Unendosi al Wolfpack, i Calabroni dovrebbero rinunciare a parte del roster, indebolendosi. Un’operazione che è la spia di quanto sia difficile trovare sponsor (si parla di Amazon, ma solo come partner secondario) e della precarietà del sistema
Nel ciclismo dei Pogačar e degli Evenepoel non ha più senso una categoria che produce un campione europeo a crono (Segaert) più vecchio di quello élite (Tarling). Né ce l’hanno i team di Serie B sempre appesi alle wild card, e allora…
Attenzione, nessuno vuole dileggiare il giovane belga né confrontarlo con il veronese quanto, semmai, con l’equivoco che li accomuna: considerarli corridori da gare a tappe
A dispetto del desiderio di molti di vederlo correre altrove, il Corazziere di Verbania deve molto al team inglese che, peraltro, sta cambiando pelle e in futuro avrà proprio nell’italiano uno dei cardini
Certo, un movimento si rilancia lavorando sui giovani e allargando la base. Ma serve uno sbocco al vertice che eviti di perdere per strada dei potenziali talenti: dove andrebbero oggi il nuovo Bettini o il nuovo Ballan, se anche ci fossero?
Se il Führer avesse vinto la guerra, oggi tutti giocherebbero a calcio in sella ad una bici, mentre per fortuna lo fanno solo i tedeschi. Ma perché, invece, le gare di cross non possono davvero far parte dei Giochi?
A Glasgow la pietra tombale su quello che poteva essere il dualismo del secolo: il belga nemmeno ha provato ad anticipare l’olandese, più forte nel finale, e poi si è pure detto contento per l’argento. E allora va’ a quel paese, Wout!
Troppo a ridosso del Tour per creare il giusto hype, con un calendario rivedibile che prevede subito la prova in linea e la sovrappone pure alla pista, una deprimente Nazionale azzurra su strada ed il Cycle-ball (!) a darci il colpo di grazia