Giochi Olimpici spostati: e ora?
Il rinvio al 2021 della rassegna a cinque cerchi causerà altri cambiamenti nel ciclismo, calendari e non solo
Hanno tenuto duro per settimane, ma alla fine il governo del Giappone ed il Comitato Olimpico Internazionale hanno dovuto prendere atto della situazione e cedere alle forti pressioni internazionali: i Giochi Olimpici di Tokyo non si terranno come inizialmente previsto quest'anno dal 24 luglio al 9 agosto, ma la rassegna è stata rimandata al 2021 senza però sforare l'estate. La decisione era diventata inevitabile, soprattutto dopo le defezioni di Australia e Canada che avevano deciso di non mandare i propri atleti in Giappone nel caso in cui la rassegna si fosse disputata nel 2020, ma è chiaro che questo creerà diversi problemi, sia dal punto di vista economico che logistico e organizzativo. Proviamo a vedere anche le implicazioni che questo spostamento può avere sul mondo del ciclismo.
Il calendario: serviranno degli aggiustamenti
Le nuove date dei Giochi Olimpici di Tokyo ancora non si conoscono, l'unica cosa che sappiamo è che non andrà dopo l'estate. I giapponesi ovviamente vorrebbero recuperare la rassegna prima possibile per non far lievitare troppo i costi ma, sebbene non venga esclusa una collocazione in primavera, pare abbastanza irrealistico che si finisca col scegliere un periodo diverso da quello di fine luglio e inizio agosto che era previsto per quest'anno: qualche accorgimento andrà comunque fatto, ma almeno non si andrà a confliggere con colossi come le competizioni del calcio o il basket americano.
Il ciclismo su strada aveva già adattato abbastanza bene il proprio calendario per quest'anno e potrebbe farlo anche per il prossimo, con un dettaglio a cui prestare attenzione. Il Tour de France ha già annunciato la Grand Départ per venerdì 2 luglio, aspetto che significherebbe avere la passerella sui Campi Elisi in data 25 luglio: si tratta di una possibile sovrapposizione da tenere in considerazione. Ma per il 2021 l'Unione Ciclistica Internazionale aveva previsto anche l'entrata in vigore della nuova riforma del ciclismo su pista con i Campionati del Mondo spostati proprio in estate: già a partire da domani le varie federazioni sportive si riuniranno con il CIO per cercare soluzioni a tutti questi problemi, per capire quali siano le dati migliori per il Giochi e cosa invece si potrà spostare o rinviare.
Gli atleti: Valverde e Nibali con un anno in più
Le voci degli atleti sono state praticamente unanimi nel concordare con la decisione del rinvio dei Giochi Olimpici, ma è evidente che questo avrà ripercussioni sulle carriere di alcuni di loro: lasciando da parte il calcio dove esistono proprio dei limiti di età per la partecipazione, e chi era selezionabile quest'anno potrebbe non esserlo il prossimo, pensiamo a coloro che avevano deciso di tenere duro e posticipare il ritiro dall'agonismo proprio in previsione di un'ultima partecipazione alla rassegna a cinque cerchi. Fondamentale sarà la testa dovrà dare gli stimoli e le motivazioni ad un corpo già abbastanza provato: e non è scontato che tutti ci riescano facilmente.
Anche nel ciclismo abbiamo dei validi esempi. È il caso di Alejandro Valverde che aveva pianificato di appendere la bici al chiodo alla fine del 2021: per lui i Giochi di Tokyo dovevano rappresentare l'ultimo grande obiettivo, un assalto alla medaglia olimpica che ancora manca nel suo palmares, ma potrà essere competitivo a 41 anni e soprattutto dopo una stagione mozzata come quella attuale? Lo stesso discorso vale in parte anche per il nostro Vincenzo Nibali che arriverà a Tokyo con 36 anni sulla carta d'identità, ed anche a quell'età non sarà uno scherzo trovare la forma ed il ritmo di gara migliori anche se ha già promesso che si farà trovare pronto. Chi invece quest'estate a Tokyo molto probabilmente non ci sarebbe stato, ma che potrà invece esserci nel 2021, è il canadese Michael Woods, vittima di un brutto infortunio alla Parigi-Nizza.
Tra gli atleti un po' più giovani, c'era invece chi aveva deciso di aspettare il 2021 per dare una svolta abbastanza radicale alla propria carriera, magari lasciando la pista o la mountain bike per testarsi in una stagione intera su strada: il rinvio dei Giochi Olimpici li obbligherà a delle riflessioni perché per alcuni ci può essere in ballo l'aspetto economico e non solo quello sportivo. Il primo esempio che viene in mente è quello di Mathieu van der Poel che aveva rimandato l'esordio nei Grandi Giri ed un'attività su strada più intensa per puntare alla medaglia d'oro nella Mountain Bike. Cosa farà il fenomeno neerlandese? Per ora l'intenzione è quella di puntare prima alle classiche del nord e poi alla MTB, ma la testa saprà resistere al richiamo del Tour de France?