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Mas que Landa, Roglic!

07.04.2018 18:20

Vuelta al País Vasco, il giovane della Quick Step Floors vince l'ultima ad Arrate. La Movistar prova a far saltare il banco ma lo sloveno, nonostante una caduta nei primi km, riesce a conquistare la generale


Spettacolo, spettacolo e ancora spettacolo. Dal primo all'ultimo metro, la frazione conclusiva della Vuelta al País Vasco ha regalato emozioni ai tanti spettatori che hanno assiepato le strade e assistito davanti agli schermi alle stilettate di questo o quell'altro. Nella lotta fra una mostruosa e potentissima squadra e un singolo, per quanto valido, elemento, quest'ultimo ha saputo resistere fino alla conclusione, piegandosi solamente quando l'obiettivo che sognava era al sicuro.

Otto gpm ad Arrate. Non partono Kwiatkowski e Molard
L'ultima giornata della Volta al País Vasco 2018 è la più attesa. E non solo per il fatto di essere quella conclusiva quanto per il tipo di percorso che i corridori dovranno affrontare: la Eibar-Arrate di 122.2 km rappresenta l'incubo diventato realtà con otto, ripidi gpm e quasi 3000 metri di dislivello positivo. Ultimo dei quali il muro di Arrate, rampa da garage di 3 km. E il tutto pedalando sotto la pioggia che, come spesso capita, cade copiosa sulle strade basche.

Ben sei le mancate partenze: concludono un giorno prima la propria fatica il britannico Hugh Carthy (Team EF Education First-Drapac), il francese Cyril Gautier (AG2R La Mondiale), il polacco Michal Kwiatkowski (Team Sky), l'austriaco Lukas Pöstlberger (Bora Hansgrohe), il colombiano Nelson Soto (Caja Rural-Seguros RGA) e il francese Rudy Molard. Per l'alfiere della Groupama-FDJ, caduto nei giorni scorsi, si tratta di un fatto storico: alla trentaquattresima corsa in carriera di categoria World Tour il ventottenne dell'Alvernia deve, per la prima volta, ritirarsi.

Roglic cade subito e deve inseguire, il gruppo non rallenta
Dopo un minuto di silenzio in memoria di un turista tedesco investito e ucciso giovedì a Maiorca da una donna alla guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, la corsa è scattata attorno alle 14.25. E sin da subito ha fornito un colpo di scena: non tanto per i soliti, e stavolta infruttuosi, tentativi di attacco, quanto per una caduta registrata al km 3. Coinvolti fra gli altri Rigoberto Urán (Team EF Education First-Drapac) e soprattutto Primoz Roglic.

Lo sloveno e il suo Team LottoNL-Jumbo provano subito a rientrare, ma è operazione tutt'altro che agevole. Con la fuga non ancora formatasi, si susseguono gli scatti nel corso della salita di Trabakua, ma allo scollinamento (km 8.2), vinto da Carlos Verona sulla maglia a pois Mark Padun, tutto è invariato. Roglic, dal canto suo, transita a 42", che aumenta a 1' nel corso della discesa: davanti è soprattutto la Quick Step Floors a fare il ritmo, ma le azioni tentate dai vari coraggiosi non si contano.

Il leader riesce a rientrare, si forma finalmente la fuga
È nel corso della seconda salita, quella scioglilingua di Gontzagaraigana, che Roglic (e Urán) riesce a rientrare grazie all'aiuto dei suoi Floris De Tier e Sepp Kuss, che lo aiutano ad operare il rientro in grippo a circa 1.5 km dallo scollinamento, allontanando così i fantasmi di un clamoroso ribaltone. In vetta al gpm (km 18.9) Verona prende ancora il massimo bottino, passando davanti a David López (Team Sky).

Dopo una brevissima discesa è già ora di risalire verso Bizkaio Begiratokia con il pimpantissimo Verona all'attacco assieme a Tao Geoghegan Hart (Team Sky): il madrileno fa 3 su 3 e si issa in testa alla classifica degli scalatori. I due vengono raggiunti in discesa prima dal danese Jasper Hansen (Astana Pro Team) e dall'austriaco Gregor Mühlberger (Bora Hansgrohe) e poi dagli spagnoli Enric Mas (Quick Step Floors) e José Joaquín Rojas (Movistar Team).

