Ciclisti di...versi - Louis Trousselier
Secondo appuntamento con la rubrica che abbina poesia e ciclismo eroico. Dopo il debutto con Lucien Petit-Breton, si prosegue con un altro grande protagonista francese del primissimo Novecento, vale a dire Louis Trousselier.
LOUIS TROUSSELIER
Non i fiori, né i fucili,
solo una bici nel destino.
Dannato pedalare in un secolo nascente.
“Trou-Trou” te ne fotti, la bici è gioco!
Come un Tour, come la vita.
Non si torna a Parigi,
senza un po’ d’Alsazia dentro.
Sublime simbolismo ardente,
incurante di chiodi e di pietre.
Ah! Che saranno mai i soldi!
L’appetito vien mangiando.
E se serve, che volino i cazzotti!
Louis Trousselier (Parigi 29 giugno 1881 - 24 aprile 1939) fu uno dei più famosi ciclisti francesi d’inizio Novecento. Soprannominato "Trou-Trou" o "le fleuriste" (il fioraio), quest’ultimo per via dell’attività di famiglia, dopo alcune importanti vittorie nel 1905 partecipa, nel pieno del servizio militare, alla Paris-Roubaix, vincendola. Proprio a causa della leva, è costretto a chiedere una licenza per correre il Tour de France. Nonostante l’assenza dei principali favoriti per via delle frequenti scorrettezze delle edizioni precedenti, Trousselier si difende come può dall'emergente René Pottier, decisamente più avvezzo di lui in salita (ma poi costretto al ritiro) in un’edizione che prevedeva per la prima volta la scalata al Ballon d’Alsace. Prevale in cinque tappe e conquista la classifica finale della Grande Boucle.
Estroso, combattivo ma a tratti assai dissennato, tanto da rischiare l’abbandono dalla corsa per un’indigestione di cozze e sciagurato al punto da sperperare i 25 mila franchi del premio del Tour in una sola notte, perdendo tutto al gioco con gli amici, resta per anni uno degli atleti di riferimento del movimento transalpino. Ancora a podio nel Tour 1906 (dove fa notizia per una scazzottata con Jean-Baptiste Dortignacq, che lo aveva accusato di scorrettezze), conquisterà dodici successi totali alla Grande Boucle. Alla Paris-Roubaix conquistò quattro podi totali nelle sei edizioni disputate, non uscendo mai dalle prime cinque posizioni.
Ammirato anche in Italia, dove salì sul podio sia alla Milano-Sanremo (secondo nel 1911 dopo essere stato quinto nel 1908) che al Giro di Lombardia (terzo nel 1909), non riuscì a concludere il suo unico Giro d’Italia disputato (nel 1909, dove fu terzo nella tappa Bologna-Chieti). Memorabile il suo successo nella Bordeaux-Paris del 1908. Soltanto dopo aver concluso, nel 1914, la carriera ciclistica si dedicò al lavoro di fioraio, che svolse fino alla sua morte, avvenuta a 57 anni nel 1939.