Quinten tarantolino fa il diavolo a quattro
Quinten Hermans vince la tappa regina del Belgium Tour, maglia a Mauro Schmid. Frazione animata sin da lontano dalla sua Intermarché-Wanty-Gobert con un ottimo Lorenzo Rota
Una giornata caldissima, con temperature attorno ai 35°C, fa da cornice ad una spettacolare tappa in cui i big del Baloise Belgium Tour decidono di fare sul serio sin dai 90 km all'arrivo. È la Intermarché-Wanty-Gobert di Quinten Hermans ad accendere la corsa con un attacco di squadra, e l'alleanza nata in strada con la Lotto-Soudal di Tim Wellens ha un unico obiettivo: mettere in difficoltà il leader Mads Pedersen. Ed infatti il danese della Trek-Segafredo soffre tantissimo il peso di un inseguimento lunghissimo e per lunghi tratti condotto in prima persona, ma il risultato è, per lui, una sconfitta. Resta comunque per lui una prestazione da incorniciare con cui Pedersen onora come meglio non poteva la corsa. Chi invece esulta è Quinten Hermans, che si conferma eccellente uomo da gare vallonate dopo il secondo posto nella Liegi-Bastonge-Liegi e Mauro Schmid, che conquista la maglia di leader con lo stesso tempo di Tim Wellens. C'è quindi da aspettarsi battaglia anche domani, nonostante il percorso pianeggiante facesse pensare ad una passerella finale.
Guardando più nel dettaglio al percorso di questa quarta frazione del Baloise Belgium Tour 2022 appare subito chiaro che si tratta di un tracciato quasi completamente privo di pianura e al contrario ricchissimo di saliscendi più o meno impegnativi. La gara si snoda interamente in 4 giri di un ampio circuito che prevede partenza ed arrivo nella cittadina vallona di Durbuy per un totale di 172 km, e sarà probabilmente terreno di conquista degli uomini da classiche. Le asperità più importanti di giornata sono la Petite Somme ed il Mur de Durbuy su cui è posto l’arrivo, per quella che si preannuncia la tappa regina di questa edizione.
Ma passiamo alla cronaca di questa avvincente frazione. Passano una ventina di chilometri dal via e prendono il largo in 5: in fuga troviamo il brianzolo Marco Tizza (Bingoal Pauwels-WB), Dries De Bondt (Alpecin-Fenix), Tom Van Asbroeck (Israel PremierTech), Tobias Lund Andersen (DSM) e Quentin Jaregui (B&B Hotels-KTM). Vista la vicinanza di De Bondt in classifica generale, che si trova a soli 1’40” dal leader Mads Pedersen (Trek-Segafredo) il gruppo non vuole concedere ampio margine ai 5, ed il loro vantaggio viene mantenuto attorno ai 2’. In corrispondenza del secondo passaggio sul Muro di Durbuy, ovvero a metà gara, la Intermarché-Wanty-Gobert accende le micce con un attacco di squadra che sgretola il gruppo. Dal plotone si sganciano quindi una decina di uomini, tra cui molti big, ma tra loro manca la collaborazione ed il tentativo è annullato.
Annullato un primo tentativo, ne parte subito un secondo: stavolta fuoriescono Tim Wellens e Victor Campenaerts (Lotto-Soudal), Quinten Hermans e Lorenzo Rota (Intermarché-Wanty-Gobert), Mauro Schmid (Quick-Step AlphaVynil) e Rasmus Tiller (Uno-X). Stavolta la collaborazione non manca, ed i contrattaccanti si riportano agevolmente sulla fuga, costituendo un nuovo gruppo di testa di 11 unità, mentre dietro la Trek-Segafredo di Pedersen insegue con 45” di ritardo. La situazione procede dunque in modo relativamente cristallizzato, con il distacco tra i due gruppi che si mantiene stabile tra i saliscendi della campagna vallona, con Tobias Lund Andersen, Tom Van Asbroeck e Quentin Jaregui che perdono contatto dalla testa della corsa. Con il passare dei chilometri però la situazione sembra volgere a favore dei battistrada, visto lo scarseggiare di energie per l’inseguimento in gruppo.
Non potendo più contare su un inseguimento organizzato sono diversi i corridori che provano a gettarsi alla ricerca degli 8 rimasti al comando: tra questi Alessandro De Marchi (Israel-PremierTech) ed Axel Laurence (B&B Hotels KTM). L’ultimo a mollare la presa è proprio il leader Mads Pedersen, che svolgendo un eccellente lavoro in prima persona riprende De Marchi e Laurence e riduce sensibilmente lo svantaggio dalla testa della corsa. Ma davanti la reazione arriva: Lorenzo Rota imposta un ritmo elevato che condanna Tizza e Tiller, mentre dietro Pedersen comincia a soffrire le accelerazioni della Alpecin-Fenix di un sorprendente Jasper Philipsen. Passano i chilometri e la corsa non accenna a calare d’intensità, ma ai 20 km dal traguardo il gap di 1’30” non lascia spazio a dubbi: la vittoria di tappa (e anche la classifica generale) se la giocheranno i 6 di testa, con Wellens virtualmente leader.
Procedono sempre di comune accordo i battistrada, che sembrano avere intenzione di scontrarsi frontalmente solo sul Mur de Durbuy, con Campenaerts che continua a scandire una buona andatura. Prova ad anticipare invece il muro Dries De Bondt, già presente nella prima fuga di giornata ed autore di una grande prova, ma il belga è stoppato per ben 3 volte. L’ultimo, terribile, chilometro vede Lorenzo Rota lanciare la atipica volata al compagno di squadra Quinten Hermans, che sferra lo sprint e batte sul colpo Mauro Schmid e Tim Wellens a 4", con il bravo Lorenzo Rota quarto a 6". Quinta posizione poi per Dries De Bondt a 29", sesto Victor Campenaerts sempre a 29", mentre il primo dei “battuti” è Mark Donovan (DSM) a 2'20" seguito da Yves Lampaert (Quick-Step AlphaVynil). Nona posizione poi per un encomiabile Mads Pedersen a 2'27", mentre Jasper Philipsen conclude decimo.
Classifica generale rivoluzionata con Mauro Schmid che passa al comando con lo stesso tempo di Tim Wellens, mentre Quinten Hermans si trova terzo a 8". Quarto poi Lorenzo Rota a 41", quinto Campenaerts a 1'05", sesto De Bondt a 1'50". Scende al settimo posto Pedersen con 2'08" di ritardo, ottavo Lampaert a 2'13", nono Riesebeek a 2'33" e decimo Philipsen a 2'36".
Domani quinta ed ultima tappa che vedrà il Belgium Tour concludersi con 182 km da Gingelom a Beringen. Il tracciato sarà quasi interamente pianeggiante e, salvo sorprese, dovrebbe trattarsi di una passerella finale adatta ai velocisti, ma la classifica generale è ancora apertissima.