Professionisti

Viviani nervoso nella battaglia

18.05.2018 19:20

Giro d'Italia, il veronese centra la terza vittoria e mette a tacere le prime critiche. Secondo posto per Bennett. Domani l'attesissimo Zoncolan


«Dovevo dimostrare qualcosa». Non tanto a se stesso, quanto a tifosi, addetti dell'informazione e anche alla propria squadra. La giornata di ieri ha infastidito Elia Viviani, solitamente sempre mansueto: le prime critiche ricevute dopo la giornata no di Imola hanno rabbuiato il veronese, deciso a prendersi una immediata rivincita per zittire tutti. E, a giudicare dal risultato, la rabbia che gli è montata dentro ha provocato effetti benefici, in uno sprint letteralmente dominato.

Giro terminato per Kangert: perdita pesante per l'Astana
Dopo il palpitante finale di ieri, la tredicesima tappa del Giro d'Italia dovrebbe garantire maggiore tranquillità ai corridori ancora in gruppo. Escluso il meteo avverso che ha caratterizzato l'ultima ora in terra romagnola, la Ferrara-Nervesa della Battaglia di 180 km promette di essere particolarmente soleggiata. L'unica asperità di giornata, la salita del Montello (da un versante diverso, per la precisione la Presa 8, da quello utilizzato nell'edizione iridata del 1985), non è affatto complicata e non dovrebbe affatto risultare problematico per alcuno.

Dalla capitale italiana delle biciclette non riparte un elemento di qualità: dopo cinque giorni di sofferenza si arrende ai problemi gastrointestinali Tanel Kangert. Lo scalatore estone dell'Astana Pro Team avrebbe potuto risultare fondamentale in salita nel tentativo di ritorno nelle posizioni di vetta di un Miguel Ángel López sinora abulico. Per il trentenne baltico si tratta del secondo abbandono di fila alla Corsa Rosa: nel 2017, quando era settimo in classifica, fu protagonista di una bruttissima e rovinosa caduta alle porte di Bergamo, che gli compromise il prosieguo della stagione.

Cinque in fuga, il gruppo controlla
Subito dopo la partenza, alle 13.02, iniziano gli scatti. La fuga del giorno nasce già in Veneto (non che fosse sorprendente, dato che l'Emilia Romagna viene abbandonata dopo neppure 4 km) in prossimità del km 5. Come ieri sono cinque gli elementi presenti, ossia gli italiani Marco Marcato (UAE Team Emirates), Alessandro Tonelli (Bardiani CSF) e Andrea Vendrame (Androni Giocattoli-Sidermec), lo spagnolo Markel Irizar (Trek-Segafredo) e l'albanese Eugert Zhupa (Wilier Triestina-Selle Italia), protagonista anche nell'azione di giovedì.

Il gruppo lascia subito spazio, toccando al km 20 un distacco di 3'30": da qui in poi iniziano a lavorare Bora Hansgrohe e Quick Step Floors, ovvero sia le formazioni dei grandi favoriti di giornata. E lavorano anche troppo freneticamente perché al km 42, proprio in prossimità dell'ingresso nella provincia di Padova, il gap è sceso a soli 1'55". Le due squadre decidono, opportunamente, di rallentare, l'andatura e di tornare a viaggiare nell'ordine dei 2'40/3'30" per le seguenti due ore.

Poco movimento, torna la bella tradizione della visita parenti
Gli unici momenti emozionanti, in una frazione caratterizzata da una moltitudine di spettatori accorsi ai bordi delle strade e da un'elevata velocità di crociera (47.2 km/h la prima ora, 45.3 la seconda), sono i traguardi volanti: in quel di Piove di Sacco (km 70) l'enfant du pays Marcato ha la meglio allo sprint su Zhupa. In quel di Villorba (km 127.1) lo sprint vede Zhupa e Vendrame, con l'albanese trapiantato in Emilia a superare il trevigiano, il quale non fa nulla per celare la propria insoddisfazione.

Da segnalare, in quel di Martellago, la visita parenti di Paolo Simion: lo sprinter della Bardiani CSF saluta così famigliari e compaesani, in una delle ormai sempre più rare esibizioni di tal tipo. I cinque battistrada aumentano l'incedere negli ultimi 65 km, iniziando a pedalare nell'ordine dei 50 km/h: non che il gruppo faccia diversamente tanto che a 50 km dal traguardo il distacco è sceso a 2'05".

Chaves si stacca subito: continuerà questa agonia? In cinque provano il contrattacco
La velocità del plotone aumenta ancora: ai meno 40 km il ritardo è di 1'20", che scende a 54" al passaggio sotto il traguardo di Nervesa della Battaglia (meno 30.2 km). L'approccio verso la salitella del Montello non è facile per il leader di giornata della Androni Giocattoli-Sidermec: Manuel Belletti fora proprio quando la corsa entra nel vivo ma è bravo a riportarsi in gruppo grazie all'aiuto di Rodolfo Torres. Chi invece si stacca, per altro per primo, è Esteban Chaves: il colombiano taglierà poi il traguardo in perfetta solitudine a oltre 15' dal vincitore. Non di certo un bel segnale in vista delle salite. E l'ipotesi del prematuro ritiro dalla gara continua a farsi strada dato che, al momento, appare difficile vederlo competitivo sulle grandi salite.

