanza, il miglior piazzamento mai ottenuto con la maglia tricolore di campione nazionale a cronometro. Maglia che potrebbe vestire almeno per altri tre mesi dal momento che si vocifera che la gara per il titolo potrebbe essere spostata a settembre.
Sorride invece un po' di meno il gallese Geraint Thomas che è dal Giro d'Italia dell'anno scorso che viene sempre preso abbastanza di mira dalla sfortuna: sulla gara dovrebbe essere lui il capitano del Team Sky in questo Critérium du Dauphiné, ma oggi è stato vittima di una scivolata in una curva verso destra che in apparenza non ha creato grossi danni, ma tra la serata di oggi e la mattinata di domani potrà essere valutata meglio l'entità delle varie contusioni. Di sicuro la gamba non manca a Thomas: nonostante la caduta, ed il tempo impiegato a rialzarsi e ripartire, il gallese ha concluso in 43esima posizione a soli 21" da Kwiatkowski; insomma, dal punto di vista del ritardo in classifica poteva senza dubbio andare molto peggio.
Nibali vicino agli altri big
Gli uomini di classifica sono arrivati quasi tutti abbastanza vicini e divisi tra di loro da pochissimi secondo. Chi è riuscito a guadagnare di più è stato il lussemburghese Bob Jungels che ha fatto segnare il settimo tempo (dietro anche a Campenearts, Bevin e Brändle nell'ordine) con 7" di ritardo rispetto a Kwiatkowski: una buona prestazione per il corridore della Quick-Step Floors che però in questo Delfinato dovrà dimostrare di poter andare molto forte in salita, anche in tappa che potranno accendersi già molto lontano dal traguardo ed in cui non sarà facile tenere un ritmo regolare come lui preferisce. Bene anche il suo compagno di squadra Julian Alaphilippe che perde solo 14".
Buona anche la prestazione di Damiano Caruso che qui sarà il capitano della BMC e che ha chiuso a 15" davanti a tutti i principali favoriti: Ilnur Zakarin (18"), Marc Soler (20"), Pello Bilbao, Adam Yates, Geraint Thomas (tutti e tre 21") e Romain Bardet (23") sono tutti lì. È in scia a loro anche Vincenzo Nibali 58° a 24": il siciliano della Bahrain-Merida è reduce da un periodo di preparazione in altura, ma come abbiamo già detto in fase di presentazione non bisogna farsi troppe illusioni per questa corsa visto che anche in passato ci ha abituati a queste corse a tappe senza curare l'obiettivo classifica ma solo per affinare la condizione fisica e testarsi a fondo in una o due giornate dal tracciato impegnativo.
Barguil, che ti succede?
I 29" persi da Daniel Martin, sul podio nelle ultime due edizioni del Delfinato, rientrano ancora nella sufficienza come anche i 33" del giovane David Gaudu: entrambi saranno chiamati a farsi vedere soprattutto quando la strada salirà. Ci si poteva aspettare invece qualcosa di più dal belga Jelle Vanendert che andava molto forte nelle scorse settimane e che oggi ha finito col pagare 37", ma soprattutto ha deluso Warren Barguil, sprofondato al 139° posto su 153 punti con ben 49" di ritardo rispetto a Michal Kwiatkowski, addirittura più di 7" al chilometro persi: il passaggio alla Fortuneo-Samsic per il momento non ha portato benefici al 26enne scalatore francese che finora nel 2018 ha chiuso nei 10 solo una tappa della Volta a Catalunya, troppo poco per un corridore che se non darà segnali qui rischia di arrivare al Tour de France con una bella dose di pressione.