E diventa di 14, con big presenti nel tentativo
Il sestetto si approssima alle pendici del quarto gpm, la Muniketa Gane, con 35" sul gruppo: inframezzati a 25" in quattro, ossia Carlos Betancur (Movistar Team), Thomas De Gendt (Lotto Soudal), Lucas Hamilton (Mitchelton Scott) e il già citato David López (Team Sky). Costoro riescono a rientrare nelle prime fasi di discesa mentre il gruppo non ha ancora mollato, dato che passa dopo 40". Inutile dire invece chi ha varcato per primo la vetta al km 39.4 (spoiler: Verona, ovviamente).

La vicinanza con i battistrada fa in modo che ci siano ancora tentativi di rientro da parte di quanti si sono fatti sorprendere in gruppo. È il caso di José Herrada (Cofidis, Solutions Crédits), Gorka Izagirre (Bahrain Merida), Valentin Madouas (Groupama-FDJ) e Ilnur Zakarin (Team Katusha-Alpecin) che, dopo un inseguimento durato quasi 15 km, si riportano sulla testa ai 63 km dal termine. Proprio in questa fase il plotone decide di rilassarsi e, in un battibaleno, il gap sale fino a 3'25" a 65 km dall'arrivo.

La Movistar fa il forcing, Alaphilippe crolla
Alla Trek-Segafredo all'opera nel falsopiano per tenere nel mirino l'avventura si aggiunge, non appena inizia la salita di Elgeta, il Movistar Team: e il ritmo tenuto da Winner Anacona e Rafael Valls fa ridurre in maniera importante il gruppo. La selezione da dietro provoca come vittima illustre Julian Alaphilippe: quarto alla partenza, il leader della Quick Step Floors perde le ruote e prosegue la parabola discendente nel corso della settimana. Al termine dell'ascesa (km 63.6 - Verona passa per primo tra i battistrada) il suo divario dal gruppo Roglic, ridotto a circa venticinque unità, sfiora i 2'.

Con la Trek di nuovo a lavorare nel tratto pianeggiante, il gap del drappello dei battistrada rapidamente cala: se ai meno 50 km è di 2'10, ai meno 40 km è di 1'30", con Tsgabu Grmay a dettare il ritmo anche nelle prime fasi dell'ascesa di Izua, ascesa tutt'altro che agevole data la pendenza media dell'8.8% in 4.8 km. Vi è selezione anche tra i battistrada, con i soli De Gendt, Mas, Mühlberger e Verona che proseguono convintamente il tentativo, scollinando tutti assieme al km 89.6 (e con Verona ovviamente che fa man bassa del colle di prima categoria).

Landa e Quintana provano a mettere invano nell'angolo Roglic
Nel gruppo, invece, si registrano movimenti interessanti: il primo ad attaccare ai meno 36 km è David De la Cruz (Team Sky), lasciato andare dagli altri, così come non trova reazione il tentativo di Winner Anacona (Movistar Team), Fernando Barceló (Euskadi Basque Country-Murias) e della coppia Katusha-Alpecin composta da Ian Boswell e Robert Kiserlovski. Tutti questi vengono ripresi senza fatica alla prima accelerazione seria, portata da Mikel Landa ai meno 35 km: con il basco rimangono solo Ion Izagirre, Nairo Quintana e Primoz Roglic, primo a chiudere sul rivale diretto.

La tattica dei Movistar è di provare a sfiancare la resistenza dello sloveno: dopo un estemporaneo tentativo di Izagirre (e poi di Buchmann e della coppia Caruso/Costa), è Quintana che si lancia ai meno 34 km, ma anche tale azione va a morire. Il secondo scatto del colombiano, invece, non trova risposta da Roglic e così il boyacense riesce a scollinare con 1'20" di ritardo dal quartetto e una dozzina di secondi sui primi rivali.

Il gruppo si riforma, dentro tutti tranne Alaphilippe e Urán
Ma già nelle primissime fasi di discesa Roglic riprende il vincitore di Giro e Vuelta, portando sotto Caruso, Costa, Izagirre, Landa e Teuns che sono con lui nel drappello. Con la superiorità numerica, la Movistar prova ancora a stringere a tenaglia il povero ex saltatore: sfruttando il punto di appoggio di Betancur, in procinto di venire ripreso, Landa scatta nel declivio provando a sorprendere Roglic. Ma non c'è nulla da fare e il leader del Team LottoNL-Jumbo blocca anche questo ambizioso movimento.