Mentre inizia a piovere, i cinque battistrada continuano la loro azione dandosi cambi regolare. Si modifica lo scenario alle loro spalle: decide di attaccare già nelle primissime rampe (per modo di dire, dato che la Presa 8 è un falsopiano continuo) Tony Martin. Il tedesco del Team Katusha-Alpecin viene inseguito da Eros Capecchi (Quick Step Floors), il quale provoca la reazione di Cesare Benedetti (Bora Hansgrohe). Poche centinaia di metri più tardi rientrano prima Davide Ballerini (Androni Giocattoli-Sidermec) e poi Krists Neilands (Israel Cycling Academy), il quale dà una sgasata che causa la perdita di terreno di Benedetti, che preferisce attendere il plotone per mettersi ancora al lavoro per il proprio velocista.

Fuga ripresa, la Katusha lavora a fondo
E il trentino riporta, a 23.5 km dalla conclusione, il plotone sui cinque contrattaccanti, annullandone l'azione. Non succede nulla fino allo scollinamento, se si eccettua una bizzarra ma innocua caduta di Mitchell Docker (Team EF Education First-Drapac): il quintetto, con Vendrame in testa, passa ai meno 19.3 km con 23" sul gruppo controllato dalla Groupama-FDJ, che si pone in tale posizione per evitare al proprio capofila Thibaut Pinot alcun pericolo nella discesa che, fortunatamente. è totalmente asciutta e senza pericoli di sorta.

Anche la Bahrain Merida si fa vedere davanti per proteggere Domenico Pozzovivo e, una volta terminato il declivio, sono gli uomini del Team Katusha-Alpecin a lavorare per operare il ricongiungimento che avviene a 6500 metri dalla conclusione. Sono Maxim Belkov e Tony Martin ad alternarsi nelle trenate a quasi 60 km/h, in una strada pressoché rettilinea: l'ultima curva di giornata, infatti, viene affrontata a 4800 metri dal traguardo.

Coledan cerca l'impresa da raccontare ai nipotini, ma il gruppo rinviene
Si assiste alla solita sfida fra i treni portare davanti i propri uomini: se la Quick Step Floors appare sparpagliata, il Team LottoNL-Jumbo è la formazione più compatta con tre uomini a supporto di Van Poppel ai meno 2 km. L'azione dei gialloneri, e segnatamente di Enrico Battaglin, viene però interrotta a 1200 metri dal termine da una coraggiosa quanto splendida sparata di Marco Coledan. Il nativo di Motta di Livenza mette a frutto le sue doti da inseguitore su pista, lanciandosi alla ricerca di una clamorosa affermazione.

L'alfiere della Wilier Triestina-Selle Italia prende anche un bel margine, entrando negli ultimi 800 metri con una quarantina di metri a disposizione. La sua pedalata si fa più pesante con il passare dei secondi e, parimenti, il vantaggio di riduce vieppiù: la sua azione viene annullata a 300 metri dal termine quando la volata è già stata lanciata da Sacha Modolo. Il corridore di casa viene però saltato di gran carriera da Elia Viviani.

Viviani vince e si scrolla le critiche di dosso. Secondo Bennett
Il veronese della Quick Step Floors vince in maniera netta, prepotente e, come detto, con tanto di esultanza liberatoria a scacciare i primi, frettolosi mugugni sulla sua condizione. È la terza affermazione al Giro 2018 dopo l'accoppiata in terra israeliana, la quarta in carriera alla Corsa Rosa, la nona stagionale e la cinquantottesima da quando milita tra i pro. E in chiave maglia ciclamino tale risultato riesce a sopperire ai passaggi a vuoto di Gualdo Tadino e Imola.

Seconda piazza per Sam Bennett (Bora Hansgrohe), partito quest'oggi da troppo lontano. Terzo Danny van Poppel (Team LottoNL-Jumbo), che non ha avuto le gambe per resistere all'incedere del vincitore. Quarto posto per uno sconsolato Sacha Modolo (Team EF Education First-Drapac), le cui gambe non rispettano le attese del trentenne di Vazzola. Completano la top 10 Ryan Gibbons (Team Dimension Data), Jempy Drucker (BMC Racing Team), Manuel Belletti (Androni Giocattoli-Sidermec), Clément Venturini (AG2R La Mondiale), Baptiste Planckaert (Team Katusha-Alpecin) e Jens Debusschere (Lotto FixALl).

Yates sempre in rosa, domani lo spauracchio Zoncolan
La classifica rimane invariata, con Simon Yates (Mitchelton-Scott) che continua a vestire la maglia rosa con 47" su Tom Dumoulin (Team Sunweb), 1'04" su Thibaut Pinot, 1'18" su Domenico Pozzovivo e via a seguire. Domani la giornata forse più attesa dell'intera Corsa Rosa: la San Vito al Tagliamento-Monte Zoncolan ha, ovviamente, nell'epilogo il grande punto di interesse anche per i meno appassionati delle due ruote.

Monte di Ragogna e Avaglio sono ininfluenti mentre il Passo Duron, lungo 4.4 km ma con pendenza media del 9.6%, metterà acido lattico nelle gambe di tutti. La seguente Sella Valcalda porta la corsa ai piedi del Mostro: da Ovaro ai 1730 metri della vetta 10.1 km di inferno all'11.9% medio, con punte del 22% e il terribile tratto dal km 2.5 al km 7 con pendenza media (ripetiamo, media) del 15.5%. Si salvi chi può.
Notizia di esempio
Chi vincerà l'edizione 2018 del Giro d'Italia?