Il ritorno della fagianata: Schmid allunga in discesa e vince la Cadel Evans Road Race
Il campione nazionale svizzero anticipa Gate e Pithie. 5° Bagioli
La mossa del fagiano: un vecchio classico del ciclismo a serio rischio estinzione. Eppure, c'è chi non si è ancora rassegnato al tramonto di questa specialità, che richiede «fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità d'esecuzione», parafrasando una delle battute più celebri di Amici miei. Non sappiamo se Mauro Schmid si sia ispirato al conte Raffaello Mascetti, il personaggio più celebre del film di Mario Monicelli. Di sicuro, però, il 25enne svizzero - 7 vittorie in massima serie - non ha lesinato queste attitudini per vincere la Cadel Evans Great Ocean Road Race, ultima gara del breve ma fittissimo calendario australiano e primo test in linea della nuova stagione. Schmid ha spiazzato i suoi compagni di ventura - che già pregustavano un comodo arrivo in volata - con un allungo in discesa ai -8 dal traguardo di Geelong, dove ha preceduto Aaron Gate e Laurence Pithie, vincitore nel 2024. Buon risultato per Andrea Bagioli: il lombardo della Lidl-Trek ha chiuso al 5° posto.
La cronaca della Cadel Evans Great Ocean Road Race
Copione consolidato per la 9ª edizione della Cadel Evans Great Ocean Road Race, prima corsa in linea del World Tour 2025: partenza e arrivo a Geelong, nello stato australiano di Victoria, dopo 184,5 km. Se il tratto in linea si snoda su lunghi rettilinei - intervallati da qualche timido saliscendi - il pezzo forte della casa è chiaramente il circuito finale di 21 km da ripetere per 4 volte, con la scalata multipla a Challambra Crescent (1100 metri all'8,5% medio e una pendenza massima del 22%), l'ultima delle quali ai -10 dal tradizionale traguardo di Steampacket Gardens.
Il gran caldo (35°) scoraggia una fuga numerosa. E così, dopo pochi chilometri dal via, il gruppo concede il via libera al neoprofessionista italiano Andrea Raccagni Noviero (Soudal-Quick Step). Il corridore ligure guadagna un vantaggio massimo di 4'40" sul resto della compagnia - trainata a turno da Lidl-Trek, Picnic PostNL e Red Bull-BORA-Hansgrohe - per poi concludere la sua azione solitaria poco dopo il primo passaggio sul Challambra Crescent (-69).
Un tentativo isolato dopo l'altro, la corsa si riaccende ai -64 con l'attacco dell'australiano Oliver Bleddyn - in gara con la maglia della Nazionale - e del belga Pieter Serry (Soudal), comunque tenuti sotto controllo dal gruppo, che concede loro un margine non superiore ai 45". Esaurita l'azione dei due contrattaccanti a 51 km dal capolinea, la INEOS Grenadiers prende l'iniziativa con l'ex campione britannico Connor Swift (INEOS Grenadiers), che trascina con sé il connazionale Max Walker (EF EasyPost) e i corridori di casa Christopher Harper (Jayco AlUla) e Rudy Porter, quest'ultimo in gara sotto le insegne della selezione australiana. La Lidl-Trek - schierata al fianco dell'italiano Andrea Bagioli (Lidl-Trek) - e la Groupama-FDJ, capitanata dal campione uscente, il neozelandese Laurence Pithie (Groupama-FDJ), vigilano sul quartetto al comando, che si spingerà poco oltre i 30" di vantaggio all'inizio della penultima tornata.
Perso per strada Walker sul terzo Challambra, i tre superstiti della fuga procedono assieme fino ai -25, quando Harper lascia sul posto Porter e Connor Swift (entrambi rientrati nei ranghi poco dopo il penultimo transito sul traguardo), proseguendo la sua azione solitaria fino ai piedi della salita-manifesto della corsa. Alle spalle dei primi, i Free Palestine - al lavoro per l'australiano Corbin Strong (Free Palestine) - e i Movistar durano non poca fatica per rientrare sul passista aussie che, dopo aver galleggiato sopra la soglia psicologica dei 30", si rassegnerà alla resa sull'ultimo Challambra Crescent.
Il sacrificio di Harper è tuttavia servito a tenere sotto coperta i suoi compagni di squadra, primo fra tutti il campione nazionale svizzero Mauro Schmid (Jayco-AlUla), che risponde presente all'ultimo appello insieme ad altri 7 uomini: i britannici Lewis Askey (Groupama) e Oscar Onley (Picnic PostNL), il canadese Michael Woods (Free Palestine), lo statunitense Magnus Sheffield (INEOS), lo spagnolo Javier Romo (Movistar) e i già citati Bagioli e Pithie, cui si aggiungeranno il colombiano Esteban Chaves (EF), il francese Rémy Rochas (Groupama) e i neozelandesi Finn Fisher-Black (Red Bull), Aaron Gate (XDS Astana) e Strong. Appena imboccata la discesa, il corridore zurighese guadagna qualche metro sulla concorrenza, che conduce l'inseguimento in terza marcia, complice la presenza in gruppo degli sprinter più quotati alla vigilia. Niente di meglio per Schmid, che conserverà un piccolo ma prezioso margine (3") fino al trionfale ingresso in Steampacket Gardens. Dopo una tardiva sortita di Bagioli, Fisher-Black, Onley e Strong, i battuti si giocano il podio in volata: Gate piazza il colpo di reni e precede Pithie, Strong e un buon Bagioli.