Piazzare Miguel Ángel? Panorama sul Giro
Tour of the Alps, il leader dell'Astana fa sua l'Alpe di Pampeago. Pinot secondo, Sosa terzo e nuovo leader. Froome non impressiona, Aru perde terreno
Ha soffiato pochi giorni fa sulle 70 candeline ma da tempo Gianni Savio non era raggiante come nell'ultimo periodo. Dopo aver lanciato Egan Bernal e in attesa del prossimo campioncino Kévin Rivera, il dirigente piemontese può leccarsi i folti e caratteristici baffi con un altro talento: Iván Ramiro Sosa sta sbocciando e a soli 20 anni lotta ad armi pari con i fenomeni del World Tour, riuscendo a staccarne qualcuno e a comandare su tutti loro dopo le due tappe più impegnative del Tour of the Alps.
Non parte Pöstlberger, sei centrano la fuga
Si tratta solo della seconda giornata ma la frazione odierna del Tour of the Alps 2018 promette di essere, se non quella decisiva, quantomeno quella che maggiormente segnerà l'esito della classifica finale. Dopo l'apertura di Folgaria, la corsa dell'Euregio rimane nell'Alpe Cimbra scattando da Lavarone e raggiungendo, dopo 145.5 km, il traguardo posto su una salita affrontata poche volte dal ciclismo ma entrata nell'immaginario collettivo come l'Alpe di Pampeago.
Partenza alle 11.20 con una defezione, quella dell'austriaco Lukas Pöstlberger, per una Bora Hansgrohe che si ritrova già con 2 uomini in meno. Nei primi km in discesa si susseguono i tentativi, tanto che il gruppo persino si spezza in due tronconi. Ma l'azione di giornata nasce al km 25, quando la corsa è già in vallata a Levico Terme: scattano gli italiani Marco Frapporti (Androni Giocattoli-Sidermec) e Jacopo Mosca (Wilier Triestina-Selle Italia), l'israeliano Roy Goldstein (Israel Cycling Academy), il francese Quentin Jauregui (AG2R La Mondiale), l'austriaco Stephan Rabitsch (Team Felbermayr-Simplon Wels) e lo spagnolo Óscar Rodríguez (Euskadi Basque Country-Murias).
Lotta Frapporti-Rabitsch per i gpm, Goldstein perde terreno
Il gruppo lascia spazio permettendo al sestetto di guadagnare ben 4'30" al km 35, quando parte il lungo Passo del Redebus (15.7 km al 6.2% di pendenza media, con punte sopra al 10% nel finale). In vetta al km 51.1 sono in due a giocarsi i punti del gpm, con Rabitsch che prevale su Frapporti: gli altri quattro, chi più chi meno, hanno perso contatto nelle ultime battute, riuscendo poi a rientrare in discesa. Il plotone, che transita con 4'15" di disavanzo, perde tre elementi: abbandonano la corsa il taiwanese Chun Kai Feng (Bahrain Merida) e i russi della Gazprom-RusVelo Dmitry Kozonchuk e Alexey Rybalkin.
In continuo saliscendi della Val di Fiemme provoca la perdita di terreno di Goldstein, che si distanzia prima del traguardo volante di Sover (km 91), vinto da Frapporti su Jauregui: a questa altezza si tocca il margine massimo sul gruppo, che paga 5'20". Groupama-FDJ e Team Sky si incaricano di lavorare, facendo diminuire il distacco: al gpm di Cavalese (km 108) Frapporti si vendica su Rabitsch, con il plotone che paga 4'15".
Jauregui ultimo ad arrendersi a Pampeago
La seconda ascesa da Castello di Fiemme a Cavalese provoca novità della composizione della testa della corsa: già nelle prime rampe Mosca e Rodríguez cedono, Frapporti fatica ma, salendo del suo passo, riesce a non farsi abbandonare da Jauregui e Rabitsch. Ai 15 km dal termine il trio al comando passa con 3'05" di vantaggio sul gruppo tirato ora con vigoria dalla UAE Team Emirates, con il gap sceso a 2'15" ai meno 10 km e a 1'40" all'imbocco della salita finale. I dati dell'ascesa sono alquanto significativi: in 7.7 km di lunghezza la pendenza media è del 9.8%, con diversi tratti al 14%.
