La Visma-Lease a Bike di Sepp Kuss, campione uscente della Vuelta © Unipublic-Cxcling
Lo Stendino di Gambino

Dedicato a chi sostiene che la Vuelta sia più importante del Giro

Bei nomi nella startlist della corsa spagnola, la quale però di rado rappresenta la prima scelta per un corridore di vertice. Incertezza assoluta nei pronostici

17.08.2024 17:50

Parte oggi da Lisbona la 79esima Vuelta España, terza in ordine di calendario, e anche d'importanza, tra le tre grandi corse a tappe del proscenio internazionale. Ritengo, infatti, sia fondamentale chiarire da subito quello che i recenti eventi hanno sancito al di là di ogni discussione. Premessa la centralità assoluta che rende il Tour de France unico e inarrivabile nel microcosmo delle due ruote, negli ultimi anni, soprattutto in Italia, si era diffusa una autolesionista opinione che millantava una presunta supremazia della corsa iberica sul Giro.

Questa corrente d'opinione traeva forza dalla teoria fantasiosa che la startlist della Vuelta fosse superiore a quella della corsa rosa. Quello che questa corrente di pensiero, però, rifiutava di prendere in considerazione erano le motivazioni con cui i sedicenti big si presentavano al via della corsa spagnola.

Vuelta, una scelta che il più delle volte è un ripiego

Cominciamo dal principio. Annualmente, a inizio dicembre i vari fuoriclasse del pedale delineano il proprio programma per la stagione successiva. Questi proclami s'incentrano sulle classiche monumento e sui primi due grandi giri, glissando nella maggior parte dei casi sul periodo finale della stagione, successivo al Tour de France.

La maggioranza mette la Grande Boucle come punto focale dell'annata ma c'è sempre una minoranza qualificata che, invece, privilegia il Giro d'Italia. Poi, come ha fatto qualcuno quest’anno, c’è chi punta all’accoppiata rosa-gialla. Della Vuelta, invece, non parla quasi nessuno. Man mano che, poi, la stagione si dipana, la corsa spagnola assume il suo reale contorno, quella di nostalgico raduno di convalescenti e delusi.

La Vuelta 2024 che parte oggi dalla capitale portoghese ha un unico pregio: la totale incertezza nei pronostici. Lo sloveno Primoz Roglic (Red Bull-BORA-Hansgrohe), reduce dall’ennesima delusione in terra di Francia, viene messo in pole position, più per motivi di stima, legati ai suoi tre trionfi consecutivi tra il 2019 e il 2021, che per l’effettivo stato di forma.

Primoz Roglic alla presentazione delle squadre della Vuelta 2024 © Unipublic-Cxcling
Primoz Roglic alla presentazione delle squadre della Vuelta 2024 © Unipublic-Cxcling

Proprio per quest’ultimo motivo, la sua squadra ha deciso di schierare come alternativa per la classifica generale Daniel Martínez, secondo al Giro 2024 alle spalle di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates). Il team emiratino, orfano del fuoriclasse di Komenda, si presenta competitivo con il duo Adam Yates-João Almeida che, dopo aver dominato il Giro di Svizzera, tanto bene ha fatto a sostegno di Pogacar al Tour de France.

Kuss l'ha vinta l'anno scorso ma solo stavolta è capitano

Per la prima volta nella sua carriera Sepp Kuss (Visma-Lease a Bike) parte con il ruolo di leader in una grande corsa a tappe. L’anno scorso, entrando in una fuga da lontano, conquistò nella prima settimana la maglia roja che poi, anche per una decisione politica da parte della dirigenza della sua squadra, gli fu lasciata sulle spalle a mo’ di premio per quanto fatto negli anni a favore dei suoi capitani. Il corridore del Colorado, che l’anno scorso aveva disputato tutti i tre grandi giri, si presenta a Lisbona freschissimo, non avendo preso parte né al Giro, né al Tour.

Nella stessa situazione di Kuss si trova la coppia Lidl-Trek formata dal danese Mattias Skjelmose e dall’inglese Tao Geoghegan Hart. Lo scandinavo ha finalizzato la sua stagione sulla corsa spagnola mentre il vincitore del Giro 2020 ha dovuto rinunciare al Tour, suo obiettivo primario, causa un infortunio. Sarà interessante vedere se il fattore freschezza avrà un peso nel destino della corsa.

Ci sono, poi, una serie di cani sciolti che molto difficilmente arriveranno a Madrid in maglia roja: il maiorchino Enric Mas (Team Movistar), eterno secondo, il basco Mikel Landa (Soudal QuickStep), reduce da un ottimo Tour a sostegno di Remco Evenepoel, e l’altro spagnolo, Carlos Rodríguez (INEOS Grenadiers), in decisa involuzione rispetto alla scorsa stagione.

Un discorso a parte lo merita Richard Carapaz (EF Education-EasyPost). L’ecuadoriano, se ispirato, è corridore capace di trasformare in vittoria la mezza occasione, vedi Giro d’Italia 2019 e Giochi Olimpici di Tokyo 2021. Resta da capire se vorrà fare classifica o preferirà puntare a successi parziali e, magari, alla classifica degli scalatori.

Infine, l’Italia, che, come a maggio al Giro, si affida al duo Guerre Stellari della Bahrain-Victorious composto dal maestro Damiano Caruso e dall’allievo Antonio Tiberi. Su di loro, su Giulio Ciccone (Lidl-Trek) e su Lorenzo Fortunato (Astana Qazaqstan), riposano le scarse speranze della bicicletta azzurra di vivere almeno un giorno da leoni.

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