La diretta conseguenza è il rilassamento generale che fa sì che molti degli staccati sappiano rientrare: Bilbao e Mollema, Buchmann e Konrad, Grossschartner e Haig, Bardet, Edet e molti altri, compresi tutti i gregari Movistar (ma nessun LottoNL-Jumbo e manca anche Urán), si riportando sul gruppetto, che transita ai 25 km con 50" di disavanzo dai battistrada. La salita di Urkaregi (5.9 km al 4%) è troppo semplice per qualsivoglia tentativo e così, se Verona fa 7 su 7 al km 104.7, dietro Movistar e Sky controllano il gruppo transitando a 37" di distacco.

Mas scatta, Landa distanzia Roglic
Mas attacca una volta terminata la discesa ai meno 7.5 km, con Mühlberger che gli si para a ruota ma senza la volontà di dare cambi, permettendo così il rientro sia a De Gendt che a Verona. Ma una volta entrato nel muro di Arrate (3.1 km al 12.7%, con punte del 22%), il catalano accelera e si sbarazza senza problemi dei tre colleghi, andando su di buona lena anche sulle pendenze più impervie.

Dietro, purtroppo per lui, c'è chi vuole provare all'ultimo il colpaccio: è, ovviamente, il Movistar Team che fa attaccare Quintana nel medesimo punto scelto 35" prima da Mas. Il colombiano non trova opposizione e guadagna, pur non andando a tutta: e si capisce il motivo perché, attorno ai meno 4.3 km, parte secco Landa. Roglic decide subito di non rispondere, cercando di mantenere il proprio ritmo su quelle rampe che l'anno scorso lo mandarono in crisi.

Il basco prova l'impresa, il catalano alla prima gioia
Lo sloveno viene sfilato anche da Izagirre, Teuns e Buchmann, venendo ripreso anche dalla coppia Caruso/Konrad e mostrandosi man mano sempre più sofferente. E davanti a lui, invece, Landa va su che un piacere per la gioia del suo pubblico, presto raggiungendo e sfruttando il lavoro di Quintana e poi mollando anche il compagno di squadra nell'ultimo km di ascesa, provando il tutto per tutto o, almeno, la vittoria di tappa.

In vetta al gpm, a 2300 metri dal termine, Mas riesce a conservare una quindicina di secondi su Landa mentre Roglic paga 1'05" dal battistrada, margine tuttavia ancora ampiamente di sicurezza in chiave classifica generale. Nel falsopiano e nella breve discesa che porta all'arrivo le posizioni rimangono cristallizzate e così Enric Mas può andare a cogliere la prima vittoria della ancora breve ma già valida carriera tra gli élite. Il ventitreenne regala alla sua Quick Step Floors il successo numero 25 dell'anno, con l'undicesimo uomo diverso.

Landa è secondo, Roglic vince la corsa
Mikel Landa è secondo a 12", mentre terzo a 27" è Ion Izagirre. Stesso tempo per Dylan Teuns mentre Nairo Quintana chiude a 30". Completano la top ten Thomas De Gendt a 45", Emanuel Buchmann a 47", Gregor Mühlberger, Primoz Roglic e Patrick Konrad a 54", dove giungono assieme a Damiano Caruso. Ritardo di 1'20" per David De la Cruz, di 1'38" per Pello Bilbao, Bauke Mollema, Rui Costa e Romain Bardet.

Primoz Roglic diventa il primo sloveno a conquistare la classifica generale della Vuelta al País Vasco, portando così un prezioso successo alla propria nazione e al Team LottoNL-Jumbo che ha creduto in lui quando era ancora un interessante prospetto della Adria Mobil. Con lui sul podio Mikel Landa e Ion Izagirre, lontani rispettivamente 1'09" e 1'42". Quarto Buchmann a 3'14", quinto Quintana a 3'17", quindi seguono Enric Mas a 3'29", Bauke Mollema a 3'50", Pello Bilbao a 4'14", David De la Cruz a 4'15" e Patrick Konrad a 5'30".
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