Già nelle prime rampe Jauregui riesce a far cedere Frapporti e Rabitsch mentre dietro cerca di scattare Edoardo Zardini. Il veronese della Wilier Triestina-Selle Italia non va però da nessuna parte a causa dell'andatura sostenuta impostata dalla Groupama-FDJ con Georg Preidler: l'accelerazione generale fa in modo che anche Froome perda terreno, con il britannico che va come di consueto col suo ritmo e poi riportato due volte a contatto dai cinque gregari a sua disposizione.
Hirt ci prova, pendolino Elissonde sfianca Aru e Bennett
L'avventura di Jauregui si conclude ai meno 4.9 km e alla Groupama si sostituisce proprio la Sky a partire dai meno 4 km, quando da Stava viene imboccato il bivio che porta all'Alpe di Pampeago. Diego Rosa prima e Sebastián Henao menano le danze, cercando di impostare la corsa nei binari a loro preferiti. A provare a mettere un granello di sabbia nel loro meccanismo dei britannici ci prova ancora l’Astana Pro Team mandando all’attacco ai meno 2.7 km Jan Hirt, seguito dall’ex Trek Riccardo Zoidl (Team Felbermayr-Simplon Wels).
Dietro entra subito in azione David De la Cruz, la cui andatura mantiene a contatto visivo i due coraggiosi e, contemporaneamente, provoca la perdita di contatto di altri elementi fra cui, ai meno 2 km, del leader Pello Bilbao (Astana Pro Team). Dopo il catalano tocca all'ultimo elemento: proprio a tale altezza inizia il lavoro l’ultimo Sky a supporto di Froome, ossia Kenny Elissonde: il minuto francese aumenta, e di molto, la velocità di crociera, annullando l’azione dei due battistrada ai meno 1700 metri e riducendo a una decina di elementi il drappello. Fra quelli che alzano bandiera bianca vi sono due nomi attesi quali Fabio Aru (UAE Team Emirates) e George Bennett (Team LottoNL-Jumbo).
Froome ci prova ma non va da nessuna parte, López fa sua la mini volata
La classica frullata di capitan Froome avviene esattamente sotto l’arco dell’ultimo km: ma il keniano bianco non fa alcuna differenza, con Pinot, Pozzovivo, López, Ciccone e Sosa che rimangono sempre assieme a lui. Prova ad avvantaggiarsi Pozzovivo, che questa cima l'ha conquistata al Trentino 2010, ma il lucano viene ripreso da López, Pinot e Sosa a 500 metri dal termine, con Froome e Ciccone che rientrano dopo qualche momento di appannamento.
Si giunge così ad una volata lunga, con l'ex Colnago e AG2R che la imposta in testa. A vincere, però, è Miguel Ángel López, che coglie la seconda vittoria stagionale dopo quella ottenuta al Tour of Oman. Per l’Astana Pro Team si tratta della terza gioia in te giorni, l'undicesima in questo scorcio di annata: per fare un confronto con l'annus horribilis 2017, tale cifra fu raggiunta sempre con López ma nel mese di agosto alla Vuelta a Burgos.
Pinot secondo, Sosa terzo e nuovo leader. Aru paga oltre 30"
Il primo dei battuti è Thibaut Pinot (Groupama-FDJ), che dimostra di essere già in forma in vista del Giro. Terzo un eccellente Iván Ramiro Sosa (Androni Giocattoli-Sidermec) mentre dal quarto in poi si forma un piccolo buco. Ritardo di 4" dunque per uno stremato Chris Froome (Team Sky), quindi quinto a 7" Domenico Pozzovivo (Bahrain Merida). Seguono Giulio Ciccone (Bardiani CSF) a 14", Jan Hirt (Astana Pro Team) a 20" , l'interessante Ben O'Connor (Team Dimension Data) a 27", il sempre più scalatore Ben Hermans (Israel Cycling Academy) a 31" e, a 34", Fabio Aru (UAE Team Emirates). George Bennett lascia sul piatto 1'09" mentre Pello Bilbao conclude a 1'25". Ancora non va invece Louis Meintjes (Team Dimension Data), solamente 28° a 2'02".
In classifica la maglia viola passa sulle spalle del giovanissimo Iván Ramiro Sosa, che guida su 6" su Thibaut Pinot e Miguel Ángel López. Domani tappa tutta altoatesina da Ora a Merano: 138.3 km in cui scalare nella seconda parte il lunghissimo Passo della Mendola a cui fa seguito il più breve e semplice Passo Palade, dalla cui cima rimangono 18 km di discesa e 6 di pianura. Verosimile l'arrivo di un gruppetto di discrete dimensioni.