
Tadej Pogacar e il doping? Il manager della Total: "Vorrei delle garanzie"
Bernaudeau ha detto di non avere sospetti sullo sloveno, ma lo ha invitato a pubblicare tutti i suoi dati per il bene del ciclismo
Jean-René Bernaudeau si espone sulla questione doping nel ciclismo di oggi, e cita anche Tadej Pogacar. Il general manager della TotalEnergies, che guida la formazione ininterrottamente dal 2003, è stato intervistato dall'emittente francese BFM TV esprimendosi su diversi temi, dalla situazione della sua squadra fino al dominio di Tadej Pogacar e ai sospetti di doping intorno alle imprese del fenomeno sloveno.
Bernaudeau: “Non sospetto di Pogacar, ma vorrei delle garanzie”
La questione più spinosa affrontata dal sessantottenne francese è stata proprio questa. Bernaudeau ha dichiarato di non avere sospetti, ma che vorrebbe delle garanzie sulla completa onestà delle performance dello sloveno.
“La differenza tra lui e gli altri è qualcosa di incredibile. Pogacar è un corridore davvero forte, ha anche costruito una bella immagine di sé, ma mi piacerebbe che andasse ancora più lontano in termini di cosa significa essere un atleta di alto livello. Vorrei delle garanzie sulle sue performance. Gli chiedo di pubblicare i suoi parametri, i suoi numeri, tutto ciò che fa, anche in vista dei prossimi anni quando la ricerca avanzerà."

Bernaudeau: “Chetoni e anidride carbonica? Chi li usa rovina la nostra credibilità”
Bernaudeau ha dichiarato che non tutte le squadre sembrano interessate alla lotta al doping, portando come esempi l'utilizzo dei chetoni o del carbonio per migliorare le performance.
"Il ciclismo vive nel sospetto dopo il caso Festina, e non credo che possa permettersi un altro scandalo. La WADA, il passaporto biologico e i sistemi di tracciamento sono un passo nella giusta direzione, ma dobbiamo andare oltre. Perché ci sono squadre che non aderiscono all'MPCC? Io non sono uno specialista in medicina, non so cosa siano i chetoni o che effetto faccia l'anidride carbonica che si inala, ma so che sono due cose pericolose e ci sono squadre che le usano: tutto ciò è catastrofico per la nostra credibilità. Sono sistemi che non fanno bene alla nostra immagine: dovremmo eliminarli e impegnarci a tutelare il nostro sport.”
Il futuro della TotalEnergies, dalla wild card al Tour de France al presunto accordo con la INEOS Grenadiers
Infine, Bernaudeau ha raccontato l'avvicinamento del team alla prossima edizione della Grande Boucle, la gara di gran lunga più importante per il team a livello finanziario. La sua TotalEnergies è stata invitata anche quest'anno, ma il manager riconosce che in assenza di risultati la sua squadra rischia di perdere il suo slot nei prossimi anni in favore delle realtà emergenti.
“Tudor e Uno-X Mobility sono due progetti concreti, guidati da personalità giovani come Fabian Cancellara e Thor Hushovd, e non dovrebbero essere ostacolati. Ma in quale spazio si inseriscono? Non possono partecipare al Tour de France se non ci espandiamo. Quanti corridori francesi saranno al via del Tour di quest'anno? Questa è una bella domanda…”
Nessuna conferma o smentita, invece, sull'indiscrezione lanciata qualche settimana fa su Escape Collective secondo cui TotalEnergies starebbe discutendo con la INEOS Grenadiers per ricoprire il ruolo di co-sponsor dal 2026; accordo che, stando alla fonte, comporterebbe la chiusura del team francese.
“Non voglio alimentare queste voci. Al momento tante squadre sognano di avere uno sponsor economicamente forte. Io penso allo sviluppo della mia squadra e a garantirle un futuro al Tour de France: è questo ciò che conta di più per me, non mi interessano le indiscrezioni dei giornalisti.”