Gran Groenewegen, WVA ha solo secondi sul menù
Dylan vince in volata la terza tappa del Tour de France battendo Van Aert al fotofinish, terzo Jasper Philipsen. Settima posizione per Alberto Dainese, Damiano Caruso attardato. Sagan contesta Wout (che resta in giallo)
Torna al successo Dylan Groenewegen, e lo fa con un grande sprint di mestiere e potenza pura, battendo in rimonta i migliori velocisti del panorama internazionale. L'ultimo successo del neerlandese al Tour è datato 12 luglio 2019, ed oggi, a 3 anni di distanza, il ritorno è sancito. Ci sarebbe molto da dire sul suo ritorno ad alti livelli, passato inevitabilmente dal fattaccio del Giro di Polonia 2020, e da quel terribile incidente in volata che poteva costare la vita a Fabio Jakobsen. Groenewegen fu giudicato colpevole dell'accaduto, e squalificato per quasi un anno. Il ritorno alle corse, a sorpresa, al Giro d'Italia dello scorso anno in cui, per forza di cose, lo sprinter allora in forze alla Jumbo-Visma parse meno lucido del solito, ma il cammino verso il ritorno era solo agli inizi. Di lì in poi la graduale risalita, passata per le svariate vittorie nelle corse minori e l'approdo al team BikeExchange-Jayco, in cui sicuramente gode di più libertà ed attenzioni, ed il punto d'arrivo oggi, in cui dimostra di essere ancora uno dei velocisti più forti in circolazione.
Battuto ancora una volta Wout Van Aert, la cui maglia gialla è l'unica, importante consolazione al terzo secondo posto consecutivo. Nella affollatissima volata, poi, spazio anche per una polemica con Peter Sagan, quarto, con lo slovacco che accusa Wout di averlo stretto lungo le transenne nel finale, ed appena superato il traguardo gli rivolge un appellativo ben comprensibile: "motherf**ker!". Una caduta a 10 km dalla conclusione causa ritardi per alcuni big della classifica generale che si trovavano nelle retrovie: perdono così 39" Damiano Caruso ed il suo compagno di squadra Jack Haig, entrambi co-capitani della Bahrain-Victorious. Attardato anche Rigoberto Uran (EF Education-EasyPost) che paga lo stesso ritardo in una tappa per lunghi tratti tranquilla e lineare nella preparazione dell'entusiasmante volata.
Il percorso della terza ed ultima tappa danese di questo Tour vede infatti un profilo altimetrico simile a quello di ieri, ovvero quasi completamente pianeggiante, con un chilometraggio più ridotto. Sono infatti 183 i chilometri da Vejle a Søndeborg che strizzano nuovamente l’occhio ai velocisti puri. Presenti altre tre agevoli côte sparse sul tracciato, mentre il finale prevede qualche insidia planimetrica da non sottovalutare: essendo ancora ad inizio Tour il nervosismo, si sa, è elevatissimo. Infine, l’insidia vento è sempre presente, ma dopo il falso allarme di ieri le aspettative vengono un po’ ridimensionate.
Ma veniamo alla cronaca ed alle prime, tranquille pedalate di questa tappa. Solo un uomo cerca e trova immediatamente la fuga: si tratta della maglia a pois Magnus Cort Nielsen (EF Education-Easypost) che decide di godersi un altro giorno all’attacco nella sua Danimarca. Nessuno lo segue, ed inizia quindi la sua fuga solitaria tra due ali di una folla oceanica che lo incita da bordo strada, tra bandiere danesi sventolanti e cori a lui dedicati. Anche il gruppo, in questa atmosfera da stadio, comincia ad organizzare l’inseguimento in tutta tranquillità con Quick-Step AlphaVynil, Lotto Soudal e BikeExchange-Jayco che piazzano ognuna un uomo in testa al gruppo a scandire il ritmo. Il gap di Cort Nielsen raggiunge inizialmente più di 6, ma scende poi inevitabilmente e gradualmente grazie all’aggiunta in testa al plotone di un uomo della Alpecin-Fenix, anche se il clima continua a mantenersi del tutto calmo e rilassato, quasi soporifero se non fosse per il caloroso pubblico.
Prosegue quindi la cavalcata solitaria del danese che consolida la propria maglia a poi vincendo i primi due GPM di giornata, con un vantaggio di 3’30” da difendere a 100 km dall’arrivo. Un primo momento di competitività in gruppo giunge in corrispondenza dello sprint intermedio, vinto ovviamente da Cort Nielsen, in cui è la maglia gialla Wout Van Aert (Jumbo-Visma) a battere nella volatina il compagno di squadra Cristophe Laporte, Fabio Jakobsen (Quick-Step AlphaVynil) e Peter Sagan (TotalEnergies). Il margine di Cort Nielsen diventa a questo punto veramente risicato, ed il plotone opta per un nuovo rallentamento, decidendo così di lasciare il fuggitivo all’avanscoperta ancora per un po’. E così il protagonista di giornata transita per primo anche all’ultimo GPM di giornata, esultando ed aizzando la folla da vero intrattenitore. La situazione però comincia a scaldarsi nell’approcciare gli ultimi 50 km, con Cort Nielsen che viene ripreso e l’andatura che aumenta sensibilmente.
L’insidia del vento continua dunque a fare paura e il ritorno sulla costa accresce le preoccupazioni di velocisti e uomini di classifica, che si portano in blocco nelle prime posizioni. Ancora una volta, però, il nervosismo non porta agli stravolgimenti sperati ed il gruppo procede appallottolato e ad elevatissime velocità verso il finale, con i chilometri che passano velocemente. Entrati negli ultimi 15 km appare ormai chiaro che anche questa terza frazione si deciderà in volata, ma per ora sono ancora le formazioni degli uomini di classifica come Jumbo-Visma ed Ineos Grenadiers a tenere alta la velocità. Una caduta a 10 km dalla conclusione attorno a metà gruppo non porta gravi conseguenze, ma chi è rimasto dietro ora deve inseguire. Nel tortuoso finale è la Quick-Step AlphaVynil a portarsi in testa al gruppo con Mattia Cattaneo che guida il proprio treno ai -5.
Arriva in testa anche la DSM di Alberto Dainese, ma la trenata più sorprendente avviene ad opera di Mathieu van der Poel (Alpecin-Deceuninck) per il proprio velocista Jasper Philipsen. Tra i treni che sgomitano nel concitatissimo finale quello che riesce a prendere in testa il rettilineo finale è quello della Quick-Step di un Fabio Jakobsen che rimane però bloccato in posizione arretrata. La lunghissima volata è quindi lanciata dal duo Jumbo-Visma composto da Cristophe Laporte e Wout Van Aert, ma la maglia gialla è rimontata alle spalle da Peter Sagan, Jasper Philipsen e Dylan Groenewegen (BikeExchange-Jayco). Il finale è al fotofinish, ma a spuntarla è Groenewegen su Van Aert, nuovamente secondo, e Philipsen terzo. Quarta posizione invece per un Sagan in crescita che accusa Van Aert di averlo stretto lungo le transenne. Decisamente più dietro dei primi 4 arriva Fabio Jakobsen, seguito da Cristophe Laporte ed Alberto Dainese, settimo. Ottava posizione poi per Hugo Hofstetter (Arkéa-Samsic), nono e nuovamente deludente Caleb Ewan (Lotto-Soudal), infine decimo Danny van Poppel (Bora-Hansgrohe).
Classifica generale sostanzialmente invariata, che vede Wout Van Aert sempre in giallo con 7” di vantaggio su Yves Lampaert (Quick-Step AlphaVynil) e 14” su Tadej Pogacar (UAE). Con Filippo Ganna (Ineos Grenadiers) che arriva staccato dal gruppo sale in quarta posizione Mads Pedersen (Trek-Segafredo) a 18”, quinto Mathieu van der Poel a 20”, poi Jonas vingegaard a 22” e Primoz Roglic a 23”, entrambi capitani della Jumbo-Visma. Ottava posizione per Adam Yates (Ineos Grenadiers) a 30”, nono Stefan Küng (Groupama-FDJ) a 30” ed infine decimo Tom Pidcock (Ineos Grenadiers) a 31”.
Domani giorno di riposo in cui la carovana lascerà la Danimarca ed il suo numerosissimo pubblico per approdare in Francia, dove martedì si correrà la quarta frazione: da Dunkerque a Calais per 171,5 km. Il percorso è costellato di côtes e saliscendi in tutta la sua durata, di cui l’ultimo strappo posto a soli 10 km dal traguardo. Il finale in volata dovrebbe restare la conclusione più probabile, ma i velocisti dovranno faticare non poco per giocarsi lo sprint, e non è detto che tutti ci riescano.